Metamorfosi (The Castle V)

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    Quasi divino (ma Bowser è meglio)

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    <<in quel breve periodo che ci siamo conosciuti, ho adorato passare quel poco tempo che avevo a disposizione con te... Mi mancherai, Ann, davvero.>>
    Il silenzio che tornava dopo quel dolce messaggio di addio non sembrava incutere disagio, anzi, era perfetto per poter dedicare una preghiera e scambiare gli ultimi sguardi di affetto. Sembravano una tenera famigliola, pronta a sostenere un membro che da lì a poco sarebbe svanito nel nulla tramutandosi in anima libera, come un uccellino. La vista di una giovane koopa albina si offuscava sempre di più e lentamente il suo corpo andava a svanire, tramutandosi in piccole e luminose particelle che sparivano dopo aver raggiunto un certa quota nell'aria, spegnendosi e sparendo. Il corpo della debole fanciulla era sparito, così come i visi di quei koopa che l'accerchiavano, divenuti tristi.

    Un risveglio notturno, avvenuto tra le coperte di un soffice letto dalle pulite lenzuola giallo paglierino. Priscilla non grondava di sudore ma piccolissime perle di sudore si sparpagliavano sulla sua fronte, spazzate subito via dal dorso della mano della koopa dai capelli blu. Era visibilmente perplessa e anche triste. Non capiva il motivo di quel sogno che sembrava averle fatto vivere un'avventura; non capiva perché si sentiva triste ma una risposta certa l'aveva. Poteva essere per quella fragile koopa albina dal suo stesso nome?
    Si lasciò andare, cascando a peso morto con la schiena che toccava il materasso, ancora pensante e incuriosita da quel sogno che, in fondo, aveva definito bello e fantastico seppur triste. Sì, poteva esserne rimasta perplessa ma le era piaciuto.

    La luce mattutina filtrava dalle persiane semi chiuse che coprivano il grande oblò della della stanza di Priscilla. Lei era già in piedi, di fronte allo specchio per asciugarsi il viso appena lavato e fresco. Quel giorno, la nave sarebbe arrivata a Koopalandia, lo stesso luogo ove il sogno era ambientato.
    "Sarà tale e quale a quella del sogno?" si chiese, passandosi l'indice sotto il mento per pensare. Non ricordava molto, metà dei ricordi del sogno erano improvvisamente spariti dalla sua testa. Fece spallucce e uscì dalla stanza per andare a fare colazione. Prima di entrare si sistemò il ciuffetto di capelli color blu che le copriva l'occhio destro, per poi entrare con un sorriso smagliante.
    <<buongior...>>
    Il suo sguardo ricadde sulla zia più giovane, totalmente cambiata rispetto al giorno prima. Capelli corti, castano naturale, e occhi arancioni come il tramonto. Cosa le era preso?
    <<life... I capelli>>
    La zia ridacchio, come onorata se qualcuno avesse notato il suo piccolo cambiamento, per poi risponderle con un sorriso a fior di labbra.
    <<avevo bisogno di questa piccola ritoccata, nulla di che.>>
    Priscilla camminò verso la sedia accanto alla zia Death, senza smettere di contemplare il nuovo look di Life che non disprezzava ma trovava strano, dopotutto la zia adorava i lunghi capelli bianchi che aveva e non capiva cosa l'aveva spinta a cambiarli. La koopa dai capelli blu fece spallucce, aspettando l'arrivo degli altri.

    Edited by Mördålicka - 27/8/2017, 16:03
     
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    Non mi soffermo troppo a descrivere Koopalandia che l’abbiamo descritta già un miliardo di volte nelle nostre role xD

    Finalmente la nave era approdata. I Bowserotti erano felici di essere arrivati nella moderna Koopalandia. Koopambrosinus, il precettore di Bowser Jr., ammirò gli alti grattacieli: preferendo mete più tradizionali e più cariche di storia, il vecchio Koopa non aveva mai visto uno scenario del genere. La capitale di IsolBowser impallidiva di fronte ai mastodontici edifici di Koopalandia.
    “Finalmente… Koopalandia,” fece Ludwig, al fianco di Priscilla. “Da quando sei arrivata quel giorno a CastelBowser, non ho fatto altro che cercare di farti vedere i lati migliori del nostro mondo, e sentirmi orgoglioso del mio pianeta.”
Iggy fece un cenno al Bowserotto: era arrivato il momento di inserire la frase clou. Ludwig allora si schiarì la voce e disse: “Ma niente è bello quanto te.”
    Dalla vergogna afferrò un mappamondo che era lì vicino e lo sbatté sul pavimento. Iggy continuava a poggiarsi il palmo della mano sulla fronte. Ludwig allora gli afferrò il braccio e lo piegò all’indietro. “Ti avevo detto che non avrebbe funzionato…” sussurrò con un tono di voce neutrale tradito però dalla sua posa da esperto di arti marziali orientali (e dal braccio del fratello che stava quasi per spezzarsi come un bastoncino di legno).
    “Ma Ludy…” ansimò Iggy, “tu devi dire qualcosa di carino, altrimenti lei non riuscirà mai ad avvicinartisi! Ho fatto dei calcoli e delle attente analisi al comportamento dei Koopa come animali sociali…”
    “Non chiamarmi così!” urlò il Bowserotto. “Io sono così come sono. Serioso. Ed è questa mia personalità che attrae. Non ascolterò mai più i tuoi consigli.”
    Kamek picchiò sia Ludwig che Iggy (a CastelBowser i Bowserotti venivano educati attraverso le botte, e quelle di Bowser erano molto più pesanti delle carezze del Magikoopa). “Ok…” disse, dopo aver silenziato i due fratelli. “Siamo finalmente arrivati a Koopalandia. La terra delle opportunità. E il luogo dove si trova il nostro tesoro.”
    Tutti ormai sapevano che cosa fosse quel tesoro. Era Bowser Jr., rapito da un’associazione segreta di Koopa che voleva indebolire la Dinastia Bowseriana. Però l’argomento era di una tale gravità che il solo nominarlo era tabù. Ecco perché bisognava ricorrere a termini come “tesoro” et cetera.
    Il Magikoopa era visibilmente triste. Ma Koopambrosinus lo era di più: lui che aveva allevato Bowser Jr. sin dalla sua nascita. L’aveva visto crescere sotto ai suoi occhi e l’aveva orientato al modo giusto. Quanto poteva essere fragile la vita!
    Il gruppo uscì allo scoperto e immediatamente l’aria afosa di Koopalandia investì tutti. Gli occhiali di Iggy si appannarono. Era solo primavera, ma l’aria afosa rendeva comunque la vita nella città quasi insostenibile. Tuttavia, ciò non tolse ai viaggiatori la sorpresa, la meraviglia e la sensazione di essere piccole formiche davanti a quei grossi grattacieli, costruiti apposta per dimostrare che il Koopa tutto può.
    I Koopalandesi non erano consapevoli dell’arrivo di quei membri della famiglia reale di IsolBowser: sembrava che Bowser avesse comunicato loro di non fare nessuna parata di benvenuto o accoglienza ufficiale. Quel viaggio, la ricerca di quel tesoro, dovevano passare quasi completamente inosservati.
    Comunque molti Koopa, accortisi della presenza di quel particolare gruppetto, si stupirono. La voce divulgò comunque. Quelli più coraggiosi si avvicinarono di più, gridando parole in Bowseriano, oppure cercando di ottenere autografi.
    “Sei sempre stato il mio idolo…” fece un Koopa tutto brufoloso, con gli occhiali. Naturalmente stava parlando con Iggy: “Io… Io ho studiato la matematica sin da quando avevo due anni. Mi firmi questa calcolatrice?”
    Mentre Iggy firmava qui e là, Ludwig, freddo com’era, ignorava tutte le richieste di autografi.

    In uno scadente albergo là vicino c’era un giovane Koopa. Non sapeva come fosse finito lì: si sentiva stranamente vuoto, ma non sapeva che cosa avesse provocato in lui questo deprimente sentimento. Osservava i Koopa che camminavano fuori dalla finestra: così tante vite diverse che s’incrociavano brevemente con la sua, prima di allontanarsi di nuovo da lui. Così tante storie che non avrebbe mai conosciuto… Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione, tanto da farlo uscire dalla sua modesta abitazione. Prima, però, si tirò il cappuccio in testa. Non poteva essere riconosciuto, altrimenti sarebbe finito di nuovo nei guai.
    Il vuoto dentro di lui si ricolmò all’improvviso. Vide una Koopa dai capelli blu. Era uguale a qualcuno che aveva visto in precedenza, anche se non riusciva a ricordarsi il suo nome.
    Avanzò verso il gruppo di IsolBowser, proprio quando alcune guardie di Koopalandia stavano allontanando i più curiosi. Anche lui venne bloccato, ma in quel momento si ricordò all’improvviso del nome della ragazza.
    “Priscilla!” urlò. Era sicuro che fosse lei. Teneva ancora il cappuccio abbassato, ma era sicuro che ella l’avrebbe riconosciuto.
     
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    Era esattamente come la ricordava, come era nel sogno che quella notte l'aveva svegliata per il triste finale. Grattacieli alti che le toglievano il fiato, erano belli esattamente come nel sogno. Si fece scappare un flebile wow, senza discostare lo sguardo dalle imponenti strutture.
    <<finalmente… Koopalandia, da quando sei arrivata quel giorno a CastelBowser, non ho fatto altro che cercare di farti vedere i lati migliori del nostro mondo, e sentirmi orgoglioso del mio pianeta. Ma niente è bello quanto te.>>
    Alle parole del bowserotto, in risposta Priscilla aveva solo detto un semplice "Oh..." ma, al commento finale del koopa, le sue guance si dipinsero di un leggero colore rosso che coprì timidamente con le mani, sorridendo e ringraziandolo del complimento che aveva anche sviato i suoi pensieri riguardo al sogno. Priscilla non se lo aspettava proprio, così come non si poteva immaginare lo strano comportamento della sorella che aveva assistito a quella "smielata" scenetta che i suoi occhi avevano osservato. Fece una faccia schifata mentre teneva le braccia conserte e gli occhi socchiusi.
    <<insane, non me l'aspettavo da te...>>
    <<e io non mi aspettavo tale com->> La sorella si bloccò all'istante, rendendosi conto anche lei che quel comportamento non era del suo carattere. Non capiva neanche lei cosa le fosse preso. Si scusò, girandosi dall'altro lato imbarazzata mentre la sorella, dopo il richiamo, aveva rivolto l'attenzione su Kamek che menava i due fratelli che stavano litigando.

    <<siamo finalmente arrivati a Koopalandia. La terra delle opportunità. E il luogo dove si trova il nostro tesoro.>>
    Ormai anche Priscilla aveva capito che quello che cercavano era Junior e la rattristiva vedere il povero precettore triste per quella perdita. Lo comprendeva, dopotutto lei aveva perso i genitori e se avrebbe perso anche le zie, la sorella, Kamek che l'aveva aiutata tantissimo, Bowser e i figli, l'animo le si sarebbe distrutto in milioni e leggeri pezzetti. Si avvicinò al precettore del principino e poggiò la mano sulla sua spalla, sorridendo sinceramente.
    <<troveremo il tesoro, costi quel che costi>>
    E alla fine di quelle parole dei gruppetti si avvicinavano per parlare e chiedere autografi al gruppo. Dovevano essere tanto apprezzati. Qualcuno però catturò l'attenzione della giovane koopa. Un koopa incappucciato che aveva già visto. Egli si trovava dietro le guardie e quando pronunciò il nome della ragazza, ella capì di chi si trattava.
    Priscilla fece per avvicinarsi ma la mano della zia Death che si era poggiata sulla spalla di lei la trattenne mentre delle calme parole uscivano dalla sua bocca.
    <<cara, dobbiamo andare...>>
    <<s-sì...>>

    Prima di iniziare a incamminarsi verso l'hotel ove il gruppo avrebbe alloggiato, Priscilla diede un ultimo sguardo al koopa, come se volesse dirgli di seguirla senza farsi vedere dagli altri. Sì, Priscilla aveva assolutamente bisogno di parlargli, come aveva necessità di raccontare il sogno alla zia e chiedere a Kamek se sapeva qualcosa a proposito della Sfera Dimensionale.
     
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    Il sovrano

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    Ma veramente il gruppo si dirige verso un hotel? Haha, questo non mi sembra di averlo mai detto :’) Anche perché la situazione è così grave che non c’è tempo per stare a Koopalandia (intendo la città) ancora un giorno! Ma va bene così. Wendy non c’era, giusto? Ora la metto lo stesso perché uàinot xD


    Sempre più poliziotti si misero a difendere il gruppo di IsolBowser dai curiosoni di Koopalandia. Anche se Bowser aveva chiesto di non accoglierli ufficialmente, alla fine un intervento da parte del dipartimento di polizia si era rivelato necessario. Dopotutto erano ospiti importanti!
    L’hotel era ormai a pochi passi di distanza. Si trovava di fronte all’infinita distesa di mare e aveva alle spalle quella foresta di acciaio e cemento che era il centro di Koopalandia. Natura da una parte, artificio dall’altra.
    Mentre Kamek provvedeva alle camere che aveva già prenotato la settimana precedente, Koopambrosinus parlava in silenzio a tutti i presenti nella pulitissima hall dell’albergo: “Allora… Stiamo a Koopalandia un giorno, poi ci addentreremo all’interno del continente per trovare il tesoro. Kamek ha una mappa magica che ci indicherà la posizione del nostro obiettivo.”
    “Ma…” fece Iggy, “è inefficientissimo stare in questo albergo quando possiamo partire tutti insieme… E subito, soprattutto! Invece stiamo qua a perdere tempo!”
    “Abbiamo bisogno di discutere e riflettere molto bene. Dobbiamo studiare i nostri piani di azione, altrimenti non riusciremo mai ad ottenere il tesoro!” ribatté Koopambrosinus. Poi continuò, con una voce calma: “Quindi… Adesso potrete fare quello che volete. Prima andate a vedere le vostre stanze,” erano le stanze migliori dell’albergo. “Spartitevele voi. Due persone per stanza. Decidete con chi stare, io non mi preoccuperò minimamente di questo. Poi potrete andare dove vorrete, ma non perdetevi. Se avete bisogno di denaro per i taxi ci sono io. È l’ultimo giorno di libertà prima della nostra grande avventura.”
    Arrivò Kamek, con le chiavi, che non erano altro che tessere magnetiche.
    “Ah,” aggiunse Koopambrosinus. “Ci vediamo stasera a cena. Così potremo discutere in silenzio. Siamo nel ristorante all’ultimo piano dell’hotel. Se non sbaglio Kamek ha già prenotato un tavolo per tutti noi.” Il Magikoopa annuì silenzioso: non vedeva l’ora di andarsene, così avrebbe potuto fare un po’ di shopping nel centro di Koopalandia!
    Wendy O. Koopa, che fino a quel momento non si era mai fatta notare, andò dalla zia e dalla sorella di Priscilla, e diede ad entrambe uno spintone. “Siamo rivali,” sussurrò, “perché Priscilla è amica mia. Solo mia.”

    Ludvig si era accorto del cenno che gli aveva fatto Priscilla prima di entrare all’hotel. Perciò si allontanò dal gruppo. Non doveva farsi notare nemmeno dalla polizia: era probabilmente ricercato in quel momento. Anzi, lo era di sicuro. Il giorno prima era stato catturato insieme a tutti i suoi compagni, e poi si era ritrovato improvvisamente da solo, al sicuro. Era sicuramente per merito del desiderio di Priscilla: a lei rimaneva ancora un desiderio. E Priscilla… dov’era? Era proprio quella ragazza che era entrata nell’albergo. Era stranissimo: dal suo sguardo sembrava che fosse la prima volta nella sua vita che poggiava piede a Koopalandia. Inoltre, ella era arrivata su una grandissima nave a crociera.
    Il giovane Koopa non capiva più niente. Poggiò la schiena contro il muro dell’hotel. Si trovava di fianco alla porta sul retro, dove c’era meno gente. Quel lato “oscuro” dell’hotel, perennemente in ombra per via dei grossi edifici che stavano di fronte, era poco visitato e spesso i giovani stavano lì a fumare. Sembrava uno di loro, anche se la sua vita era molto più piena di esperienze, sia tristi che felici.
    Guardò all’interno dell’hotel, attraverso la porta di vetro, per cercare di vedere Priscilla. Aveva bisogno di parlare con lei, per chiarire la gran quantità di dubbi che in quel momento affollavano la sua testa.
     
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3 replies since 25/8/2017, 00:16   87 views
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