Scrittori professionisti - Giudizio e punteggi

Concorso concluso!

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    Il sovrano

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    GIOCO ISOLBOWSER - SCRITTORI PROFESSIONISTI



    Ormai, dopo due mesi (ricordatevi che tutto è iniziato il 7 di settembre, con come prima pausa il 7 di ottobre e come fine il 7 di novembre... PS: il 7 di dicembre è il mio compleanno ù.ù) questo concorso è finalmente giunto al termine! È durato decisamente meno del Diario di un Koopa, ma sono sicuro che i risultati saranno ancora più eccezionali, strabilianti, mozzafiato, straordinari...!
    Questa volta hanno consegnato in quattro su sei. Un risultato niente male! Non ci sarà alcun sondaggio: ho già fatto una classifica, e sarà quella ufficiale. Inoltre i giocatori saranno classificati con Scrittore professionista o Scrittore dilettante. Gli scrittori dilettanti solo coloro che hanno ricevuto meno di 75 punti su 100. E, mi duole dirvelo, abbiamo ben 2 scrittori dilettanti qui.
    Ora basta parlare! Leggerete le storie dei vari giocatori, e anche il mio verdetto. Se volete protestare fate pure, anche se credo che la mia classifica sia priva di sfaccettature...

    Ultimo posto: Lord Fawills:
    TOTALE: 0/100(mi dispiace, però è assurdo che tu non mi consegni un testo di 60 pagine e 25000 parole, come tu stesso mi hai specificato; ti ho pure detto di consegnarmi ciò che hai scritto fino a quel momento, ma non l'hai fatto, quindi ho dei dubbi sull'esistenza della tua storia... una grande delusione!)

    Quinto posto: Wendy:
    TOTALE: 0/100 (in teoria sei allo stesso livello di Lord, però non sono particolarmente deluso da te perché sei stata offline per più di un mese, al contrario del concorrente sovrastante, che è stato online fino all'ultimo momento, riempiendo il sottoscritto di false speranze e accordi inutili; però c'è una cosa che mi fa imbestialire non poco: quando ci si iscrive si ha una responsabilità, e non portarla a termine dice molto della personalità di qualcuno...)

    Quarto posto: NSM:
    La grafica è ottima, ma anche il tuo stile non è niente male. So che ti sei impegnato perché non ci vuole poco a creare una pagina di diario del genere, con tanto di immagini e francobollo. Gli errori sono pochi, forse devi rileggere di più il testo per trovare eventuali sviste nei tempi verbali e nei congiuntivi.
    Grammatica e ortografia: 85/100 (bravo, perché hai curato gli accenti, attenzione a non cambiare troppo i tempi verbali e ricordati del congiuntivo).
    Originalità del testo: 50/100 (bravo, mi sembra strano che dopo 25 anni Bowser continui ad essere innamorato di Peach, ma capita; inoltre Bowser ha avuto Peach con sé per così tanto tempo, prima che Mario venisse a salvarla, e ha aspettato di confessare tutto in una lettera 25 anni dopo xD? Però avresti potuto sviluppare un'interessante scena come ha fatto invece Bowser and Peach).
    Qualità dello stile di scrittura: 90/100 (ottimo, le tue similitudini e descrizioni sono ben studiate e anche piacevoli da leggere, come per esempio “il mare negli occhi”; mi è piaciuta molto la parte finale).
    Grafica: 100/100 (questa ci voleva, però xD)
    TOTALE: 75/100, scrittore professionista, bravo!
    Regno di Bowser, 7 Novembre 2014
    Cara Peach, so che questa lettera da parte mia può sembrarti un po' strana, ma volevo "parlarti" di una cosa che non ho mai avuto il coraggio di dirti: voglio spiegarti il perché dei miei rapimenti che vanno avanti ormai da 25 anni. Forse lo hai capito, forse no... Il fatto è che sono innamorato di te, ma essendo un cuore freddo non sono mai riuscito a dirtelo a parole. I tuoi capelli dorati, il tuo mare negli occhi, il tuo vestito color pesca, come il tuo nome... Tutto mi piace di te. Ricordi quando ci incontrammo nella piazza del Fiore di Fuoco? Per me fu amore a prima vista, ma quando scoprii che tu eri la principessa fidanzata con Mario, l' idraulico del paese, mi sono rattristito ed ho iniziato a studiare piani via via più malvagi fino a quello di rapirti. Ti chiedo scusa se a volte ti ho fatta spaventare, ma ti ricordi anche i bei momenti che abbiamo insieme quando ridevamo e scherzavamo? Spero tu comprenda il mio amore. Vorrei che il mio sogno si realizzasse e che questa lettera rimanga custodita, oltre che in un archivio, nel tuo cuore. Sai che non sono un grande scrittore, ma spero che nel mio piccolo sia riuscito a suscitarti qualche sentimento. Ti amerò sempre. Tuo Bowser


    Cara Peach,
    so che questa lettera da parte mia possa (può) sembrarti un po' strana, ma volevo "parlarti" di una cosa che non ho mai avuto il coraggio di dirti: voglio spiegarti il perché dei miei rapimenti che vanno avanti ormai da 25 anni. Forse lo hai capito, forse no... Il fatto è che sono innamorato di te, ma avendo (essendo) un cuore freddo non sono mai riuscito a dirtelo a parole. I tuoi capelli dorati, il tuo mare negli occhi, il tuo vestito color pesca, come il tuo nome... Tutto mi piace di te. Ricordi quando ci incontrammo nella piazza del Fiore di Fuoco? Per me fu amore a prima vista, ma quando scoprii che tu eri la principessa fidanzata con Mario, l'idraulico del paese, mi ero (sono) rattristito ed ho iniziato a studiare piani via via più malvagi fino a quello di rapirti. Ti chiedo scusa se a volte ti ho fatta spaventare, ma ti ricordi anche i bei momenti che abbiamo insieme quando ridevamo e scherzavamo? Spero tu comprenda il mio amore. Vorrei che il mio sogno si realizzasse e che questa lettera rimanga custodita, oltre che in un archivio, nel tuo cuore. Sai che non sono un grande scrittore, ma spero che nel mio piccolo sia riuscito a suscitarti qualche sentimento.
    Ti amerò sempre.
    Tuo Bowser.

    wGJiQeR
    La tua grafica è così bella che mi vergogno a mettere quest'immagine come banner @_@


    Terzo posto: Kokoa:
    Qui vedo un po' più di errori rispetto agli altri testi, ma va beh ^^ Bisogna fare un po' di attenzione agli errori di battitura, e rileggere bene il testo. C'è solo un cambio brusco di tempo verbale, la parola "dove" è spesso usata quando non serve, non viene mai utilizzato il congiuntivo, così come il condizionale. Un po' più di attenzione sugli accenti (sé, sì) e sulle ripetizioni (di Koopa e del verbo "guardare").
    Per quanto riguarda la storia, posso dire che è ottima, anche ben formulata. Vedo solo due stranezze: la prima è la battuta di George. Squallida, direi xD ma a Bowser è quasi venuto da ridere. Nel senso, con l'isola bombardata e il figlio rapito, non si riderebbe così facilmente davanti alle battute squallide! Alla fine, a Bowser manca Elizabeta. Perché?? Se cinque mesi prima aveva pure provato piacere nel farla soffrire... E poi perché dopo la "tortura" di Elizabeta, la Koopa è sempre riuscita a portare Ludwig nella propria casa, e aspettare il secondo intervento di Bowser?
    Comunque la storia è molto dolce, sei riuscita anche a rendere bene le descrizioni. Mi dispiace per quella Koopa che ha perso marito e figlio, doveva proprio finire così? Sarebbe stato bello che Elizabeta capisse cos'abbia fatto di sbagliato, che si riprendesse dai traumi della vita...
    Grammatica e ortografia: 50/100 (c'è un errore grave, che è "comparse" al posto di "comparve"; alcune maiuscole sono scorrette, soprattutto quelle dopo i discorsi diretti, così come alcune minuscole all'interno delle virgolette; non ho contato Koopa errore, ma sarebbe meglio scriverlo con la K maiuscola).
    Originalità: 95/100 (oltre a quelle incongruenze, la storia è davvero bella, complimenti!)
    Qualità dello stile di scrittura: 80/100 (attenzione ai segni di punteggiatura, a volte le frasi sono davvero poco scorrevoli e troppo lunghe).
    TOTALE: 75/100, scrittrice professionista, complimenti!
    Bowser si svegliò nel suo caldo letto a baldacchino, all'undicesimo piano del lussuoso CastelBowser. Gettò uno sguardo all'orologio: erano le 7 del mattino. Insospettito dai vari rumori che venivano dall'esterno, si diresse verso la finestra e scostò le tende. Fuori il cielo era rosso per via delle bombe.
    Egli indietreggiò e andò a chiamare i suoi figli. Kamek comparve insieme a Kameka davanti alla porta della stanza del Re e cercò, invano, di tranquillizzarlo.
    “Vostra brutalità non si preoccupi! Abbiamo tutto sotto controllo!”
    “Sotto controllo? Kamek ti rendi conto di cosa c’è là fuori?”
    Bowser era spaventato e preoccupato, si stava ponendo così tante domande nella sua testa, voleva sapere il perché di quell’attacco, non ricordava di aver minacciato un regno o un Re. Perché quell’assalto inaspettato?
    Il Re correva, voleva vedere i suoi figli, voleva abbracciarli, rassicurarli, non voleva che li uccidessero, sarebbe rimasto solo con il rimorso di non aver fatto nulla per aiutarli . Il cuore gli batteva a mille, le lacrime gli scendevano giù per il muso, gli bastava già aver perso il padre, non voleva perdere altre persone a lui care.
    Arrivato al centro del corridoio, la prima cosa che fece fu chiamarli sperando che rispondessero.
    “Papà!” rispose uno. Un piccolo Koopa (koopa) si fece avanti correndo verso il Re dove, quest’ultimo lo prese in braccio stringendolo forte. Il cucciolo singhiozzava, le lacrime gli rigavano il viso, l’unica parola che riusciva a dire era ‘papà’. Bowser, mentre cercava di calmare quella creaturina spaventata, avanzava guardando dentro le stanze che si trovavano alla sua sinistra e alla sua destra. Il fedele Magikoopa (magikoopa) comparve (comparse) improvvisamente accanto al sovrano, aveva le braccia tese, voleva che Bowser gli passasse il piccolo per metterlo al sicuro,
    “Ci penso io sire, Kameka la sta aiutando a cercare gli altri!” gli disse e a quelle parole così sincere e rassicuranti, Bowser gli passò il piccino che tremava di paura.
    “Vado a cercare gli altri.” disse il Re che andò avanti, allontanandosi dal duo che lo guardava. Prima che Kamek scomparisse il Re lo chiamò e quando il si voltò vide Bowser sorridere, gli stava dicendo grazie solo con lo sguardo. Il mago ricambiò con un sorriso e strinse la mano al piccolo Koopa (koopa) che lo guardò con le lacrime agli occhi.
    “Andiamo Junior! Adesso tuo padre risolverà tutto!”
    “Tutto?” chiese il piccolo che riuscì a sorridere nonostante la paura non se ne fosse (era) andata.
    Kamek sorrise e agitando la bacchetta si teletrasportò, insieme a Junior, in un luogo più sicuro.

    Bowser continuò a cercare , urlando i nomi dei figli che purtroppo non rispondevano. Stava incominciando ad arrendersi, proprio quando gli mancava l’ultima stanza. Si fece forza e appoggiò la mano sul pomello dorato della porta, l’aprì e qualcuno lo abbracciò. Sentiva i singhiozzi continui del suo penultimo, sentiva le sue piccole braccia che gli cingevano il collo e per calmarlo, gli fece una carezza e ricambiò quell’ abbraccio. Tutti i suoi altri figli gli stavano attorno, l’unica figlia femmina, Wendy, non faceva altro che chiedergli “Papà, quando usciamo di qui?”. Bowser sembrava essere distratto, il suo sguardo era puntato sul primogenito (primo genito) che stava seduto su una sedia guardando un punto fisso della stanza. Voleva capire cosa avesse (aveva), voleva andare da lui per chiedergli "(?)figliolo, stai bene?"(') ma, stranamente, non gli venne quell’ istinto, era come se vedeva (vedesse) un (una) Koopa (koopa) che lo guardava minacciosamente. Lo guardò ancora e le uniche parole che gli uscirono dalla bocca furono
    “Ludwig, tu non vieni?”
    Il Koopa (koopa) strinse la mano (mono) che era poggiata al suo braccio e rispose con un flebile ‘sì’ (si). Il Re si alzò e andò verso il figlio dove, quest’ultimo si era girato un po’ più a sinistra per non vedere la figura del padre.(,) Bowser rise e poggiò la mano sulla spalla di Ludwig,
    “Andiamo?” gli chiese e il figlio si voltò tenendo la faccia abbassata. “Suvvia, perché fai così?” chiese ma non ricevette risposta.
    “Maestà! State bene? Siete ferito?”
    La voce di Kameka si fece sentire e la Magikoopa comparve accanto al sovrano. La fattucchiera si guardò attorno e, dopo aver guardato il Re, agitò la bacchetta magica.
    Bowser chiuse gli occhi e si sentì leggero, come una piuma. Aveva capito che era in mondo parallelo e non in quella stanza degradata;(,) si sentiva meglio, si stava per dimenticare di tutto quello che era accaduto ore fa ma, quando sentì una vocina che lo chiamava, si risvegliò. Junior era accanto a lui, era preoccupato come il resto dei figli che lo guardavano con la fronte corrugata.
    Sto (sto') bene, sto (sto') bene.” rispose lui e si alzò. Si ritrovò nella stanza del trono e si guardò attorno e, guardando dopo i sui bambini, notò che avevano abbozzato un piccolo sorriso.
    “… Magari avessi pure io tutti questi figli …”
    Quella non era la voce di Kameka o di Lily, nessuna delle due avrebbe mai detto una cosa del genere. Bowser alzò la testa e vide una Koopa (koopa)(,) alta, i capelli sembravano essere bianchi, i suoi occhi erano rossi e incutevano paura;(,) non sorrideva e camminava lentamente.(,) Pian (pian) piano si avvicinò al sovrano ed egli la guardò con sguardo interrogativo e allo stesso tempo affascinato. Era bella e la sua espressione, che pareva essere triste, la faceva sembrare tenera e Bowser si impietosì solo ad (al solo) osservarla.
    “Mi dica signorina …”
    “Elizabeta”
    “… Cosa ci fa qui nel mio regno? Come può ben notare ci sono grossi problemi, non credo sia ora di presentarci …”
    “Sono stata io a fare questo …” replicò velocemente lei e a quella risposta, il Re e i suoi figli rimasero sbigottiti. Era stata lei? Una Koopa (koopa) tranquilla che, dal canto di Bowser, sembrava fragilina e dolce?
    “Lei? È assurdo … Chi è veramente?”
    La Koopa (koopa) si avvicinò ancora di più al Re. Sorrise maliziosamente, la faceva sembrare ancora più adorabile di prima.
    “Sa il mio nome Re Bowser… cosa dovrei dir in più?”
    “Ovviamente perché hai attaccato la mia amata isola!”
    Questa volta Elizabeta fece un passo indietro e si avvicinò al trono del Re incominciando a toccare le pietre preziose incastonate nei braccioli.
    “Lei ha qualcosa che io non ho … sicuramente non me lo avrebbe dato se fossi venuta qui senza distruggere la sua isola così, ho deciso di attaccarla.”
    “Dolcezza, e lei che ne poteva sapere se le avessi detto sì (si) o no? Dico, mi faccia questa domanda..”
    “Va bene..”
    Elizabeta si avvicinò al Re e, portandosi le mani al petto, fece la domanda che doveva porgli.
    “Posso avere uno dei suoi figli?”
    “Cosa?!” chiese Kamek facendo scivolare gli occhiali per il balzo che aveva fatto quando la koopa fece la proposta. Faticava a crederci anche lui per quello che Elizabeta aveva detto . ‘Va bene che sei solo e desideri un piccolo da accudire ma dico, perché chiederlo al Re quando puoi benissimo adottarlo?’ pensò lui aggiustandosi gli occhiali
    “Mi sta (sta') prendendo in giro signorina Elizabeta? Io non posso darle uno dei miei figli, sono parte di me, non posso separarmene …”
    “Immaginavo una risposta del genere da parte sua Re Bowser, la comprendo pienamente …”
    “Mi scusi miss …” intervenne Kameka dirigendosi verso la koopa.
    “… Ma non può adottare un bambino invece di chiederlo al Re?”
    “Penso che questi cucciolotti siano teneri … e poi, solo uno di loro è l’erede al trono … che cosa fa insieme agli altri?”
    “Passo del tempo insieme a loro, cos’altro potrei fare?”
    Ludwig alzò il capo verso il padre e lo guardò come se volesse dirgli che, quello che stava raccontando, era solo una bugia. Elizabeta notò quello sguardo, così(,) si avvicinò al koopa e gli accarezzò (accarezzo) la guancia. Lui tremava per la paura, lei sorrideva impietosita dalla faccia che aveva Ludwig. Lo prese per le guance e lo mostrò a Bowser.
    “Lascialo stare, non chiedermi se puoi portati via Lud, io non te lo permetterò.”
    “Va bene, allora (Allora) … vieni a prenderlo, se ci riesci naturalmente!”
    Lei sorrise e scomparve quando Bowser stava per saltarle addosso. L’atterraggio non era stato dei migliori per il povero Re che, con difficoltà, riuscì ad alzarsi. Kamek e Kameka corsero per soccorrerlo ma Bowser li rinviò facendo dei gesti con la mano.
    Wendy si avvicinò al padre, e balbettando riuscì a formulare una frase.
    “P-papà, adesso c-cosa facciamo?”
    Bowser la guardò e poggiò la mano sulla sua spalla e la avvicinò a sé (se). “Salviamo tuo fratello!” rispose e guardò il paesaggio fuori dal castello.

    Elizabeta correva trascinandosi il povero Ludwig che non riusciva a starle dietro, sapeva che gli stava facendo male, ma doveva correre verso la base per ordinare ai suoi scherani di attaccare il castello del Sovrano.
    Quando Eliza era arrivata a destinazione, c’era solo una casa, completamente coperta dalla neve e con difficoltà riuscì ad arrivare alla porta.
    “Signorina Eliza, cosa ha fatto? Si rende conto di cosa si è portata dietro?”
    Sì (si), me ne rendo conto, non è una cosa fantastica?” sorrise lei mentre uno dei suoi sgherri la guardava con la bocca aperta.
    È (è) uscita di senno? Lei non può prendere il figlio del Re e portarselo via!”
    “Non ti preoccupare! Grazie alle bombe prestate dal signor K, tutto ci andrà liscio come l’olio!” rispose e andò al piano di sopra portandosi il Koopa (koopa) dietro. Il povero Koopa (koopa) si dette una forte manata in faccia e sospirò. Con un fischio, altri Koopa (koopa) si radunarono verso di lui formando un cerchio.
    “Come ho potuto notare, la nostra povera Eliza ha una rotella fuori posto..”
    “E ci credo, ti devo ricordare che gli è morto il marito e il figlio che stava per nascere?” ribatté uno spintonando gli altri compagni che mormorarono infastiditi.
    “Taci tu!” fu la risposta e quando stava per aprir bocca, Elizabeta entrò in scena facendo una risata che sembrava essere sadica.
    “Bene, ora possiamo andare..”
    I Koopa (koopa) presenti deglutirono e uscirono fuori dalla stanza con un brivido che percorreva loro (gli percorreva) la spina dorsale.
    Chi conosceva bene quella Koopa (koopa), avrebbe saputo (sapevano) che era pericolosa. Dopo la morte del marito e del (dal) figlio, la sua personalità cambiò radicalmente. Molti la conoscevano come una dolce Koopa (koopa) che amava i bambini ma, dopo l’accaduto, si era messa in testa che se lei non potesse (poteva) avere un figlio, non lo avrebbe potuto (poteva avere) avere nessuno. Ella aveva sempre ammirato il Re dei Koopa (koopa), ed era gelosa di lui;(,) spesso si chiedeva: ‘Perché lui ha dei figli e io no?’. Si arrabbiava spesso (speso), ogni volta che vedeva una madre che abbracciava il proprio figlio, c’era qualcosa in lei che la faceva diventare sadica. Una volta era finita in un ospedale di cura ma riuscì a scappare, molti pensavano (pensano) che avesse fatto (si sia fatta) fuori almeno venti dottori per riuscire a fuggire.

    Elizabeta marciava, con un sorriso poco pronunciato, verso il castello del Re. I suoi sgherri la seguivano senza proferir parola, era meglio non parlare, o si sarebbe imbestialita.
    Intanto Bowser, che aveva preparato il suo esercito, si sentiva pronto. Voleva riavere indietro suo figlio, si era ripromesso che avrebbe passato con lui tutto il tempo che libero che aveva a disposizione. Prima di prendere il binocolo che Kamek teneva in mano, guardò gli altri figli che osservavano l’orizzonte con il cuore che batteva a mille. ‘Giuro di essere un padre migliore’ pensò e prese il binocolo.
    La vedeva, vedeva Elizabeta e i suoi sgherri che avanzavano. Lei aveva ancora quel sorriso sadico e al solo vederlo Bowser rabbrividì.
    “Miei signori, siate spietati, non toccate la donna però. A lei, la voglio intera.”
    “Huhuhu!” fece un Koopa che si guadagnò un’occhiataccia da parte del Sovrano e una risata dell’altro soldato che gli stava accanto.
    “Era pessima George. Era pessima …” commentò Bowser che aveva trovato il versetto del Koopa (koopa) divertente, ma preferì non fare una risatina per mostrarsi serio. “Ora, avanzate soldati! Ricordate, la Koopa (koopa) non la dovete toccare!”
    Così detto, i soldati andarono verso la direzione dei nemici. Bowser era davanti e accanto a lui c’era Kamek insieme a Kameka.

    “Signora, ci siamo quasi.”
    “Ottimo”
    Elizabeta sorrise, era troppo sicura di sé (se). Quando alzò lo sguardo e vide il muso del sovrano indietreggiò.
    “E meno male che c’eravamo quasi Gino…”
    “E mi scusi, ho fatto male i calcoli!”
    “Idiota!” disse lei e tornò a guardare il Re. Si aggiustò il ciuffo dei capelli che le copriva la fronte e incominciò a parlare.
    “Mettiamola così Re Bowser… se vinco io, lei mi darà suo figlio, se vince lei, se lo riprenderà. Che ne dice? Si può fare..”
    “E mi pare Elizabeta… Ovvio che mi riprenderò mio figlio.” ringhiò (Ringhiò) il Re. Era un ringhio di minaccia ma Elizabeta si mise a ridere, come se volesse prenderlo in giro.
    “Che c’è? Trovi buffo il mio modo di ringhiare?”
    “Assolutamente no, Re Bowser, anzi, lo trovo abbastanza tenero!”
    “Che spiritosa…” ringhiò ancora una volta e prese il muso della Koopa (koopa) che fece una smorfia di dolore. Le stava facendo male e al solo vederla, Bowser sorrise. Gli piaceva a quanto pare farle male, ecco cosa intendeva per, 'lasciatela solo a me'

    ***



    Elizabeta era seduta sul suo letto, stava lavorando la maglia mentre Ludwig, anche lui sul letto della Koopa (koopa), le stava lontano ad una debita distanza. Lei lo guardò e al solo vedere che tremava gli fece scappare una domandina

    “Hai freddo?” chiese ma lui non rispose.
    In effetti, quel piccolo posto dove la Koopa (koopa) risiedeva, non era uno dei luoghi più caldi e molti Koopa (koopa) lì soffrivano solo per la temperatura. Nevicava sempre, il sole era sempre coperto dai nuvoloni grigi, i Koopa (koopa) non uscivano mai dalle loro case, già nelle loro case c’era freddo e di riscaldamenti non ce n’ erano.
    Elizabeta si avvicinò al Koopa (koopa) e gli avvolse la sciarpa che aveva preso dal comò accanto al letto.
    “So che non può servire a nulla ma almeno, il collo ce l’hai coperto.” disse (Disse) lei e quando stava per riprendere il lavoro che aveva lasciato, guardò il Koopa (koopa) che era rimasto ad osservare la sciarpa. Tremava ancora e Elizabeta, che era intenerita e preoccupata per lui (il Koopa), si avvicinò così a lui che cercò di allontanarsi ma, per sua sfortuna, aveva il muro dietro e non aveva via di scampo.
    “Sai, è un peccato che tuo padre non ti tratti come vorresti tu. Se fossi mio figlio, avresti tutto quello che ti serve, anche l’affetto che ti manca.”
    A quelle parole Ludwig la guardò e lei riuscì a mormorare qualcosa che riuscì a fargli fare un piccolo sorriso e quando Elizabeta lo vide si avvicinò ancora di più.
    “Veramente ti darei tutto l’affetto che vuoi, anche a me è mancato quando avevo la tua età. Mi dispiace soltanto fare questa guerra solo perché ti voglio accanto. Questo è egoismo e lo so, volevo soltanto provare a fare la mamma per qualche giorno …”
    Un botto fece interrompere la Koopa (koopa) che corse verso la finestra.
    Bowser era lì, la guardava minacciosamente e stava per parlare. Lei inghiottì a vuoto e indietreggiò intimorita e dopo aver guardato un’ultima volta il Re, uscì dalla stanza. Bowser credeva di ritrovarsela sotto con l’intenzione di arrendersi ma, invece, non c’era, era come se si fosse (era) volatilizzata.
    Ormai lei non aveva più nessuno per far farsi difendere, era rimasta sola e l’unica cosa che poteva fare era scappare, andare a cercarsi un nuovo posto dove stare. Bowser, anche se era poco convinto, entrò dentro la casa, quasi distrutta e si guardò attorno. Non vedeva suo figlio, così salì le scale e, attraversato l’uscio dell’unica porta che c’era, lo trovò sul letto, con gli occhi puntati su quella sciarpa color corvino che Elizabeta gli aveva regalato.
    Bowser sorrise, Ludwig lo guardò e quando sentì le braccia del padre che lo stringevano, non ne poté far a meno di ricambiare.

    5 mesi (Mesi) erano passati, IsolBowser si era ripresa rapidamente nonostante le bombe avevano devastato la maggior parte del territorio.
    Elizabeta era scomparsa e questo faceva star il Re dei Koopa (koopa) più tranquillo, ma gli sarebbe piaciuto poterla rivedere, in un certo senso, gli faceva pena.
    “Signore, secondo lei cosa starà facendo?”
    Bowser e Kamek erano sul balcone del palazzo che guardavano la città che si stava riprendendo poco a poco.
    “Non lo so Kamek, mi piacerebbe rivederla … solo per sapere come sta’”
    “Anche se ha fatto questo?”
    “Anche se ha fatto questo.”
    KUZSSPR


    Secondo posto: Bowser and Peach
    Brava come sempre! Nessuno sa descrivere le emozioni e i sentimenti come te. Poi tu ti muovi in un campo a te familiare, perché sei bravissima a pubblicare storie su ciò che Bowser pensa di Peach. Solo verso la fine, le frasi sono troppo lunghe, e le virgole troppo numerose. Così il testo non risulta troppo scorrevole da leggere e da comprendere. La cosa dei rapporti sessuali è un po' inopportuna. Solo una cosa mi pare strana: perché Bowser narra nuovamente ciò che è accaduto a Peach in una lettera? Nel senso, va bene quando si descrivono i sentimenti, ma quando si parla di eventi già accaduti al destinatario solo per informare il lettore (ad esempio quando Mario e Peach se ne vanno e Bowser dice quello che ha detto), la cosa perde un po' il suo significato.
    Ortografia e grammatica: 75/100 (ci sono alcune piccole incongruenze nei tempi verbali, nell'uso del congiuntivo e a volte “perché”, “affinché” vengono scritti con l'accento grave anziché con quello acuto, e mi pare di aver specificato che in questo contest non sono proprio delle “sottigliezze”; ma va beh, capita, a volte sono errori di battitura e complimenti!)
    Originalità del testo: 90/100 (nonostante la traccia ti abbia detto di descrivere solo i sentimenti che Bowser prova verso di Peach, tu sei riuscita a costruirci attorno un'intera storia; tralasciando i sentimenti e le emozioni, che sono egregiamente descritti, anche le vicende dei rapimenti ricalcano fedelmente le trame dei videogiochi, che spesso vengono distorte per le necessità dello scrittore).
    Qualità dello stile di scrittura: 75/100 (la prima parte è ottima, la parte finale è purtroppo poco scorrevole, con frasi lunghe e virgole inutili; ci sono alcuni errori di battitura).
    TOTALE: 80/100, scrittrice professionista, complimenti!

    Cara Peach,
    Come stai? Spero che tu stia vivendo delle belle esperienze nel Regno dei Funghi. Sarò molto contento quando saprò che gioisci, che ti emozioni e che governerni (governerai) il tuo piccolo, ma amato Stato serenamente e sempre con un sorriso sulle tue piccole labbra a cuore.
    Come ben saprai, mi sono allontanato da te perché (perchè) mi sono reso conto che per colpa mia hai sofferto tanto, mi sono accorto che rapendoti, hai parlato poco con me, e quelle rare volte che mi hai rivolto la parola, spesso pregavi le stelle affinché (affinchè) Mario arrivasse e ti salvasse, ma più frequentemente (frquentemente) mi urlavi.
    Hai gridato frasi che in quei momenti non riuscivo a capire, in quanto innamorato folle di te, non realizzavo che ti stessi opprimendo (opprimevo) e che lentamente ti stessi rovinando (rovinavo) la vita. Dicevi che volevi essere lasciata in pace, che Mario è sempre stato molto più gentile di me, e mi ricordo perfettamente (prefettamente) quella frase che mi hai detto in lacrime durante il giorno che mi ha cambiato la vita: "Non ne posso più di te! Mi tratti come se fossi la tua schiava! Non ti voglio più vedere, stupida bestia!"
    Ed è stato in quel momento in cui mi sono reso conto che ho sbagliato tutto con te, da quando mi sono innamorato di te durante la Fiera delle Stelle, a quel momento.
    Mi sono reso conto che ti ho trattata esattamente come un mio soldato, forse peggio, come la mia prostituta, sebbene non abbiamo mai avuto dei rapporti sessuali.
    Ho ripensato a tutte le volte che ti trovavi costretta a cucinarmi le torte, che eri forzata a darmi dei baci che non volevi darmi, che dovevi badare a mio figlio Junior e a quella bugia che gli ho detto fin da quando era in fasce, che tu eri sua madre. Recentemente gli ho detto la verità, ma lui non si è arrabbiato, anzi, mi ha ringraziato. Mi ha detto che ho cercato di crescerlo con una figura femminile che lo volesse bene come una madre vera.
    Ho ancora vividamente in mente il momento di cui ti ho parlato prima, quello che è riuscito a cambiare almeno parte del mio caratteraccio da burbero ed egoista Re dei Koopa.
    Ti abbracciavo e ti stringevo, come se tu fossi stata in una stretta di ferro. Ti lamentavi, e con tutto il fiato che avevi, mi hai detto che non riuscivi a respirare e a muoverti, ma io non capivo, cominciando a baciarti ininterrotamente, i tuoi sentimenti, lesi e disperati di una principessa stufa di essere trattata malissimo.
    Ti stringevo senza ascoltare i tuoi mugolii, fino a quando hai cominciato a piangere, dicendomi tra le lacrime: "Non ne posso più di te! Mi tratti come se fossi la tua schiava! Non ti voglio più vedere, stupida bestia!"
    Quella frase è rimbombata nella sala del trono del castello, la stanza in cui ci trovavamo, per dei secondi che sembravano ore, se non giorni.
    Ho guardato il tuo sguardo disperato e ti ho lasciato andare, e sono corso verso camera mia. Inizialmente non ho capito il motivo per cui non ho reagito sentendo quella frase, ma rivendendo nella mia mente il tuo viso delicato in lacrime, ho ripensato a tutto quello che ti ho fatto fino a quel momento, quelle cose che ti hanno fatto soffrire, quelle azioni di un egoismo che non riuscivo a percepire, di un amore dichiarato male
    Mi sono guardato allo specchio e sono scoppiato in lacrime, insultando pesantemente verso il mio riflesso che come una scimmia, imitava perfettamente la mia postura.
    Poco dopo sono tornato nella sala del trono, con te, aspettando Mario, che è arrivato quasi subito.
    Quella sarebbe dovuta (doveva) essere una battaglia finale, ma così non è stato.
    Mi sono (ero) accorto che non sono mai stato il partner ideale per te: Mario è riuscito a fare breccia nel tuo cuore salvataggio dopo salvataggio, facendoti innamorare di lui con il suo coraggio, con la sua determinatezza e i suoi sentimenti incondizionati (icondizionati) verso di te.
    Ho guardato l'idraulico, con il suo solito sguardo fiero e sicuro di sé (sè), quello che sfoggia prima di ogni battaglia, e ho notato te, con il tuo sguardo timoroso, ma speranzoso allo stesso tempo.
    Non riuscivo più a combattere e ho detto al tuo futuro marito che poteva tornare a casa con te e vi ho fatto (feci) gli auguri di una vita duratura e serena.
    Mi avete guardato stranamente, ma guando vi siete resi conto che ero sincero, avete cominciato a uscire, lentamente, dal castello, e quel giorno ho visto per l'ultima volta quegli zaffiri che hai al posto degli occhi, malinconicamente, ma sicuro di aver fatto la cosa giusta.
    Sono passati due mesi da quel giorno, e da noi, a Castel Koopa, non è successo niente di rilevante. Ci siamo solamente difesi, a suon di truppe di Goomba e di Tipi Timidi, da un attacco da parte di Fagiolandia, ma niente di più.
    Ma i miei sentimenti per te non sono mutati: ti amo ancora con passione, ma a differenza dei mesi scorsi, cerco di non interferire più sulla tua vita, non voglio farti soffrire ancora, ma vorrei parlare con te almeno una volta, sei libera di rispondere solo se te la senti. Sono a coscienza di quello che ti ho fatto e mi sono promesso di non farti più piangere, ma se nel caso mi arrivasse la tua risposta, la leggerò come se fosse la Bibbia e la conserverò come se fosse una reliquia.
    E con questo ti saluto e ti faccio gli auguri per l'ormai imminente matrimonio con Mario e questa volta mi ritrovo a ripetere una cosa che vi ho detto in passato: spero che abbiate una bella vita di coppia, duratura e indissolubile.
    Detto ciò, ti saluto(,) con amore,
    Bowser
    uuQ2m2J


    PRIMO POSTO: BlueGame
    Ottimo lavoro! Credo che tu sia uno di quelli che si sono impegnati di più per il contest. Hai creato molta suspence, e hai fatto vincere Bowser su un nemico totalmente imprevisto (parlo del suo carattere). Mi è sembrato quasi di leggere un romanzo. Ottimo anche l'avvicendarsi dei diversi contesti (da una parte le vicende di Bowser, dall'altra quelle di Mario e Luigi). Oltre alle “è” maiuscole (che adesso sai come si fanno), vorrei soffermarmi di più sulla parte finale poetica. È fatta molto bene, anche molto scorrevole e di facile interpretazione. Però è un netto distacco dal resto della storia (potresti anche scrivere che le ultime parti sono riportate da un poema epico scritto anni dopo, che ne so...), con un'inserto dell'autore un poco inopportuno xD Sembra che abbia voluto inserire delle rime, anche se non compaiono mai regolarmente.
    Grammatica e ortografia: 90/100 (so che alcune sviste sono solo errori di battitura!)
    Originalità del testo: 100/100 (la storia è originalissima, sei riuscito a cambiare le personalità di molti personaggi, come ad esempio Peach, inoltre serve proprio un genio per creare gli “ingegneri”, le macchine da guerra e l'avvicendarsi di tutti quei personaggi minori, che sembrano comparse ben studiate di un romanzo)
    Qualità dello stile di scrittura: 90/100 (volevo darti 100, ma delle volte metti semplicemente dei puntini di sospensione fra le virgolette, intendendole come una parte del discorso; però questo si usa nei videogiochi e nei fumetti per indicare il silenzio dell'interlocutore, non nei libri)
    TOTALE: 93/100, scrittore professionista. Complimenti!

    - “Bowser si svegliò nel suo caldo letto a baldacchino, all’undicesimo piano del lussuoso CastelBowser. Gettò uno sguardo all’orologio: erano le 7 del mattino. Insospettito dai vari rumori che venivano dall’esterno, si diresse verso la finestra e scostò le tende. Fuori il cielo era rosso per via delle bombe.” Guarda, M, stanno già scrivendo un romanzo su di noi!
    - Ti prego, L, sta’ zitto.
    - Stai ancora pensando a lei, non è vero?
    - …
    - Ti capisco. Anch’io, se fossi in te, farei lo stesso… In ogni caso, come procede la distruzione di IsolBowser?
    - L’81% del paesaggio è stato devastato. Si hanno notizie di oltre 201 morti; i feriti neanche si contano.
    - E Bowser?
    - Non lo abbiamo ancora trovato, ma alcune voci sostengono che si sia rifugiato a CastelBowser insieme a suo figlio. Purtroppo, le mura del castello sono praticamente insuperabili. Stiamo progettando macchine capaci di espugnarle, ma per ora l’assedio è rimandato. Vedi, L, la fine di questa guerra è ormai vicina. E non si hanno dubbi sul vincitore.

    - Sua Gentilezza, il consiglio vuole…
    - Lo so già.
    Bowser si voltò verso il suo fedele servo. Il giovane Goomba era ormai abituato a sopportare gli sfoghi del suo padrone, ma c’era qualcosa di diverso, in quel volto così familiare. Qualcosa che non era definibile rabbia. Qualcosa che si avvicinava di più alla pura e mera disperazione.
    “Tutto normale”, pensò il Goomba. D’altronde, da quando Bowser Jr. era scomparso, Bowser non era ancora riuscito a darsi pace. Tutta colpa di quella guerra, comparsa tanto silenziosamente quanto in modo brutale. Il suo malvagio figlio poteva essere stato ucciso, o poteva aver lasciato IsolBowser al proprio destino. Tutte ipotesi plausibili.
    Ma ormai il tempo scorreva troppo in fretta affinché qualcuno potesse prenderlo.
    - Inutile di un Goomba…
    - Sì, Padrone?
    - Di' (dì) al consiglio che sarò da loro tra pochi minuti.
    - Sarà fatto.
    Il servo chiuse la porta, giusto con la forza che serviva ad avvisare il consiglio che il messaggio era stato recapitato. Bowser si alzò dalla sedia, sconsolato. Per un attimo guardò il paesaggio: campi rasi al suolo e nuvole tinte di rosso, rosso come il sangue che ricopriva il terreno. Poi prese un fazzoletto per asciugarsi la faccia e chiamò il fedele servo Goomba. Andare ad ascoltare quegli idioti lo avrebbe distolto dai suoi pensieri.

    - M?
    - ...
    - M!
    - Sì?
    - E’ arrivata una lettera. L’ha scritta una certa persona che tu…
    - Tappati quella bocca!
    M si alzò dal tavolo delle riunioni. Attorno a lui, una miriade di occhi geniali lo scrutavano, curiosi. Il loro lavoro era stato interrotto nel momento più cruciale.
    - Non dovresti disturbare le riunioni tra me e gli ingegneri, sai? Stiamo progettando macchine molto complesse, e gradiremmo se…
    - Non ti interrompessi, capito. Ma qua c’è in ballo qualcosa di più importante.
    L gli porse la lettera. M notò subito il sigillo reale, una corona stilizzata su un bollo color rosa. Pesca, proprio come lei.
    - L’hai letta?
    - Non interferisco nei tuoi amori.
    - L…
    - Trattieni il pugno, eroe! Se questa lettera è arrivata, non è certo colpa mia.
    Una risata arrivò dal tavolo degli ingegneri, seguita da un sorriso spontaneo. L’idea di essere licenziati non era ragion sufficiente per non ridere alla battuta.
    - E va bene! Leggiamola…
    M si schiarì la voce. Poi partì.
    - Egregi M ed L, egregi soldati, egregi tutti, vi portiamo i nostri saluti dal Regno dei Funghi. Vorremmo farvi i nostri complimenti per la recente campagna militare per la distruzione dell’impero di Bowser, cui risultati hanno superato le nostre aspettative. Vi ordiniamo, però, di lasciare in sospeso la missione per richiamare tutte le truppe alla base. L’obiettivo (obbiettivo) ora è quello di circondare e distruggere CastelBowser. Verrà inoltre la nostra Carissima Principessa Peach, per assicurarsi che tutto vada per il meglio. Auguriamo buona fortuna a tutte le truppe. – Famiglia Reale Toadstool
    Per qualche secondo il silenzio avvolse la stanza come un pungente lenzuolo. Poi il panico dilagò.

    - La situazione è critica. Le truppe nemiche hanno devastato l’isola, e si pensa che…
    - Signore, ci è appena giunta voce che le truppe si sono ritirate.
    Una corona fluttuante si diresse verso il Koopa. Re Boo era appena arrivato, silenzioso e invisibile come suo solito.
    - Cosa?!
    - Proprio così. I Bowserotti stavano sterminando una legione nemica, quando l’esercito si è ritirato. Non si sa ancora il perché di questa scelta, ma è praticamente sicuro che non si tratta di una resa.
    Bowser si portò le zampe al viso: nessuno che avesse trovato Bowser Jr. E il ritiro dell’esercito nemico non era ragione sufficiente per risollevarlo.
    Certo, la notizia era tutto fuorché negativa. Ma, diciamoci la verità, era probabile che ciò portasse solo svantaggi nella prosecuzione della guerra.
    - ...
    - Sì, stentiamo a crederci anche noi. Ma i fatti parlano da soli.
    - E… il pargolo?
    Il Koopa usò il suo tono più basso. Facile comprendere il perché.
    - Ecco, nessuno lo ha ancora trovato… ma stiamo tentando di tutto pur di calmare Sua Magnificenza. Sono giorni un po’ tesi, non solo per lui.
    - E poi, dai, mi sembra ovvio che quel impertinente sia schiattato. Sempre meglio di trovarcelo tra i piedi.
    - Esattamente.
    Re Boo trattenne una risata. Cercare di essere il più serio e formale era essenziale per non far insospettire quello stupido gigante.
    - Comunque, tralasciando il discorso privato tra me e il mio collega, i Bowserotti sono appena tornati. I servi del castello si stanno occupando di loro. Hanno richiesto la vostra presenza personalmente.

    - L’esercito di Bowser è rientrato. Quegli scemi…
    - Mi dispiace quasi per loro. Essere così stupidi dev’essere un gran bel problema.
    Il sogghigno di quelle due guardie fu interrotto da un suono di trombe. In lontananza, una grande pesca emergeva dalle folte chiome degli alberi. Era arrivata.
    I due aiutanti lasciarono in fretta e furia la loro postazione e corsero fino all’interno del castello abbandonato. M e L erano già in piedi, con un falso sorriso stampato sulla bocca. Non immaginavano che quella furia potesse arrivare in così poco tempo. Proprio quando le macchine per l’assedio erano nel bel mezzo della lavorazione.
    - Signore…
    M non rispose neanche. Nei suoi occhi si intravedeva il più puro terrore. Proprio negli occhi di chi la bestia la ama.
    - Miei cari servitori…
    - Sì?
    - Andatevene subito. Vi prego.
    La tromba risuonò una seconda volta.
    - E’ qui…
    Le due guardie fuggirono come ordinato. Sempre meglio di assistere alla scena.

    - Eccoci arrivati.
    Il fedele servo Goomba si fermò all’uscio della porta. Più in là, si trovava il luogo in cui il suo padrone era stato richiesto personalmente
    - Eccoci?!
    - EccoLa, Signore. Imploro perdono per questo mio indicibile errore. Non si ripeterà più.
    Bowser voltò le spalle al servitore. Da vero irrispettoso, certo; ma l’idea di un altro discorso lo aveva demoralizzato. E quello non era un momento abbastanza felice per permetterselo.
    - Quindi, chi è quell’idiota che si è permesso di disturbarmi?!
    Dalla stanza non venne alcuna risposta.
    - Quindi?! Allora?!
    - Ci scusi, Padron Bowser, ma stavamo tentando di calmarlo.
    - Calmare chi?! Ludwig, se tu e il tuo gruppo di nullafacenti mi avete chiamato qui solo per fare da balia a uno stupido, comunissimo Koopa, sappiate che vi farò tagliare la testa seduta stante.
    - Non è proprio un comunissimo Koopa…
    Ludwig invitò Bowser ad entrare. A lato, Bowser Jr. stava piangendo copiosamente.
    - …
    - E’ profondamente turbato. Pensiamo che un incontro con lei possa risollevarlo.
    Ludwig e i Bowserotti se ne andarono, lasciando Bowser da solo. Con il figlio. Da giorni creduto scomparso.
    La testa gliel’avrebbe dovuta tagliare (tagliata) davvero.

    - Quindi mi stai dicendo che nonostante tutto le macchine non sono ancora pronte?!
    Un urlo squarciò l’aria. Vicino alla fonte, il povero M.
    - Io, Principessa Peach, erede al trono del Sacro Regno dei Funghi, ho percorso mari e terre, ho superato mille frontiere e ho sopportato l’attesa che mi separava dalla sconfitta del Tiranno. E appena arrivo qui hai il coraggio di dirmi che tutto ciò non è servito a nulla?! Sai qual è (qual'è) la pena, vero?! Vero?!
    Nessuno ebbe il coraggio di continuare i propri discorsi. La discussione sarebbe dovuta (avrebbe dovuto) essere privata, ma la furia della Belva era incontenibile. Troppa per essere contenuta in una stanzina chiusa.
    - Adesso…
    Respiro.
    - Adesso vai a completare quelle macchina. Di corsa.
    Il silenzio generale continuò per qualche secondo. Poi la vita, almeno all’esterno, riprese. Per M era come se non esistesse. Aveva temuto tanto quel momento; il momento in cui la guerra si rivela un incubo anche per il vincitore, il momento in cui tutto sembra non avere più un senso. Sapeva che, qualunque fosse stato l’andamento generale, quella situazione sarebbe arrivata. E ora era lì, alle orecchie di tutti.
    - Cos’è, ti dimentichi pure il rispetto, adesso?!
    Un inchino fugace e veloce. Poi via, verso la disperazione.
    - Ingegneri?
    - Sì… capo…
    - Al lavoro. Subito.
    Gli ingegneri si scambiarono un breve, intenso sguardo. Difficilmente avrebbero potuto vincere con quell’umore.

    - Padre…
    Un suono sordo riempì la stanza per qualche istante. Poi seguì un lamento.
    - Pa…
    - Non dire un’altra parola!
    Bowser Jr. si chiuse di nuovo nel suo pianto, massaggiandosi la guancia appena colpita.
    Forse Bowser era stato esagerato. Ma in mezzo a quello sguardo così duro e triste, il sovrano di IsolBowser nascondeva una genuina preoccupazione esclusivamente paterna.
    - Mio fedele servo…
    - …
    - Accompagnami fuori di qui e affida Bowser Jr. alle cure di una balia. Ho fretta.
    Il Goomba guardò esterrefatto il proprio padrone. Pochi attimi, ma stranamente intensi. Poi si girò facendo finta di nulla.
    - Quindi, Padrone, dove vuole andare?
    - Ti devo parlare.
    - Cosa sta dicendo, Padrone?
    - Non fare finta di nulla come ti ho insegnato. E’ una cosa seria.
    - …
    - Vedi, mio caro servo… Non penso sopravvivrò mai a questa guerra. E con me l’intera isola. Sono circondato da idioti, stolti che credono di avere qualche potere utile, ma che alla fine sono solo bravi a parlare. Ma anche da solo, non servo poi a molto. Forse non è solo colpa della nostra organizzazione. Forse è anche colpa mia, che ho sottovalutato il problema. Insomma, quando quell’esercito era arrivato, erano solo un branco di Toad, Torcibruchi e Yoshi ribelli, senza alcun stratega né guida. Ma comunque siano andate le cose, siamo a questa situazione di stretta. E difficilmente potremmo uscirne. Ho anche rischiato di perdere mio figlio, e per me è abbastanza.
    - Insomma… non abbiamo speranze?
    - E’ proprio di questo che volevo parlarti. Una speranza c’è. Ma deve rimanere segreta. Quando Bowser Jr. scomparve, mandai infatti dei Paratroopa al fronte per trovarlo. Inutile dire che lo trovarono. Ma la loro missione non era riportarlo; era seguirlo. Sapevo bene che quel mascalzone sarebbe stato coinvolto in situazioni fondamentali, come sapevo anche che non ce lo avrebbe mai raccontato. Chiamalo destino, se vuoi. Così, i miei Paratroopa lo hanno seguito fino ad oggi, giorno in cui è arrivato. Non avendomi avvisato, la cosa mi ha colto comunque di sorpresa.
    - E… le informazioni?
    - Non le so ancora. Per questo ti ho chiesto di accompagnarmi. Devo vedere i Paratroopa. Adesso, ti dispiacerebbe portare mio figlio fuori di qui?
    Un forte botto sorprese il sovrano. Il Goomba si guardò in giro: nessun danno e nessun segno di fumo. Ciò che era esploso doveva essere lontano.

    - Ancora.
    Un'altra bomba esplose in cielo, in prossimità del mare.
    - Adesso prova a rilanciare impostando la forza al minimo.
    La bocca dell’arma si richiuse. Poi all’improvviso una massa verde uscì e si disintegrò poco distante. Fortuna che nessun animale si trovasse in quell’isola. Sarebbero diventati sordi all’istante senza le specifiche protezioni.
    - Nessun fumo, nessun residuo della bomba, nessun danno alla fauna. Direi che con questa tecnologia potremmo far felice la principessa.
    - Danno provocato solo dall’impatto in modo di non lasciare alcuna traccia e di non danneggiare nessun’altra cosa. Rumore tale da far esplodere letteralmente i timpani alle vittime. Ci siamo veramente superati.
    - Sì, ho visto l’esplosione. Non mi aspettavo così tanto da voi stupidi sudditi.
    - Già, Signora… con questo gioiello potremmo seriamente essere i vincitori indiscussi di questa guerra.
    - Come se voi ne foste capaci…
    La Principessa si girò e se ne andò per la sua strada, lasciando soli gli ingegneri con il loro vecchio prototipo. Già, vecchio. Era inutile lavorare per quei babbei quando avevano pronto da giorni il risultato, e quelle menti geniali lo avevano capito. Come avevano capito che l’intenzione della Famiglia Reale Toadstool non si limitava alla disfatta di Bowser. Certo, ormai non potevano ritirarsi da ciò che era già scritto. Ma se ci fosse stato un modo, fosse solo uno, di annullare quella campagna militare e di scappare, loro lo avrebbero scoperto e usato. Non che respirare la brezza di mare gli dispiacesse. E poi, nel frattempo, Bowser doveva già essere corto ai ripari.
    Gli ingegneri si scambiarono una lunga e intensa occhiata, quasi di sfida.
    - Per caso hai portato ciò a cui abbiamo lavorato?
    - Certo.
    - Prendete l’arma. Abbiamo un lavoretto da fare.

    - Cosa… cosa è stato?
    Bowser era ancora terribilmente scosso. Certo, i botti erano finiti, ma la paura continuava a dilagare. Avevano timore che qualcosa di grave fosse successo, e con la guerra che avanzava, il sospetto era concreto. E infatti, puntuale, un urlo arrivò dalla stanza accanto. Tipico in quella situazione. E tipico era anche il soggetto spaventato, che si avvicinò al sovrano.
    - Mia… Gentilezza…
    - Hai scoperto i danni del botto?
    - No… Signore… Ma ho visto l’esercito nemico in avanzamento verso il castello.
    No. Quello non era tipico.
    - Cosa?!
    Suono di trombe regali. Il servo aveva ragione.
    - Goomba inutile…
    - Non parlare. Vado ad avvisare la guardia di alzare le difese.

    Adesso…
    E’ stato bello narrarvi questa storia, davvero.
    Ma dopo avere scritto circa 2000 parole, la voglia passa, eh.
    Perciò, visto che non ho nessun sostituto pronto e non posso consegnare il racconto non finito...
    E’ il momento di cambiare stile!

    Una voce si levò nell’aria
    Tipico timbro femminile
    Dolce e suadente
    Ma che nel rimbombo della guerra, era come un urlo possente.
    Parole cariche di odio si innalzarono in cielo
    Circondate da minacce, aspre e amare
    Nemmeno il più ringhioso cane
    Avrebbe detto quel che si accinse a fare
    E con un gesto della mano, bocca chiusa
    Occhi serrati nel buio del suo subconscio
    Le bocche si aprirono
    Il tiranno sarebbe morto
    Ricordato come perdente
    Dalla malvagia e inconscia mente
    Se altre menti
    Quelle geniali
    Non avessero tolto le bombe dai mille mali
    Lasciando solo un innocuo materiale verde
    Generando nei lori volti una bocca sorridente
    La voce si fermò assistendo alla scena
    Aspettava distruzione
    Ma come ogni iena
    Aveva solo riso, senza regalar effettivamente pena
    Altro gesto di mano
    I due generali entrarono nella reggia
    Quella del temuto e forte villano
    Che per pura fortuna
    Era scampato dal progetto amaro
    Di una persona senza scrupoli
    Guidata da orpelli
    Solo motivi inutili
    Urla si levarono dalle stanze
    Passi e spaventi
    Senza però accenno di sangue
    E videro disarmato
    Nell’angolo spaventato
    Il motivo della guerra
    Da alcuni amato
    Da tutti temuto
    Da altri odiato
    Puntarono ciò che lo avrebbe sconfitto
    Poverino
    Non si meritava la morte
    Ma lo aveva deciso un vecchio editto
    “Chi siete? Quali sono i vostri nomi?”
    “Siamo gli angeli della morte, M ed L, i Signori”
    “Mario e Luigi, voi che vi vendicate?”
    “Non sappiamo di chi parla, siamo i robot della Principessa. Voi non la amate?”
    Silenzio ovunque
    Non ve lo aspettavate
    “Quindi ha deciso di darmi mala morte?”
    “A tutti dice di volerlo fare, ma non è questa la fonte.”
    “Perché allora vi ha fatto attaccanti?”
    “Lord Fawilss e gli altri, loro sono i mandanti.”
    “Che cosa hanno proposto quelle luride canaglie?”
    “Soldi e oro, in cambio di battaglie.
    Adesso, se non le dispiace
    E’ arrivato il momento di dare pace
    A questa terra e alla nostra amante.”
    Un colpo partì dall’arma (dal'arma)
    Ma non colpì Bowser
    Solo le pareti
    Non lorde di sangue
    Il figlio li aveva fermati
    Sapeva il loro intento
    Roba da ricordarsi nei canti
    Fortuna che ora erano deboli
    Nel piano di riserva
    Che fu discusso
    Nel caso la strategia non funzionasse
    Anche loro lo avevano
    Il nemico non avrebbe distrutto
    Non avrebbe lasciato alcun lutto
    Ma li avrebbero consacrati vincitori
    Dopo che ne ebbero parlato
    Quando alla base suo figlio si fu incontrato
    Con il nemico
    Quasi per caso
    E con i Paratroopa
    Di suo padre il mandato
    E proprio quest’ultimi comparvero all’improvviso
    Non lasciando alcuno scampo al nemico
    Ridotto in ginocchio
    Quasi colpito
    E così i due furon portati fuori
    La Belva incredula
    I soldati disarmati
    E non certo leoni
    Cosa successe dopo?
    Fuga e disperazione
    La sorpresa fu come un forte tuono
    Scosse gli animi e smosse il tono
    Di quella che fu una guerra corta
    Ma piena di membra
    Versate per terra
    Innocenti e supplicanti
    Per la loro anima straziata
    Che dopo 5 mesi ancora vagava
    Mentre il sangue si toglieva e si purificava
    Come meglio si poteva
    E alla situazione si adattava
    Robot distrutti in un angolo
    Nemici intrappolati nell’altro
    Venivano dal Regno
    Avevano tentato la Principessa
    Erano tornati
    E furono catturati
    Scrivendo una Pagina di Storia
    PkU9lan


    Adesso che sapete com'è andata, congratulatevi fra di voi!
    Chiedete qualsiasi cosa vi passi per la testa. Soprattutto, dovete dire cosa ne pensate delle altre storie!
    Mi aspetto critiche da parte di BlueGame ù_ù Ha contribuito molto anche nella votazione dell'altro contest. Criticate le storie, dite cosa ne pensate del lavoro dei sei concorrenti (beh... quattro)!
    Alla prossima!
    EDIT: Alle due ragazze del contest... Mi dispiace per il bannerino con sopra scritto "scrittore" :lolly: Mi sono accorto troppo tardi ma nella lingua italiana il maschile è il genere universale, perciò quello "scrittore" possiamo anche farlo passare come un titolo generale :3

    Edited by Re Bowser - 12/4/2015, 17:58
     
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    Ok, dopo essermi rovinato gli occhi a forza di leggere...

    NSM, nella grafica sei un portento. Non solo l'impaginazione è ottima, ma anche i dettagli sono davvero curati. Forse la storia non è granché... Ma complimenti per lo stile di scrittura. Poetico e sfaccetato.

    Kokoa, Elizabeta è un personaggio fantastico. Vero, ci sono molti buchi nella storia (Chi diavolo è Mr. K? Perché Bowser è cosí poco ostile? E soprattutto, come mai il misterioso K ha accettato di fare scoppiare una guerra e di uccidere centinaia di innocenti per... per... QUESTO?!), ma i protagonisti sono splendidi e il ritmo mai realmente blando. Anche se a volte tende ad essere sbrigativo e noioso.

    Bowser and Peach, mia acerrima e dolce rivale... Ottima storia, stile coinvolgente e veloce, nulla è lasciato al caso e la lettura non lascia dubbi. Attenta alle ripetizioni e alle troppe virgole, mentre per il resto... nulla da segnalare. Applausi.

    E infine BlueGame, la tua st... aspé, BlueGame sono io!

    Grazie per la vittoria. Hai ragione sui punti di sospensione, ma amo usarli e non ci posso fare niente. :c
    Le rime sono volutamente senza ritmica, volevo essere libero senza avere vincoli di ogni sorta.
    E un piccolo appunto: M ed L non sono Mario e Luigi. Rileggi meglio... ;)
     
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    CITAZIONE (BlueGame @ 9/11/2014, 19:14) 
    Ok, dopo essermi rovinato gli occhi a forza di leggere...

    NSM, nella grafica sei un portento. Non solo l'impaginazione è ottima, ma anche i dettagli sono davvero curati. Forse la storia non è granché... Ma complimenti per lo stile di scrittura. Poetico e sfaccetato.

    Kokoa, Elizabeta è un personaggio fantastico. Vero, ci sono molti buchi nella storia (Chi diavolo è Mr. K? Perché Bowser è cosí poco ostile? E soprattutto, come mai il misterioso K ha accettato di fare scoppiare una guerra e di uccidere centinaia di innocenti per... per... QUESTO?!), ma i protagonisti sono splendidi e il ritmo mai realmente blando. Anche se a volte tende ad essere sbrigativo e noioso.

    Bowser and Peach, mia acerrima e dolce rivale... Ottima storia, stile coinvolgente e veloce, nulla è lasciato al caso e la lettura non lascia dubbi. Attenta alle ripetizioni e alle troppe virgole, mentre per il resto... nulla da segnalare. Applausi.

    E infine BlueGame, la tua st... aspé, BlueGame sono io!

    Grazie per la vittoria. Hai ragione sui punti di sospensione, ma amo usarli e non ci posso fare niente. :c
    Le rime sono volutamente senza ritmica, volevo essere libero senza avere vincoli di ogni sorta.
    E un piccolo appunto: M ed L non sono Mario e Luigi. Rileggi meglio... ;)

    So benissimo chi sono ù.ù È nella parte finale poetica.
    Non volevo rovinare la sorpresa...

    Giuuuusto??

    Ps: comunque complimenti per la vittoria!
     
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  4. Lord Fawills
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    Bravissimi!!!!!!!!! siete stati tutti molto bravi! :I got a star: :I got a star: :I got a star: Mi sonno piaciute tutte le vostre fan fiction! Complimenti ancora! :I got a star:
     
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    Quasi divino (ma Bowser è meglio)

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    Tack BlueGame.
    Lo so, la mia storia non è stupenda, ci avrei dedicato più tempo se solo i professori non mi avessero bombardato di compiti.
    Mi fa molto piacere che ti piaccia Elizabeta, svelerò altre cose su questo personaggio in una fiction... Ma adesso, passiamo alle storie degli altri! (La tua la commenterò per ultima!)

    Su Lord e Wendy non ho nulla da dire...
    Lord, ero curiosa di vedere quello che avevi scritto. 60 pagine non le riuscirei a fare neanche io in un mese... Comunque, quello che volevo dirti, te lo ha già detto Re Bowser.
    Su Wendy non dico nulla, potrebbe esserci stato un imprevisto, non lo so poi se sia accaduto qualcosa veramente.

    NSM, devo ammettere che il tuo testo mi piace! :3 è davvero caruccio, mi dispiace solo per quei pochi errori!
    Complimenti per la letterina e per il francobollo! Sono davvero teneri!

    Commento adesso la mia storia: fa più schifo di This si war. Punto.

    B&P, quello che ti devo dire lo sai già! Ti ho lasciato la recensione su Efp! Non mi stancherò di dirtelo: bellissima! Mi dispiace tanto per Bowsy... Perché Peach? Perché?!

    Blue Game, ecco a te il mio commento sulla tua storia:
    Non ho nulla da dire, pensa soltanto a un commento super positivo con tanto di complimenti e disegnini pucciosi con scritto 'congratulazioni'.
    Ecco immaginati quello, te li scriverei ma stare a scrivere con il telefono mi viene un po' difficile.
    All'inizio della storia ho creduto che M e L fossero Mario e Luigi, invece no!
    Noooooo! XD
    OK, basta! Sto' impazzendo!
    Magnifica storia Blues,
    Complimenti! Però voglio dire a Re Bowser che ti sei dimenticato di correggere un piccolo piccolo errorino... Ma piccolo eh...u.u

    OK, ho detto la mia, ci vediamo in giro x IsolBowser.
     
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    Super Paratroopa leggendario

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    CITAZIONE (Kokoa @ 10/11/2014, 15:37) 
    All'inizio della storia ho creduto che M e L fossero Mario e Luigi, invece no!
    Noooooo! XD

    Non sono così prevedibile. :lolly:
     
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    Il sovrano

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    CITAZIONE (Kokoa @ 10/11/2014, 15:37) 
    Tack BlueGame.
    Lo so, la mia storia non è stupenda, ci avrei dedicato più tempo se solo i professori non mi avessero bombardato di compiti.
    Mi fa molto piacere che ti piaccia Elizabeta, svelerò altre cose su questo personaggio in una fiction... Ma adesso, passiamo alle storie degli altri! (La tua la commenterò per ultima!)

    Su Lord e Wendy non ho nulla da dire...
    Lord, ero curiosa di vedere quello che avevi scritto. 60 pagine non le riuscirei a fare neanche io in un mese... Comunque, quello che volevo dirti, te lo ha già detto Re Bowser.
    Su Wendy non dico nulla, potrebbe esserci stato un imprevisto, non lo so poi se sia accaduto qualcosa veramente.

    NSM, devo ammettere che il tuo testo mi piace! :3 è davvero caruccio, mi dispiace solo per quei pochi errori!
    Complimenti per la letterina e per il francobollo! Sono davvero teneri!

    Commento adesso la mia storia: fa più schifo di This si war. Punto.

    B&P, quello che ti devo dire lo sai già! Ti ho lasciato la recensione su Efp! Non mi stancherò di dirtelo: bellissima! Mi dispiace tanto per Bowsy... Perché Peach? Perché?!

    Blue Game, ecco a te il mio commento sulla tua storia:
    Non ho nulla da dire, pensa soltanto a un commento super positivo con tanto di complimenti e disegnini pucciosi con scritto 'congratulazioni'.
    Ecco immaginati quello, te li scriverei ma stare a scrivere con il telefono mi viene un po' difficile.
    All'inizio della storia ho creduto che M e L fossero Mario e Luigi, invece no!
    Noooooo! XD
    OK, basta! Sto' impazzendo!
    Magnifica storia Blues,
    Complimenti! Però voglio dire a Re Bowser che ti sei dimenticato di correggere un piccolo piccolo errorino... Ma piccolo eh...u.u

    OK, ho detto la mia, ci vediamo in giro x IsolBowser.

    Grazie per i commenti :Pollicinsù: La tua storia non fa schifo, infatti sei una scrittrice professionista ^_^ Guarda che è molto bella, a me è piaciuta molto.
    Qual è l'errore? Dimmelo così implemento la corrécshion :balletto:
     
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  8. Bowser and Peach
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    eccomi qui a commentare i risultati

    Mi dispiace per Lord e Wendy, ma sono sicura che sappiate riscattarvi la prossima volta
    Per NSM, storia semplice, ma godevole, la grafica è mostruosa
    Per Kokoa, una storia sfaccettata e interessante, si poteva approfondire, ma hai fatto un buon lavoro
    Per me... non dico nulla, per vari impegni ho scritto la storia sul rotto della cuffia, ma non mi aspettavo una posizione così alta
    Per Bluegame, ti faccio i complimenti per il primo posto, una storia completa, appassionante, con pochi errori, la parte poetica è grandiosa!
    E a tutti: Buon lavoro, vecchi miei :3
     
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7 replies since 9/11/2014, 16:31   131 views
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