Posts written by Re Bowser

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    Wow, il tuo forum è ancora attivo! Il nostro è morto da anni :(
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    Ovviamente Bowser mica aveva ballato per due anni senza fermarsi... Ciò sarebbe stato fisicamente impossibile e, inoltre, il corpo avrebbe terminato l’atto di danzare prima dell’esplosione dei muscoli. Infatti il nostro corpo è una macchina prodigiosa: molti sono i meccanismi d’emergenza salvaguardanti l’integrità delle membra prima di un eccessivo affaticamento muscolare. È per questo che i masochisti che prendono parte alle maratone, spesso, crollano esausti prima di superare la linea del traguardo: un piccolissimo sforzo in più comporterebbe, difatti, la morte.
    Ma Bowser non dovette nemmeno usufruire di tali sistemi di stacco della spina del suo corpo: infatti ballò solo per venti minuti. Non si era neanche stancato: essendo un ballerino provetto, egli era in grado di fare spettacoli ballerini ben più lunghi e impressionanti.
    Si accorse, dopo aver fermato i suoi piedi ballanti, che Iggy era morto. Strano: come ci era passato un camion in mezzo alla stanza dell’hotel? Bowser, ben presto, si accorse che, per qualche arcana ragione, tutti si trovavano in mezzo a una strada trafficatissima. Con un agile balzo, riuscì a capitombolare sul marciapiede.
    Larry, invece, venne schiacciato pietosamente da un tir. Non aveva neanche avuto il tempo di sposarsi con Kamek Yo-Yo o chicchessia.
    L’inettitudine dei due giocatori di questo GdR fece sì che non trascorsero due anni, come precedentemente pattuito. Erano passati solamente venticinque minuti, e sia Iggy che Larry erano già morti stecchiti, con gli intestini tutti fuori e arti a caso mancanti (ma che più mancanti di così non si può).

    Il sovrano, con una tecnologia non magica, divise la parte immateriale dei due Koopa da quella incorporea, e la conservò in un barattolo. All’interno di esso, le due coscienze (se possiamo chiamarle così) si mischiarono in un mishmash inseparabile.
    Tornato nella camera dell’hotel, Bowser tirò fuori un astuccio e ci versò dentro le due coscienze (che, a questo punto, non erano per niente divisibili). L’astuccio prese vita e venne ben presto scagliato contro il muro da un sovrano imbestialito.
    «Siete degli inetti! Continuate a morire e io continuo a rivívervi! La prossima volta che morite, resterete morti! Io non farò niente per salvarvi ancora una volta! E poi, anche se continuo a salvarvi, voi che fate? Continuate a voler “conquistare il mondo”, “UCCIDERMI”? Cosa farete poi? Bombardare un ristorante intero per farmi fuori? Non succederà, perché probabilmente, data la vostra stupidità, andrete ad ammazzare un Bowser sbagliato.»
    In questo momento, come avrete già capito, Larry e Iggy erano un’entità singola, ossia quell’astuccio inutile lì.
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    Bowser ballò e ballò.
    Passarono due anni. Tutti erano ancora a Kameklandia.

    Narrate le vostre esperienze in questi due anni kameklandesi. Potete aver achievato di tutto eh, tipo siete diventati ricchissimi o, chennesõ, vi siete sposati... Siete liberi di portare avanti le vite de’ vostri personaggi. Ma quanto so’ buono...
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    Bowser costruì un castello di sabbia e lo chiamò “Il Bowserotto”. Era dedicato a Iggy Koopa che, pur essendo morto, s’era risvegliato.
    «Bello, ’sto castello sabbiæ?» disse fierissimo del suo sciödövr. «Lo chiamerò “Il Bowserotto”, ma se vuoi lo possiamo anche chiamare “Iggy”.»
    Ma...
    CITAZIONE (Koopa04 @ 28/5/2020, 12:40) 
    Larry prese il corpo del Bowserotto e lo gettò in una bara di legno. Poi andò in un edificio vicino e lo cremò. Le ceneri di Iggy vennero contenute in un barattolo che Larry, per sbaglio, fece cadere. Il barattolo si frantumò e il Bowserotto, per nascondere le prove, prese un aspirapolvere e risucchiò tutte le ceneri. Infine gettò l'aspirapovere in un vulcano.

    Bowser era infuriatissimissimo: «Perché hai distrutto il mio castello di sabbia, noto come “Il Bowserotto” o “Iggy”?»
    Il sovrano schiaffò Larry e accarezzò Iggy. Si era appena palesato in quella dimensione sconosciuta, e non sapeva che diamine stesse succedendo. Perché c’era tutto quel sangue? E perché Larry Koopa si metteva a fare cose stupidissime come la distruzione de’ castilli de sábia?
    Bowser Jr. si mise a ballare una giga, il che fece capire al sovrano che era il momento di piantarla con tutte quelle elucubrazioni. Doveva abituarsi a quel nuovo mondo.
    Tra l’altro era quasi ora di cena; il sovrano ne approfittò per dire a’ suo’ filhi: «Opa galera, tudo bem com vocês? Andiamo a mangiare da qualche parte? Larry: ti perdono, anche se hai deciso di distruggere il mio castello di sabbia. Quindi deciderai tu da che parte portarci!»

    Al ristorante scelto da Larry, Bowser prese tra le zampe il menü, il quale venne da lui con grinta sfogliato. Quelle cavolate kameklandesi le aveva già provate un migliaio di volte: non gli andava più di ingoiare l’ennesimo zuppettino di cosce di chissà cosa.
    «Iggy, perché non scegli tu il mio piatto?» disse il sovrano, gettando il menù tra le mani del Bowserotto. «Io, intanto, vi racconterò una storia.»
    Bowser disse al cameriere di spegnere la candela sul tavolo. Il buio contribuì a rendere la sua voce più storiosa.
    «Tanti anni fa... Un Goomba chiamato Sciroppo bevve ’no sciroppo. In verità all’epoca gli sciroppi non si chiamavano così. Si chiamavano šúrbumbük. E la parola šúrbumbük doveva essere declinata. Quindi “Io voglio uno sciroppo” si diceva così: “Io voglio šárbambäk. “Ho bevuto dello sciroppo” era così: “Ho bevuto šírbimbïk. E la parte più difficile era il plurale: nella frase “Io voglio sciroppi”, la forma al plurale šúrbumbükkú diventava così: “Io voglio kalakukko”. Spero di non avervi annoiati troppo. Torniamo al punto: ’sto Goomba, chiamato Sciroppo, aveva bisogno di due sciroppi. Però si era dimenticato della forma irregolare al plurale kalakukko e, quindi, al posto di dire “Io voglio due kalakukko”, egli disse “Io voglio due šárbambäk”. E gli venne dato solo uno sciroppo. Lui aveva una malattia gravissima, e necessitava di due – ripeto – due sciroppi. Allora ’sto Goomba s’imbestialì e sbatté lo sciroppo bevuto sul tavolo. “Ho detto di voler due – ripeto – due šárbambäk! Voi me ne avete dato solo uno!” A questo commento, la Koopa alla cassa rispose: “Scusa, ma il šárbambäk te l’abbiamo già dato.” Questa Koopa, ovviamente, faceva caso solo alla parola šárbambäk, che era al singolare. Nemmeno la presenza della parola “due”, chiaramente pluralissima, la smuoveva dall’opinione di singolarità che s’era fatta su quel singolo šúrbumbük. Alla fine la Koopa chiamò la polizia, la quale uccise questo Goomba premendovi sopra il ginocchio. Al giorno d’oggi, però, ’sto Goomba ha avuto la meglio. Anche se l’è morto, il suo contributo alla società l’ha dato. E, al giorno d’oggi, al posto di šúrbumbük, šárbambäk, šírbimbïk e kalakukko diciamo semplicemente “sciroppo”. Vuoi ’no sciroppo? Ieri ho bevuto dello sciroppo. Io ho due sciroppo. (Va be’, al giorno d’oggi si dice “sciroppi”, perché non siamo ’sì sgrammaticati, dài.) Comunque è la stessa parola che svolge tutte le funzioni delle diverse declinazioni di šúrbumbük. Quindi, ragazzi, qual è la morale della storia? Non complicatevi troppo la vita. È questa la morale. Non leggete in maniera letterale tutto ciò che vedete. Cercate di estrapolare il significato dalle cose – non soffermatevi sull’apparenza e sull’esteriorità parolārum.»

    Il piatto che Iggy aveva scelto per Bowser arrivò tutto bello fumantissimo sul tavolo. Aveva un aspetto davvero appetitoso.
    «Parece tão gostoso!» esclamò felice Bowser, prendendone una cucchiaiata e ficcandola in bocca a Bowser Jr. e poi a Iggy e a Larry. Con tre pugni somministrati allo stesso tempo sulle teste de’ tre, Bowser fece scendere i tre boli giù per i rispettivi esofagi.
    «Mo’ lo mangio anch’io!» urlò il sovrano e abbuffóssi.
    «Adesso, però, devo testare la vostra intelligenza, ragazzuoli. Iggy: quale forma della parola šúrbumbük ci vorrebbe in questo caso? “I due . . . sono stati mangiati da me”. Larry: quale forma della parola šúrbumbük ci vorrebbe in codesto caso? “Ho fatto cadere dello sciroppo” quindi: “Ho fatto cadere . . .”. Rispondete, rispondete, rispondete!!»
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    Koopa04 Ti devo rimproverare per tre motivi diversi.
    1. Ci hai messo veramente troppo a rispondere. È una mancanza di rispetto nei confronti del tuo compagno di squadra Bowser Junior e del sottoscritto.
    2. L’ultima volta ti avevo detto di non sfidarmi, e tu lo fai ancora? Ma che maniere! Se lo fai ancora, ti bannerò.
    3. Non puoi crearti dei personaggi nuovi così alla cazzo di c*ne! Scusa per la parolaccia, ma ci stava. Te la meriti.

    Quando Iggy era tornato da Bowser per consegnargli la sua palla di cartapesta, il sovrano non c’era più. Come mai? Basta dare un’occhiata alla seguente elaboratissima descrizione – il redattore di codesta frase dovrebbe meritarsi un premio fatto d’oro, perché la sua prosa è davvero eccellentissima.
    CITAZIONE (Koopa04 @ 27/5/2020, 17:40) 
    Il Koopa dal guscio spinato esplose in mille pezzi e anche Bowser Jr. morì.

    Che tristezza. C’era proprio bisogno di un giudice per valutare quella palla di cartapesta fatta benissimo. Invece c’era solo una pozza di sangue e pezzi di ossa e di pelle appartenuti, probabilmente, al sovrano Bowser IX e all’erede al trono Bowser Jr.
    Ma facciamo un salto indietro nel tempo...
    CITAZIONE (Re Bowser @ 22/4/2020, 01:45) 
    Il Re dei Koopa, tenendo Bowser Jr. tra le braccia, fece un agile salto in quel calderone, scomparendo per sempre da quel mondo che, ben presto, si sarebbe ridotto a un mero nulla.

    Il Re dei Koopa comparve all’improvviso nella propria camera, sulla pozza di sangue di Bowser IX. Hmmm, strano, pensò, mentre osservava tutto quel sangue. Non si aspettava che l’universo parallelo fosse così sanguinoso. Ma c’erano molte cose di cui non era al corrente di quella realtà: prima di tutto non aveva idea che il sovrano di quell’universo lì, il Bowser IX appena ucciso dal Goomba, fosse completamente pazzo. Non solo si metteva ad inventare cavolate su cavolate su universi paralleli et cetera (convincendosi pure del fatto di aver fatto nascere un Iggy e un Larry di un’altra dimensione), ma era anche abbastanza mentalmente non-riuscente da essersi ficcato un palo enorme su pel cǜl.
    «Non preoccuparti, Bowser Jr.», disse il sovrano alla ex Koopa № 2 che, poche ore prima, aveva appena ricevuto il diamante dell’erede al trono. «Non so cosa sia successo, ma sembra che questo universo sia parecchio strano.»
    Il sovrano camminò, stampando impronte di sangue sulla moquette della stanza. Poi decise di andare a trovare Larry e Iggy e, perciò, uscíssene e ficcòssi in ascensore.
    Arrivato davanti alla stanza di Iggy, scoprì che il Bowserotto era stato ucciso da un Goomba gigantesco. Arrabbiato, afferrò la creatura e la strappò, uccidendola (ma sul serio eh, non è che poi può rivivere!!). Poi corse da Iggy e pianse e pianse e pianse.
    Andò da Larry che, nonostante lo STESSO SCRITTORE avesse già fatto la stupidata di dare un QI altissimo a Larry poco più di un mese fa, aveva ricevuto, NUOVAMENTE, dei punti del QI in più. (Ma che originalità, non fa male variare un po’ le cose, sai?) Tutto questo nonostante a codesto scrittore fosse stata rinfacciata la seguente parte:
    CITAZIONE (Re Bowser @ 19/4/2020, 12:27) 
    Vi è una legge approvata e comprovata dalle celestiali potenze che tutto governano [...], la quale stabilisce la volatilità dell’intelligenza. In parole povere, il QI è sempre destinato a diminuire [...]. La cosa interessante è che la velocità di abbassamento del QI è inversamente proporzionale alla di lei bassezza [...]. Questo, ovviamente, significa che un QI altissimo andrà incontro a una velocissima degradazione. Stiamo parlando di un andamento esponenziale: una legge della natura che non si può contrastare in nessun modo.

    Larry diventò stupidissimo, peggio di Iggy, in un batter d’occhio.
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    Koopa04 Sei tornato solo da un turno e già mi fai incavolare parecchio. Gli scambi di personaggi sono eventi extra-role! Mica ti metti a narrare che Larry si sente tutto “scambiato” e che non era in grado di controllare liberamente i suoi movimenti quando lo usavo io! Cioè, manco le basi del gioco di ruolo! Praticamente l’unica parte valida della tua parte è questa:
    CITAZIONE (Koopa04 @ 21/5/2020, 17:18) 
    Larry prese una granata e fece scoppiare il muso di Bowser e la mano di Iggy.

    E questa parte è cortissima. Ti ricordi il motivo per cui ti bloccai più di dieci giorni fa? Ecco. Vuoi saltare altri sette turni? Ovviamente no. Quindi scrivi delle parti serie, senza continuare a cercare di uccidere Bowser ogni due per tre. Punizione: la tua parte cortissima non è valida.

    Bowser era ancora felicissimo per via del rivivimento di Larry Koopa (di Iggy un po’ meno perché era uscito male). Quindi si mise a ballare e, completamente immerso nel ritmo di una musica che risuonava solo nella sua testa, chiese: «Sei felice che ti ho riportato in vita?»
    Il sovrano si rasseriò all’improvviso e, con uno sguardo pregno di gravitas, guardò il Bowserotto negli occhi. Disse, con una voce grave quanto il la basso suonato su un pianoforte a coda: «Ti sarai accorto dell’assenza della magia, mio caro Larry. Ebbene sì, ci troviamo in un’altra dimensione. E qua la magia è fisicamente impossibile da produrre. Tutti gli abitanti di Kameklandia non sono altro che Koopa normali – giusto un pochino incinesiti – e Kamek, ahimè, non esiste proprio. Parlo del nostro fidato Magikoopa... Ovviamente l’altro Kamek – il presidente – è un Koopa vivissimo e vegetissimo.»
    Bowser si sedette sulla sua morbida poltrona, aspettando che Larry iniziasse e, se l’avesse iniziata, che finisse il suo momento di crisi esistenziale. Sì, probabilmente quel tennista l’avrebbe riempito di quesiti noiosi e fastidiosi... Ma come si poteva biasimare quella povera anima: si era rimaterializzata in una dimensione che non le apparteneva! E non era neanche a conoscenza del motivo di quel brusco cambio dimensionale.

    All’improvviso entrò nella stanza Koopa № 2, la quale disse: «Ho finito. Avete bisogno di qualche muscolosissimo aiuto?»
    Bowser non sembrò far caso a quella sgualdrina, e continuò a guardarsi le unghie. Alla fine alzò svogliatamente la testa e rispose: «Un aiuto non può essere muscoloso. Vai a leggerti un dizionario, Koopa № 2, prima di dire cavolate del genere. Ah, a proposito, non sei più una serva... Sei un’intoccabile ora.»
    Giusto, Bowser Junior, mi sono dimenticato di ridarti Iggy. Era questo l’accordo, no? Quindi mo’ mi prendo Koopa № 2 e tu ti prendi quel trisuomo che ti sei creato da solo.

    Bowser cambiò idea; chiamò l’ufficio della famiglia reale e ripristinò la posizione iniziale di Koopa № 2, ossia quella di erede al trono. «Scherzavo,» fece ammiccando il sovrano, «sei di nuovo l’erede al trono, Bowser Jr.»
    Questo venne da Bowser pronunziato quando Koopa № 2 si ridimensionava tutta fino a tornare la carinissima seienne di prima. Lo so: sulla fiala c’era scritto che gli effetti dell’integratore sarebbero durati per un anno. Ma chi ha detto che le sostanze contenute in quelle bottigliette di dubbie origini prese a casissimo da un ristorante bowseriano a Magwihalmŏm debbano per forza rispettare la descrizione sull’etichetta?
    «Iggy, Larry!» ruggì all’improvviso Bowser, prendendo i due Bowserotti per il ciuffo e sbattendoli sul divano. «Qua le cose funzionano diversamente. La vostra serva Koopa № 2 non è una serva, bensì l’erede al trono Bowser Jr. Quindi non fate i mostriciattoli viziati davanti a lei, o vi punirò con una delle mie famosissime ustioni a fiamma lenta. E non chiedetemi il perché. Qui le cose funzionano così.»
    Il sovrano tirò fuori il calendario con sopra la descrizione di Bowser Jr., che aveva saggiamente prelevato dalla camera dell’Iggy di quella dimensione lì (morto durante l’istupidente attentato di Аndrеа Сеlоrіа), e lo gettò in faccia a Larry. Lo buttò a lui, perché sapeva che Iggy, ridotto così com’era, non sarebbe riuscito a capire un fico insecchito.
    «Bene, tornate nelle vostre camere, scempiaggini», concluse Bowser, lanciando ai due le chiavi delle stanze appartenute al Larry e all’Iggy di quella dimensione. I due avrebbero semplicemente sostituito le loro controparti di quella dimensione; Bowser sarebbe potuto tornare nell’IsolBowser di quell’universo senza sentirsi dire: “Come mai i tuoi figli sono morti?” (Be’, c’era Arrotino che era morto colpito da un fulmine, ma tanto non gliene frega a nessuno di lui.)
    «Ah, prima che ve ne andiate, vi assegno un compito. Create una palla di cartapesta e decoratela ad libitum. Poi, a cena, vi darò un voto... Chi fa la palla di cartapesta migliore, magari, potrà diventare l’erede al trono.» (Infatti Bowser era ancora un po’ arrabbiato con Koopa № 2, e voleva vedere se i vecchi Larry e Iggy fossero in grado di sfidarla.)

    Dopo che i due Bowserotti se ne furono andati, il sovrano si sdraiò sul divano, macchiandolo di appena due goccini di sangue.
    «Bowser Jr., mèdicami,» disse in silenzio, senza mostrare alcun segno di dolore.
    L’erede al trono si diresse verso il palo conficcato nel sovrano e lo estrasse con tanta perizia. Poi si mise a disinfettare la ferita: in pochi giorni il sovrano sarebbe guarito e sarebbe tornato in forma smaglianterrissimissimevolmentissima.
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    Bowser Junior Hai fatto un errore gravissimo: gli spoiler sono extra/supra/super-role: quello che viene detto nello spoiler ha un valore universale che non si può inserire nelle vicende del gioco. Tu, invece, hai pensato di appropriarti di Bowser durante il breve lasso di tempo in cui ero Koopa № 2. Molto male: significa che non hai capito neanche le regole fondamentali del GdR.

    Bowser aveva fatto tutto quello per testare Koopa № 2. Se lei l’avesse soccorso, lui si sarebbe ricreduto completamente su di lei. Invece la Koopa serva se ne stette là impalata. E chissà a che cosa stava pensando! Ogni servo avrebbe seguito la regola № 1 dei servi di CastelBowser: “Soccorri Bowser quando è in pericolo”. Koopa № 2, invece, era stupidissima: si era dimenticata pure di quel regolone!
    Il sovrano, una volta uscito dall’hotel, chiamò l’Ufficio Centrale de lo Gestimento Servōrum.
    «Buon mattino. Chi è che parla?» disse la voce proveniente dalla cornetta telephonī.
    «Sono io, Re Bowser IX.»
    La voce impallidì (nel senso che il Koopa che parlava impallidì, penso si capisca). «Ehm, Sua Maestà, cosa l’ha portato a contattare il Bureau Servitūdinis? Solitamente lo fa un suo segretario. Non sentiamo mai la sua... ehm... melodiosissima voce.»
    «Hai per caso di fronte il Librone de’ Servi de lo Castillo Bowseriano?»
    «S-sì, è proprio qua di fronte... Che cosa vuole sapere, o sommo sovrano?»
    «Apri fino a pagina 2. Leggimi i dati della serva.»
    «“Koopa № 2: Nato nel—
    «Come nato
    Bowser si ricordò immediatamente del fatto che Koopa № 2, in quell’universo, fosse un membro della famiglia reale. Indi disse: «Ok, scusami per il disturbo. Passami l’Ufficio Centrale de lo Gestimento Membrōrum Rēgālis Familiæ.»
    Dopo venti secondi d’attesa in linea, una voce molto più professionale si rese udibile agli orecchi di Bowser: «Vi ringraziamo infinitamente per aver chiamato l’Ufficio Centrale de lo Gestimento de’ Membri Famigliæ Realis. Che cosa vi ha portato a contattarci?»
    «L’erede al trono. Toglietela dalla lista. Rendetela una Koopa intoccabile.» (I Koopa intoccabili erano peggio dei servi.)
    La voce al telefono non perse il suo regale ritegno. «Dobbiamo accertarci prima che voi siete il sovrano di IsolBowser.»
    «Sì. Posso dirvi la password: Bowser-uno-due-trè.»
    «Va bene. Strapperemo la pagina di Bowser Jr. dal librone.» (Fiù, meno male che la password era sempre quella.)
    Soddisfatto, il sovrano ritornò in camera.

    Koopa № 2 era veramente stupida: aveva ferito l’unico Koopa che l’avrebbe potuta guarire. Mentre la Koopa usava stupidissimevolmente il Koopa ferito per pulire i piatti (ma come funziona una roba del genere?), egli morì.
    Ora Koopa № 2 non poteva combinare una m*rda.
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    Adesso invertiamo i personaggi e Koopa № 2 lo faccio io!

    Iggy, pur essendo trisomico, conservava i tratti regali del sovrano. Quindi, quando il narratore di questa storia descriveva la somiglianza che intercorreva tra Bowser e il figlio, si riferiva a quegli inconfondibili tratti della famiglia reale bowseriana. Non la distanza tra gli occhi e la curiosa forma del naso; il narratore descriveva quel dignitoso aspetto che caratterizzava la dinastia Bowser.
    Koopa № 2, essendo una serva molto stupida, sbagliò a guardare e, pertanto, pensò che Bowser apparisse trisomico. Ma, come già detto in precedenza, questa cosa è super lontanissima dalla realtà. Questa valutazione errata persistette nel tempo, o almeno fino al pranzo al ristorante “IsolBowser”.
    Dopo essersi pappata lo Sbronzer, la Koopa, finalmente, si accorse della bellezza dei tratti somatici di Bowser e ne rimase affascinata. Tutti i dubbi antecedenti scomparvero come un ghiacciolo in mezzo al deserto. Scomparvero in maniera talmente scomparente da non essere più recuperabili: Koopa № 2 non avrebbe mai più potuto vedere Bowser come un down.

    Ho cambiato idea: facciamo che ti tieni Koopa № 2 e io mi riprendo Bowser. Ovviamente la parte qui sopra rimane valida.

    Bowser osservò disgustato Koopa № 2 che ingurgitava e mandava giù la pietanza. Che poi “ingurgitare” significa già “mandare giù”… Come diamine aveva fatto quella serva a compiere entrambe le azioni? Era fisicamente impossibile ingurgitare lo Sbronzer e poi mandarlo giù…
    «Sai, Koopa № 2,» iniziò il sovrano, dopo aver guardato quel disgustoso Bronzer scendere giù per l’esofago della servaccia, «solitamente errori del genere, a CastelBowser, li punisco con settanta frustate sul guscio. Sono già abbastanza buono con te, mi capisci? Ti avevo detto di andare ad acquistare del cibo già pronto dal mercato umido – (e non “in umido”… che diamine significa?) – e tu torni da me con delle scatolette disgustose. Ti ricordi di Koopa № 69? Quelli lì l’avevo fatto impiccare perché aveva messo un fiore rosso anziché giallognolo sul tavolo, anche se gli avevo esplicitamente chiesto di metterne uno giallognolo. Ti rendi conto che tu stai ricevendo il trattamento migliore da uno severo come me?»
    Dopo quella sgridata, Bowser disse al cameriere che, purtroppo, non poteva pagare, ma che avrebbe lasciato volentieri Koopa № 2 a lavare i piatti in cucina. Il sovrano salutò con un sorrisetto la piccolina, mentre veniva trascinata via da un cuoco unto e grasso.
    Il cuoco lo buttò davanti a una montagna di piatti sporchissimi. Su alcuni piatti c’erano dei pezzi di carne schiacciati e pieni di vermi contorcentisi su se stessi. C’erano almeno seicentocinquantadue piatti ed era probabilmente da due giorni che nessuno li puliva. Il cuoco fece vedere la lavastoviglie, che era rotta, e intimò a Koopa № 2 di lavare tutto a mano.
    Un altro Koopa, magrissimo e tutto lerciò, spuntò da dietro e infilzò Koopa № 2 con una spada: il sangue iniziò a colare fuori velocementissimamente. Egli guardò la serva; dal suo sguardo si poteva capire benissimo che volesse dire: “Solo noi siamo in grado di curarti. Quindi ora sei costretta a lavare i nostri piatti. Se scappi, sei morta: il taglio che ti ho applicato non ti farà fare più di cinque passi da questa cucina. Se ti allontani di più di cinque passi, il tuo cuore esploderà. Quindi mettiti a pulire i piatti.”

    Bowser era di nuovo in camera, con Larry e Iggy. Per sbaglio, prima di chiudere la porta, rovesciò sullo zerbino una scatoletta di puntine per bacheche. Chiunque avesse deciso di avventurarsi nella sua camera avrebbe poggiato il proprio piede su quello zerbino: nessuno entra in una stanza senza prima zerbinare. Quindi qualsiasi Koopa avrebbe, al 100%, calpestato quelle puntine appuntitissime.
    Il sovrano era seduto sul divano, rivolto verso la finestra che dava sul palazzo presidenziale di Kamek, e aspettava il ritorno di Koopa № 2.
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    Mentre Koopa № 2 sputava il tè, Bowser si coperse con la faccia di Iggy, la quale si riempì di bolle. Iggy, essendo il figlio di Bowser, era simile al padre. Per questo la serva pensava che fosse la faccia di Bowser quella piena di bubboni come quelli che le riempivano la lingua. In verità, come tutti sappiamo, era il faccione Iggynese. Bowser gettò il Bowserotto da parte e, come già esplicato precedentemente, si mise a punturare e scoppiare le bollicine riempienti la lingua della serva.
    Il sovrano, poi, ascoltò la traduzione di Koopa № 2, e fece una faccia amichevolmente schifata – immaginatevi tipo una smorfia accompagnata da un sorriso.
    «No, era più corto,» il suo sorriso si allargò, mentre sollevava la testa con fare pieno di scherno, «non può essere quello… “Ŀŀěŏ Ê̌ Ğåŷ”… Significherà tipo “Leo è gay”. Non che sappia chi sia ’sto Leo. Sicuramente uno molto gay. Che poi, sinceramente, uno come questo Iggy qua mica è in grado di presentare un’attenta analisi della società…»

    Koopa № 2 era andata ad acquistare il pranzo. In quella stanza c’erano solo Bowser, Larry e Iggy.
    «Quindi, mostriciattolo,» sentenziò Bowser, «pensi che io abbia sbagliato a tirarti fuori dall’uovo? Ti rimetto dentro se vuoi eh! Anzi, dato che hai dei pensieri da suicida, ti farò soffrire ancora di più: ti farò restare in vita, piccolo scemo.»
    Bowser gli staccò il guscio, il quale venne lanciato contro il muro. Dal guscio ammaccato uscirono le forbici di Taedonggang, che il sovrano afferrò immediatamente e nascose nel proprio, di guscio.
    Iggy, essendo così stupido, si dimenticò subito dell’offesa infertagli. Anzi, si dimenticò pure delle parole da depresso che aveva pronunciato prima (i.e. “Ŀŀěŏ Ê̌ Ğåŷ”). E si dimenticò persino del risentimento che provava nei confronti di Bowser. Quello era il suo babbo! E lo amava tantissimo.
    «Vero, hai ragione», fece il sovrano, decifrando (correttamente) il significato di quel bagliore che aveva iniziato ad illuminargli gli occhi.
    «Iggy, Bowser IX è il migliore, vero?» chiese Larry, saltellando sul posto.
    «ṧi̋!» (i.e. “sì”) rispose Iggy. Il suo cervello era configurato in una maniera tale da rendere inaccessibili tutte le cose a cui aveva pensato, ma che poi aveva dimenticato. Quindi, dopo essersi dimenticato dell’odio che provava nei confronti di Bowser, non sarebbe mai più potuto tornarvi. Per lui, l’odio nei confronti del sovrano era diventato in-con-ce-pi-bi-le.

    Bowser ignorò le pietanze comprate da Koopa № 2 e ruggì ferocemente.
    «Ti avevo detto di andare a prendere del cibo già preparato dal mercato umido di Magwihalmŏm! E tu che diamine fai? Vai ad acquistarmi del cibo in scatola? Chi le mangia queste schifezzuole preconfezionate! Sicuramente non il sottoscritto!»
    Arrabbiato, lanciò la scatola mezza aperta contro la faccia di Koopa № 2: il metallo tagliente le aveva sicuramente sfigurato il volto. C’era probabilmente del sangue che, tuttavia, si confondeva con il contenuto rossastro che era tutto fuoriuscito dalla scatola, imbrattando la faccia della Koopa.
    «Vai in bagno a pulirti, porco UltraKyurem. E spero che possa presentarti per pranzo. Ci troveremo al ristorante dietro all’hotel.»
    Bowser afferrò Larry e Iggy, entrambi obbedientissimi, e si precipitò nell’ascensore.

    Il ristorante dietro all’hotel si affacciava su una strada percorsa da tram. Serviva cibo bowseriano o, meglio, una terribile imitazione di esso. Anche gli arredi tentavano di emulare l’aspetto dello stile Sbausea, ma con delle inevitabili contaminazioni orientali.
    Seduto di fianco alla finestra, Bowser vedeva solo i piani più bassi dei palazzi che attorniavano la via asfaltata e tramvaiata. Larry e Iggy si abbuffavano, anche se riuscivano a capire la qualità infima di quel cibo “bowseriano”.
    Come già detto prima, Bowser vedeva i piani […] e non mangiava. Koopa № 2 l’aveva deluso: si aspettava il cibo buonissimo del mercato umido di Magwihalmŏm, ma davanti a lui c’era solo un deludentissimo piatto di “Sbronzer” (che Bowser preferiva non chiamare così per non offendere il vero Sbronzer).
    Bowser aveva già intenzione di relegare quello “Sbronzer” a Koopa № 2 ma, dato che era abbastanza incavolato con lei, decise di sputarvi dentro e mescolarlo per bene con un cucchiaio che non rispettava minimamente i canoni cucchiàici di IsolBowser.
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    I tubi di Mario possono essere sia grandi che piccoli. Mini Mario può entrare in entrambi, ma Mario normale può solo accedere a quelli grandi, essendo troppo grosso per entrare in quelli piccoli. Lo stesso vale per i laser: se un laser riesce a distruggere una cassaforte resistentissima, allora sarà sicuramente in grado di maciullare anche i morbidissimi tessuti componenti una piccola Koopa serva. Invece un laser in grado di sminchiare il corpo di una creatura vivente (teniamo come esempio sempre la piccola Koopa serva), non necessariamente può penetrare una cassaforte a prova di scasso.
    Quindi come Koopa № 2 aveva fatto ad evitare quel precisissimo sistema kamekkese non lo sa nemmeno Bowser I. Ma tanto a Bowser I non gliene frega un fico secco, dato che Koopa № 2 non ha fatto altro che maledirlo per tutto il tempo. Non è carino!
    La Koopa si ripropose in formato fisico davanti al sovrano, consegnandogli le forbici. Erano passati solo cinque minuti… Ma alla fine che cosa ne sa del tempo una servaccia di cinque anni? Figuriamoci: quei piccoli sporchi mostriciattoli non sanno neanche fare le addizioni più semplici, cosa volete che ne sappiano del fatto che i minuti siano composti da sessanta secondi… Koopa № 2 pensava che fossero passati cinque minuti perché l’orologio indicava le 12:05. Giustamente, seguendo la sua logica bambina, siccome 12:05 termina con un 5, dovevano eSsErE pAsSaTi CiNqUe MinUti. In verità la stupidissima serva era partita alle 11:30, quindi di minuti n’eran passati 35. Ma questo lei non lo poteva sapere, perché era solo una bambina sporca e depensante.
    Bowser afferrò le forbici arrabbiatissimo e squadrò Koopa № 2, come se intendesse dire: “Dopo io e te faremo i conti… Ora devo aprire l’uovo di Iggy, anche se sono passati 35 minuti e, sicuramente, sarà morto.”
    Miracolosamente, però, Iggy era ancora vivo e vegeto. Vivo sì, vegeto non tanto.

    2QYK396
    Tipo così, ma Koopa

    «Iggy, che cosa ti ha fatto questa stramaledetta serva de’ mie’ stivali?» urlò Bowser preoccupato.
    Iggy Koopa si mise a tossire, e vomitò la tazza di tè. Fu in questo momento che Bowser capì che quel tè, preparato da Koopa № 2, era la causa dell’istupidificamento di Iggy Koopa.
    «Questa me la pagherai! E la punizione per contrappasso è l’assunzione di grandi quantità dello stesso tè che mi hai preparato!»
    Questo tipo di punizione era super umiliante. Per esempio, se prepari un piatto schifoso, la punizione per contrappasso stabilisce che devi papparti grandi quantità dello stesso piatto. Se uccidi un altro Koopa, allora devi ucciderne altri cento come punizione. (No, in questo caso non funziona così; il contrappasso dovrebbe consistere nell’uccisione tua da parte di qualcun altro.)
    Bowser andò in soggiorno e iniziò a bollire l’acqua. Aprì dieci bustine di tè e ne rovesciò il contenuto direttamente nel bollitore. Poi buttò cucchiaiate su cucchiaiate di zucchero Kuupa (anche lui aveva sbagliato) nell’acqua teinata in ebollizione e, dopo aver aspettato due minuti, prese il bollitore e ne rovesciò tutto il contenuto rovente in bocca alla Koopa.
    «Papi, Ŀŀěŏ Ê̌ Ğåŷ!» farfugliò Iggy con la bava che gli colava viscidumosamentissimamente dalla bocca storta.
    «Scusa, non riesco a capirti», rispose triste il sovrano. «Koopa № 2! Deciframi ciò che ha detto Iggy Koopa e, se il contenuto del messaggio non mi piace, ti rovescerò ancora più tè in bocca!»
    La bocca della serva era tutta ustionata; il sovrano le applicò della pomata mentosa sulla sua lingua e, con i suoi artigli, fece scoppiare delle sacche piene di pus che si erano formate a causa del tè bollente così violentemente rovesciatole in bocca.
    «Ah, dopo aver tradotto tutto, va’ al mercato umido di Magwihalmŏm e compra de’ cibi già pronti che posso addentare, ché mo’ so’ ’ffamáto.»
  11. .
    Male male male! Io riesco a descrivere in centoventisette righe l’atto di sorseggiare il tè. Tu avevi tantissime cose di cui avresti potuto parlare: i sentimenti di Koopa № 2 durante la preparazione della bevanda kamekkese, i suoi pensieri durante il risucchio dei liquidi amniotici… C’era un mondo da poter descrivere! E, invece, sforni questo pasticcio senza senso…

    Ecco la tua punizione: non potrai scrivere per 1 turno!

    Bowser si annoiò talmente tanto che iniziò ad assopirsi. Era ancora seduto sul bordo del letto, con in mano la tazzina di tè su cui, a intervalli regolari, soffiava soavemente. Prima di bersi quel liquido avvelenato, però – come già detto – s’assopì. Si era addormentato durante uno dei momenti in cui i sacchi amniotici si chiudevano; la sua mano, mollicciatasi, fece cadere l’intera tazzina, con dentro il tè mischiato a zucchero di Kuupa, nel sacco amniotico di Iggy.
    Quella era l’ottava volta. Quella più importante. Perché dopo l’ottava volta le due creature sarebbero riemerse dai rispettivi sacchi. Non era di certo il momento migliore per inserirvi dentro una bevanda avvelenata.
    I due sacchi iniziarono ad illuminarsi, e sullo schermo comparve la seguente scritta: “Aspettare 8 ore”.
    Bowser, risvegliatosi a causa di quel bagliore, disse a Koopa № 2 di fare la guardia, e si mise sotto le coperte. Sprofondò in un sonno pesantissimo lungo otto ore.

    Il giorno dopo uno strale di sole s’insinuò nelle palpebre del sovrano, facendolo svegliare bruscamente. Guardò fuori dalla finestra il panorama di Magwihalmŏm: gli autobus pieni di Koopa percorrevano le strade prive di semafori; molti magwihalmŏmesi camminavano di fianco alle loro biciclette e conversavano co’ compari; alcuni lavoratori strappavano manualmente l’erba dai prati che attorniavano le vie asfaltate. Il sovrano girò la testa e vide che i sacchi amniotici, luminosissimi, si stavano quasi per aprire.
    All’improvviso, da uno dei due sacchi, uscì un Larry Koopa uguale a quello disegnato da Bowser. L’uscita comportò un ingente rovesciamento di sangue misto a liquido amniotico su Koopa № 2. La piccola era abituata fin dalla nascita a succhiare liquidi per ore, ma non era abituata a riceverli così sul corpo. Specialmente se si trattava di un liquame in grado di far andare in cancrena i tessuti che toccava.
    Il nuovo Larry si mise a tossire; la tosse aumentò sempre di più, finché non vennero vomitati litri e litri di una melma composta da sangue, vomito di meconio (quindi verde) e liquido amniotico semisolidificatosi in una sostanza simile a del moccio filante. Tutto questo vomito, ovviamente, finì su Koopa № 2, imprigionandola in un appiccicoso strato di lerciume maleodorante.
    «Ehi Larry!» esclamò Bowser commosso.
    Larry era felice di rivedere il babbo; pertanto gli saltò tra le braccia e iniziò a piangere di gioia. Il capello gli era caduto prima del viaggio a Kameklandia: quel Larry, quindi, non conservava nessun ricordo dei piani razzisti di Iggy e delle vicende susseguitesi in prigione.
    Iggy, per via di quella stramaledetta tazza piazzata da Koopa № 2 per mezzo di Bowser, non riusciva ad uscire dal sacco amniotico. Bowser dovette avvicinarvisi e, con un dito artiglioso, lacerare la membrana del suddetto involucro. Il liquido iniziò a colare fuori lentamente: era particolarmente vischioso. Bowser dovette premere il piede sul sacco, facendo schizzare quel disgustoso liquame negli occhi di Koopa № 2. Sentì immediatamente un respiro soffocato: oh no! senza il liquido amniotico, Iggy stava soffocando nel proprio sacco! C’era bisogno di liberarlo al più presto!
Bowser corse in soggiorno e tornò con una motosega. La azionò e si mise a motosegare l’involucro che, tuttavia, in quei pochi secondi che gli ci erano voluti per andare ad afferrare l’oggetto segante, si era seccato, diventando più duro del cemento armato.
    Lo schermo iniziò a lampeggiare; il sovrano lesse ciò che c’era scritto sopra con una voce che più tremante di così non si può: “Solo le forbici Taedonggang possono aprire un sacco amniotico seccato! Nel Paese in cui ci troviamo ora, esistono solo tre esemplari di queste forbici. Il primo si trova a Magwihalmŏm, nel palazzo presidenziale di Kamek; il secondo si trova nella biblioteca pubblica di Ŭiju, mentre il terzo si trova nei sotterranei dell’hotel di fronte al palazzo presidenziale di Kamek (a Magwihalmŏm).”
    Dopo aver letto questa parte, il sovrano guardò Koopa № 2 e scandì le ultime due righe sullo schermo: “Recuperare le forbici Taedonggang e aprire il sacco amniotico indurito. Avete dai 10 ai 15 minuti di tempo, prima che il Koopa contenuto all’interno muoia per asfissia.”
    «Forza, serva! Vai a trovare quelle forbici! E hai solo dieci minuti! Sbrigati, oppure incolperò te per la morte del Bowserotto Iggy Koopa!»
    Bowser spinse bruscamente Koopa № 2 fuori dalla porta e gliela richiuse in faccia. Poi tornò davanti allo schermo e premette sulla scritta “hotel di fronte al palazzo presidenziale di Kamek”. Gli si presentò davanti un’altra descrizione, accompagnata da immagini parecchio esplicative: “I sotterranei sono pieni di telecamere che, oltre a mandare i video di eventuali intrufolatori direttamente ai computer della sorveglianza nazionale, sparano anche un laser in grado di dividere a metà una cassaforte resistentissima. E questi laser non mancano mai il bersaglio.”

    Bowser Junior Punizione revocata, dato che sei l’unico giocatore. Sarebbe stata valida nel caso stesse giocando anche l’altro concorrente. Ma, come ben sappiamo, lui in questo momento si trova in un mega-ban.
  12. .
    Bowser guardò una Koopa № 2 dei pasticci disegnante e stringhe di caratteri senza senso scrivente. Decise di rimanere sul letto e non dire niente, nonostante la scena fosse altamente commentabile. Ma che sfigata doveva essere? O, meglio, colui che la comandava doveva essere molto sfigato: gli era appena stata presentata la possibilità di riappropriarsi del vero Iggy, e ha deciso di sprecare la sua opportunità con un omino disegnato alla cacchio?!
    Bowser aveva intenzione di correggere tutti gli errori di Koopa № 2 una volta rimpossessatosi del macchinario, ma la stupidina glielo aveva consegnato con il lavoro già inviato. A Bowser iniziò a salire il fumo dai bassifondi del corpo fino alla di esso sommità, ovverosia la testa. Che mostriciattola irresponsabile! Chi le ha detto di in-vi-a-re un pasticcio del genere? E ora il macchinario come acciderbolina le interpreta quelle schifezze astratte?
    Bowser si erse in tutta la sua imponenza; scese dal letto, e si piazzò davanti alla servaccia. Ruggì fortissimo; la prese; la appallottolò tutta, e la scaraventò contro un armadio pregiatissimo.
    «Questa è una punizione, se non l’hai capito. Questi disegni fanno davvero cagare! E anche tu fai cagare, senza offesa. Anzi, con offesa. Ora vammi a preparare del tè kameklandese. Le bustine dovrebbero essere sul tavolo in soggiorno. Va’ a bollire dell’acqua e metti la quantità di zucchero che più mi s’adegua. Dovresti sapere quanto zucchero mettere: tutti i servi sono a conoscenza della quantità di zucchero da mettere nei tè destinati al sottoscritto.»

    Dopo aver chiuso Koopa № 2 fuori dalla camera da letto, Bowser guardò di nuovo lo schermo dell’aggeggio ultratecnologico. Sopra c’era scritto: “Processing: 15%”. Nell’angolino in basso a sinistra c’era un piccolo pulsante touch che recitava: “Annulla”. Senza pensarci due volte, il sovrano schiacciò su “Annulla” e gli si ripropose davanti la schermata di prima, completamente immacolata e senza i disastri dell’inetta.
    Bowser usò con perizia il pennino, sfruttando al massimo la tavolozza di colori sopra in cima al riquadro. Finì i disegni abbastanza velocemente, dato che era un artista molto dotato.



    Una volta inviati i disegni, Bowser richiamò Koopa № 2 e le disse di stare di fronte a lui (che era lì seduto sul lettone), mentre il macchinario stava elaborando tutti i dati.
    Il processing arrivò fino al 100%, e l’aggeggio, inizialmente di dimensioni abbastanza ridotte da poter essere tenuto facilmente in mano, iniziò ad ingrandirsi sempre di più, con componenti meccaniche che si districavano con scatti veloci.
    Dopo due minuti di trasformazioni, l’oggetto tecnologico era diventato una vasca, con dentro due sacchi amniotici bagnaticci. Bowser lo mise sul pavimento moquettato ai piedi del letto e rimase fermo, in attesa di eventuali istruzioni.
    Lo schermo, che si trovava sulla parete della vasca che era rivolta verso Bowser, s’illuminò; su di esso comparve la seguente consegna: “Bucare i sacchi amniotici ogni due minuti e succhiare fuori il liquido contenuto in essi. Si prega di farlo con la bocca, anche se ciò vi farà andare in cancrena le labbra. Se il liquido non è stato succhiato fuori correttamente (i.e. non con la bocca), il macchinario esploderà. Dopo aver svuotato i sacchi amniotici del loro liquido, il buco aperto sulla loro superficie si richiuderà e, in circa due minuti di tempo, i sacchi si ri-riempiranno dello stesso liquido. A questo punto ripetere la procedura descritta qui sopra. Ripetere tutto finché le creature all’interno dei sacchi non si risvegliano. Solitamente bisogna ripetere la procedura 8 volte.”
    Bowser, dopo essersi accorto che quella becera ignorante di Koopa № 2 non sapeva leggere, spiegò per filo e per segno le istruzioni sullo schermo, e poi le ordinò di forare i due sacchi amniotici e succhiarne fuori il liquido. Ovviamente lui non l’avrebbe fatto: non voleva che le sue labbra reali si cancrenassero!
    Il sovrano si affacciò sulla vasca e si accorse con orrore che i due sacchi contenenti i feti di Iggy e Larry stavano per scoppiare: all’interno di essi si poteva vedere molto chiaramente che il disgustoso liquido sanguigno, mischiato a cacca e pipì, stava disperatamente cercando una via d’uscita, premendo pericolosamente contro le pareti trasparenti delle sacche.
    «Su, sbrigati, serva!» urlò preoccupato Bowser, dandole delle forbici e guardandola come se volesse dire: “Succhia quel liquido oppure ti sbatterò di nuovo contro l’armadio!”
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    Bowser Junior Ma ci sei o ci fai? Non ho bypassato un corno: la bomba ha creato un campo elettromagnetico anti-scambio perché non volevi che io tornassi nel corpo di Bowser mentre mi uccidevi Iggy e Larry. Però ciò non significa che non possa riappropriarmi di Bowser in seguito all’esplosione della bomba: se non c’è più nessuna bomba, allora si annulla anche il suo cAmPo eLetTrOmAgNetİcO.

    «Per me una zuppa di Calamako, una torta di fragole e cinque salviette pulisci-tutto da portare con il cibo.»
    Il cassiere indicò Bowser Jr. e guardò Bowser, cercando di trattenere una megarisatona. «Haha e questa qua che cosa vuole? Perché ha ordinato delle salviettine? Mica ci sono sul menù… Ehi, carina,» disse rivolgendosi alla piccolina, abbassando di colpo la voce, «qui ordini le cose che ci sono sul menù. Non è che vai in un ristorante e dici: “Vorrei un pomodorino e una sedia su cui sedermi!” eh! Comunque ti daremo le salviettine», concluse, guardando la Koopa e tirando fuori da sotto il bancone le salviette da lei richieste.
    Bowser guardò l’erede al trono con disprezzo: era questo che gli fece cambiare idea su di lei. Il fatto che avesse ordinato delle salviette come se fossero un piatto nel menù era la causa dell’imminente sbattimento di pietanze su di lei da parte dell’imbestialito sovrano.

    «Ho finito... mi dispiace... per la storia della tazza... ho capito che…»
    «Hai capito cosa?» chiese Bowser, pappandosi l’ultimo pezzo di budino di Phyŏngsŏng e gettando a terra la forchettina di plastica. «Su, parla! Hai capito… cosa
    Ma la frase di Koopa № 2 rimase acefala (o, meglio, ácoda, ossia “senza coda”), con quell’ultima enunciazione, “ho capito che…”, rimasta incompiuta come un feto abortito.
    Bowser s’imbestialì, ma cercò di imbestialirsi dentro e non fuori (i.e. non darlo a vedere) e, pertanto, s’imbestialì tutto dentro. Fuori, rimase a guardare con un volto apatico la Koopa № 2 piangente.
    «Vi siete calmato sovrano? O devo fare qualcos’altro?» disse poi la Koopa, cercando di sorridere, ma facendolo in maniera rivoltantissima. (Immaginatevi una persona piangente che cerca di sorridere per far vedere che non c’è nessun problema: questo non fa altro che dare l’idea opposta, cioè che sì, qualche problema c’è eccome.)
    «Sì, serva», sibilò Bowser come una serpe, «sono sereno, senza sopraccapi… Stanne sicura.»

    Erano le 2:56 del mattino. Eh sì, che giornata intensa e piena di avvenimenti! Era arrivato il momento di dormire. Prima di sistemarsi sul letto, Bowser si tolse il guscio. Rovistò all’interno del suo carapace spinato, finché le sue dita artigliate non incontrarono qualcosa di familiare. Sembrava un capello… Gli occhi del sovrano iniziarono a riempirsi di lacrime, mentre teneva davanti a sé un capello blu e uno verde intrecciati tra di loro. Erano appartenuti a Larry e a Iggy. Non quelle copie made in China di quella dimensione, uccise in quello stupidissimo attentato di qualche ora prima. Erano il Larry e l’Iggy della dimensione magica, quella che era stata distrutta dall’onda annichilatoria. A Bowser venne un fortissimo nodo alla gola, mentre ripensava ai due figli che aveva cresciuto con così tanto amore… In quella nuova dimensione, egli si sentiva spesso incompreso e voluto male. Nessun altro (oltre a Koopa № 2, ma chissene di quella lì) aveva vissuto le sue stesse esperienze. Il Re dei Koopa provò una sensazione nostalgica dolorissima, che lo colpì dritto al cuore.
    Bowser prese Koopa № 2, che aveva relegato sullo zerbino davanti alla porta, e la piazzò di fronte al suo lettone sofficissimo. Mise i due capelli in un apparecchio tecnologico (non magico) che si era portato dietro dall’altra dimensione e sullo schermo comparvero delle scritte minutissime.
    «Ok, non mi aspetto che tu capisca, serva», iniziò Bowser, seduto sul lettone con l’aggeggio davanti a sé che gli illuminava il volto. «Praticamente, con questo macchinario qui, posso far rivivere due tuoi vecchi amici. Iggy e Larry. No, non i dementi che sono morti oggi – sto parlando di Iggy e Larry dell’altro universo. Il macchinario li ricreerà con tutte le memorie intatte (fino al momento in cui sono stati persi questi due capelli).»
    Bowser sollevò l’ingegnosa creazione, la quale aveva un aspetto molto tecnologico, ma inantichito da delle iscrizioni runiche bowseriane, che erano lì probabilmente per conferire un aspetto mistico al manufatto. Per i più curiosi, ecco che cosa recitavano le rune: “Ѿ гостѧты къ васильви. ѥжє ми отьць даѧлъ и роди съдаѧли, а то за нимь.” Probabilmente non siete riusciti a capire un corno. Non preoccupatevi: neanche Bowser ha capito, dato che di rune non ne sa un fico secco.
    «Ecco, l’unico problema è che questo aggeggio ricrea solo la mente. Il corpo lo dobbiamo fare noi. Il quesito è: ricreiamo Larry e Iggy cercando di farli il più simile possibile alle loro controparti morte durante l’ondata annichilente? Oppure creiamo dei corpi completamente nuovi? Ci penserai tu, dato che sei una serva. Io starò sdraiato sul letto ad osservarti.»
    Bowser passò il macchinario a Koopa № 2 e le diede un pennino. Lo schermo luminoso presente su di esso, quindi, doveva essere touch. Sopra c’era scritto: “Disegna i corpi dei Koopa che vuoi che vengano ricreati. E, sotto ad ogni disegno, descrivi le caratteristiche principali che vuoi dar loro in tre frasi.” Sotto la consegna, c’erano due riquadri – uno per ogni Koopa da far rivivere. E, sotto ai due riquadri, c’erano due caselle di testo in cui si dovevano inserire le descrizioni.
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    Koopa04 Ma che maniere! Ma dico! Cos’è questa parte cortissima? E poi l’altro universo non esiste più. Ovviamente non te la conto, screanzato. Punizione: non puoi scrivere per 7 turni. Esatto: 7 turni. È una punizione gravissima e devi vergognartene. Vai a piangere, piccolo stupido scemo!
    Bowser Junior Sgrido anche te perché non si possono creare personaggi nuovi e super potenti così alla ca*zo di cane. Scusa per la parolaccia ma te la meriti eh!

    Iggy e Larry, purtroppo, morirono in quello stupidissimo attentato terroristico. Ora che erano morti (e, quindi, la bomba era esplosa), il timer anti-scambio non c’era più. E, infatti, l’host di questo gioco usò la tattica dello scambio per dare a Bowser Junior Bowser Jr. e a se stesso Re Bowser.

    Bowser Junior Sei scemo perché hai cercato di uccidermi ma, essendo l’host, io non posso morire. L’unica cosa che hai fatto è uccidere il tuo personaggio e quello di Gabriel. Che peccato: io volevo ridarveli dopo questa parte! Invece ora siamo solo in due... Chissà cosa darò a Koopa04 al suo rientro...

    Dato che sono rimasti solo due personaggi, e questa role ha tre giocatori, per i prossimi sette turni l’host e il giocatore № 1 dovranno cercare di trovare un personaggio per il giocatore № 2 che, in questo momento, si ritrova giustamentissimamente bloccato.
    Bowser vide che Iggy e Larry erano morti e si mise a piangere fortemente. Oh no: i suoi due figli prediletti erano schiattati! L’intelligentone era diventato un debole (perché i morti non hanno forza, perciò sono deboli), e anche l’altro (che cosa faceva? ah sì, giuocava a tennis) si era sdebolato (id est, morto).
    Bowser pianse, pianse e pianse; dopodiché andò a prendere del cibo kameklandese d’asporto dal ristorante all’ultimo piano, portando con sé Bowser Jr.
    «Che cosa volete?» chiese il Koopa alla cassa, con un mega sorriso dentato.
    Bowser si guardò intorno: il ristorante era di forma circolare – probabilmente era uno di quei ristoranti che, di sera, girava su se stesso, dando una panoramica di 360° sulla città – ed era riccamente decorato in una reinterpretazione moderna dello stile Reonarŭdo. Il locale appariva elegante e raffinato: le pesanti decorazioni dell’antico stile kameklandese erano state sintetizzate con un gusto semplice molto più contemporaneo, producendo degli interni di stampo quasi internazionale, ma con quel persistente tocco di oriente che li rendeva così caratteristicamente kameklandesi.
    «Io vorrei una zuppa di pinne di Pesce Smack, un piatto profumatissimo di pollo piccante con sopra la famosissima salsa di Magwihalmŏm. Come dolce, invece, preparatemi un budino di Phyŏngsŏng. Tu che cosa vuoi, carissima?» chiese a Bowser Jr., accarezzandole la testa.

    Bowser era di nuovo nella sua camera, al decimo piano. Sistemati sul tavolo, c’erano i contenitori con dentro il buonissimo cibo preso dal ristorante all’ultimo piano. Il sovrano iniziò ad aprirli lentamente: ogni contenitore, una volta aperto, sprigionava un odore buonissimo. Quello con la zuppa di pinne di Pesce Smack rilasciò un profumo caldo ed equiparabile ad un abbraccio, con una nota acidula che rendeva il tutto esotico e accattivante. Quello con il pollo piccante riempì l’aria con il suo distinguibilissimo sapore starnutente, ammorbidito dal sofficissimo e avvolgente effetto dell’indescrivibilmente fantastica salsa di Magwihalmŏm. Prima di aprire il contenitore con il budino di Phyŏngsŏng, Bowser scoperse la scatoletta con dentro il cibo ordinato da Bowser Jr. Anch’essa arricchì l’atmosfera della camera con il suo squisito profumo.
    «Bene,» disse il sovrano, guardando Bowser Jr., «siamo rimasti solo noi due. E allora festeggiamo! So che devi essere molto affamata. Perché anch’io sono molto affamato; quindi, di conseguenza, debbi esserlo anche tu!»
    Bowser afferrò tutte quelle vaschette piene di cibo buonissimo e le lanciò contro la povera Koopa (indifesa, tra l’altro).
    «Sai cosa significa? Tu sei l’unica, oltre a me, che viene da un universo parallelo. Io ho deciso di salvare la tua vita! E tu che diamine fai? Vai a fare la spia perché hai rotto una tazza con sopra il faccione del presidente? Sai cosa ti dico? Ora servimi! E non ti chiamo più “Bowser Jr.”: non sei degna di questo appellativo. Ti chiamerò nuovamente Koopa № 2.»
    Bowser guardò quella buonissima zuppa di Pesci Smack che, partendo dalla testa della serva, scendeva a mo’ di cascate lungo il suo corpo, fino ad arrivare alla raffinata moquette kameklandese, macchiandola tutta quanta. Il pollo, tutto spiaccicato in faccia alla povera Koopa, sembrava un pasticcio di carne frullato. La salsa, invece, aveva mancato Koopa № 2 ed era finita contro la finestra. Il budino di Phyŏngsŏng si trovava ancora nella scatoletta, la quale venne aperta meticolosamente dal sovrano e il cui contenuto venne lentamente assunto con una forchettina di plastica.
    «Su, inizia a pulire, brutta serva», disse il sovrano, facendo un gesto con la forchetta in mano e masticando distrattamente il budino di Phyŏngsŏng.
    Koopa № 2 non si sarebbe potuta lamentare: era nata in un ambiente in cui non le era mai stata insegnata l’arte del lamento. Il suo cervello non aveva neanche la concezione del lamento: per lei, la vita consisteva solo in un continuo dire di sì ed eseguire gli ordini. Era impossibile per lei ribellarsi: questo termine, semplicemente, non faceva parte del suo vocabolario.
  15. .
    CITAZIONE (Koopa04 @ 4/5/2020, 18:50) 
    Dopo che Larry venne portato nella sala operatoria, Bowser morì di arresto cardiaco.

    Sono ar-rab-bia-tis-si-mo! Non puoi comandare i miei personaggi in questa maniera, Koopa04 !! Adesso vi punirò. Vi punirò entrambi (perché anche Bowser Junior non è che sia un angioletto). Leggete prima la mia parte; poi ci sarà uno spoiler in fondo da aprire con le nuove condizioni. VIETATO sbirciare prima di aver letto la mia parte!

    Bowser vide, con sommissima felicità, che Larry si era tutto ricomposto. Intonò le prime note de “Il canto dei vittoriosi” (una canzone popolare bowseriana nata durante la Grande guerra bowseriana) e poi, saltando in aria e applaudendo due volte con i piedi prima di ritornare a terra, annunciò: «Cantate insieme a me!»
    Danzando con braccia, piedi e torso, il sovrano si mise a cantare: « ♩Siamo bowseriani! ♫ Siamo fighi! ♪ Siamo i campioni del mondo! ♬ Siamo sexy! La♭! E la♮! E poi la♭ di nuovo! E poi la ♯, ma che più ♯ di così non si può! ♩Siamo de’ vincenti, la♭ la♮ la♭ e la ♯! ♫ Siamo bowseriani!»
    Bowser, dato che si sentiva molto buono, tirò fuori dal guscio un aggeggio tecnologico (tecnologico, non magico), e lo usò su di Larry, trasformandolo in un Koopa tutto muscoloso e tutto intelligentissimo. Poi lo usò anche su Iggy e su Arrotino, rendendo il primo muscoloso e intelligente e rendendo Arrotino, purtroppo, morto. (Infatti questo aggeggio ha la capacità di ammuscolire ed intelligentare la persona sulla quale viene usato, ma c’è anche l’effetto collaterale dell’uccisione.)
    Il sovrano, al quale non garbò l’improvvisa morte del Bowserotto, spaccò in mille pezzi l’aggeggio tecnologico. E nel suo guscio non c’erano più altri aggeggi tecnologici da poter usare!

    Ma ciò non lo preoccupò più di tanto: afferrò Larry e Iggy e li riportò all’hotel, dove inizio a preparare, con le sue manone, degli involtini di primavera. Poi li ficcò in bocca ai due Bowserotti e iniziò a parlare di robe profonde.
    «Sai che le piramidi più antiche sono state costruite a Goombalandia? I Goombaztechi sono stati i primi a farle», disse con tantissima sicurezza, anche se i Goombaztechi erano una popolazione del XIV secolo. «Vero, le piramidi dei Goombìnca, molto antiche», continuò, pensando che i Goombaztechi e i Goombìnca fossero la stessa popolazione, anche se quest’ultima era a 4.717 km di distanza dai Goombaztechi e si era sviluppata in un’epoca totalmente differente. «Sai che il bowseriano antico è la radice di tutte le lingue moderne? Tutto, ma proprio tutto, è basato su di esso. Iggy, ma cosa ti studi il koopalandese antico! Senza il bowseriano antico non capirai una cippa!»
    Poi Bowser si mise a ballare la famosa danza del Koopa sgusciato: era un antico rituale bowseriano in cui era necessario il toglimento del guscio. Il sovrano se lo levò con nonchalance e, poi, lo sollevò sopra di sé, agitando i fianchi e producendo una cantilena incomprensibile: «𐀢 L’in- 𐀙 -no so- 𐀔 -vieti- 𐀛 -co ma 𐀊 col si 𐀽 bemol- 𐀘 -le! 𐀜»
    Per sbaglio, con il sedere, schiacciò un pulsante che attivò la telecamera. E, per via di un complicatissimo cortocircuito, la sua immagine non apparve nella centralina della videosorveglianza, ma venne proiettata su uno schermo gigantesco nella piazza principale di Magwihalmŏm. Un’importante manifestazione militare presieduta dal presidente stesso venne interrotta dalle raccapriccianti immagini di un Bowser ballante tenente in mano il guscio e cantante parole nonsense come: «𐀒 La ci- 𐀨 -viltà 𐀏 india- 𐀫 -na si 𐀿 svilup- 𐀓 -pò nel- 𐀃 -la val- 𐀎 -le del- 𐀉 -l’Indo 𐀗 perché 𐀟 A S I A . M E R I D I O N A L E 𐀪»
    Arrivò Bowser Jr., che diede sia a Larry che a Iggy un biscotto super energizzante che avrebbe ulteriormente sviluppato la loro massa muscolare. La disciplinatissima erede al trono, poi, accese la TV, e subito comparve il corpo nudo di Bowser, accompagnato da una voce arrabbiatissima che narrava il fallimento dell’esercizio militare kameklandese.
    Tutto questo non venne visto da Bowser, che finì il suo ballo quando in TV veniva già trasmesso tutt’altro, ossia una soap-opera kameklandese con fini politicamente pedagogici.

    Bowser Jr., intanto, fece cadere un bicchiere con sopra il faccione sorridente del presidente Kamek. L’oggetto si frantumò in maniera rovinosa.
    «Oh no! Devo andare alla reception!» urlò spaventata, con le lacrime agli occhi.
    «No, porco l’arrotino, tu NON ci vai!» rispose il sovrano, terrorizzatissimo. Cose del genere a Kameklandia non si potevano fare. «Ora nasconderò questi cocci, e speriamo che i bidelli non se ne accorgano!»
    Troppo tardi: Bowser Jr. aveva già afferrato ciò che rimaneva del bicchiere e uscì dalla suite presidenziale.
    Bowser, arrabbiatissimo per via della sconfinata onestà dimostrata dalla piccola, le piombò addosso e afferrò i cocci del bicchiere che teneva in mano. Bowser Jr. si ribellò mordendogli il braccio, ma il sovrano le ficcò una mano in bocca e, sempre seduto su di lei, cercò di sistemare l’ex bicchiere nel suo guscio. La presa a mo’ di ventosa esercitata dal guscio, però, si era allentata per via della danza del Koopa sgusciato: il conchiglione spinato si staccò, rivelando un Bowser sgusciato seduto in maniera alquanto compromettente su Bowser Jr.
    A peggiorare le cose ci fu il guscio di Bowser Jr. che, schiacciato dall’immane peso del sovrano, si spaccò in trentasette pezzettini. La piccola Koopa alzò il braccio per massaggiarsi la parte sensibile esposta alla moquette e ai cocci appuntiti di guscio, ma Bowser, interpretando il suo gesto come un tentativo di schiaffarlo, morse il braccio di Bowser Jr.
    Una Koopa della reception, salita fino al decimo piano per controllare che cavolo di arrotino stesse facendo Bowser (l’avrà visto in TV), vide quella scena e si mise a gridare fortissimo.
    Bowser corse verso di lei, tutto nudo, e la zittì con una zampata. (Non la zittì temporaneamente: l’aveva uccisa, quindi zittendola per sempre.) Poi afferrò Bowser Jr. e tornò in camera.

    «Speriamo non ci catturino… A quanto pare sono nei guai, per colpa di ’sta piccola impertinente…» disse il sovrano a Larry e a Iggy. «Meno male che voi due siete intelligenti e muscolosi ora. Potrete proteggermi in caso avessi bisogno di aiuto.»
    Intanto – questo Bowser & Co. non lo potevano sapere – alcuni investigatori kameklandesi, in corridoio, trovarono un pezzo del bicchiere rotto da Bowser Jr., con sopra un occhio che riconobbero subito come il sacro occhio di Kamek il Presidente. Analizzarono le impronte digitali e scoprirono che il bicchiere era stato rotto da Bowser Jr. Erano incavolatissimi: chi poteva trattare così il loro unico e inimitabile Kamek? Gli investigatori si diressero verso la porta della stanza di Bowser: l’avrebbero aperta da un momento all’altro.
    «Larry,» disse Bowser con fare ispiratorio, «tu eri quasi morto. Ma poi sei diventato fortissimo. E anche intelligentissimo. E lo stesso vale per te, Iggy. Prima eri solo un nerd squilibrato e spilungone. Adesso, invece, sei un figo della madonna! Voi due potrete proteggere me e la damigella in pericolo», concluse indicando con disprezzo Bowser Jr.
    All’improvviso la porta venne sfondata dai detective kameklandesi. Avevano un’aria incavolatissima.

    Ok, ecco i grandi cambiamenti. Bowser Junior comanderà Bowser; Koopa04 riceverà Bowser Jr., e io farò Larry e Iggy.
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