Pretty little albino

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    Quasi divino (ma Bowser è meglio)

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    Fortunata si poteva ancora ritenere, colei che fu esiliata e condannata a navigare nel blu oceano Categnaccio alla ricerca della salvezza. Ma si poteva ancor ritenere salvezza quella? Un nuovo regno toccarono i suoi piedi e ad un castello puntavano i suoi occhi. Che posto era quello? Ella era sotto a un albero, circondata dal tappeto verde che copriva la collina, profumata e colorata grazie ai fiori appena sbocciati. La brezza fece ondeggiare il suo lungo mantello, così come una ciocca della sua chioma completamente bianca. Ella copriva le sue bianche squame così come gli occhi rosei e sapeva di certo che rimanere in quel punto, coperto dai rami rivestiti di foglie, non le sarebbe servito a molto. Iniziava ad avere freddo, e il suo mantello non le sarebbe servito molto. Strinse a se il libro che si portò dietro e iniziò a marciare verso il castello.
    <<Åh, de främsta Guds, jag ber, skydda mig från denna tortyr...>> continuava a mormorare in quella lingua antica che gli avi avevano parlato e le lacrime, che le scorrevan sul viso, cadevano bagnando i fili di quell'erbetta fresca. Strinse ancor più il tomo, mormorando un'altra frase, sempre in lingua antica:
    <<eftersom jag göra detta?>> questa volta strinse i denti e per sua fortuna, era arrivata di fronte al maestoso portone in legno levigato, adornato con un pomello d'oro. Ne rimase invaghita di quel luccichio, di quel colore, quasi lo sfiorò, percependo una sensazione di freddo che le percosse la schiena. Alla fine bussò.

    Edited by Re Bowser - 20/6/2017, 16:01
     
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    Il portone si aprì come per magia, rivelando un decoratissimo corridoio con mobili antichi, e ben illuminato da luci artificiali. In fondo alla stanza c'era Kamek, il fedele servo di Re Bowser. Aveva in mano dei documenti ufficiali, ma quando vide l'esile figura della Koopa, gridò: – C'è un imprevisto! Sovrano, venga a vedere!
    Il fondo del corridoio, che era rimasto in penombra, s'illuminò, rivelando un trono dorato e anche il Re dei Koopa, l'imponente Bowser, ormai affaticato dagli anni ma ancora capace di sollevare un armadio con un braccio solo.
    – Non è ancora arrivato il Koopa che stavamo aspettando? – chiese, ma Kamek, dopo aver posto i documenti su un tavolo, lo ignorò, dirigendosi verso la Koopa. Dal colore della carnagione non le sembrava di quelle parti.
    – Chi sei? Cosa ci fai qui?... Capisci quel che dico? – chiese il Magikoopa, con un tono di voce imperioso.
     
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    <<sì...>> rispose timidamente lei, stringendo a se il libro, nascosto sotto il mantello bianco. Guardò in faccia il magikoopa e, inghiottendo a vuoto, balbettò un'altra risposta <<ve-vengo da Gelo del sud, signor magikoopa...>> mentre ella gelava e tremava come una fogliolina rinsecchita.
    In quel momento si sentiva in imbarazzo, tanto che le guance si colorarono di un leggero rosso mentre gli occhi erano lucidi e si poteva capire che, fino a poco fa, aveva pianto.

    Edited by ShadowGalaxy - 14/1/2016, 07:57
     
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    – Stai bene? – chiese il Magikoopa. Bowser era ancora in fondo al corridoio, seduto impassibile sul trono. – Sembri un po' pallida... Vieni dal Gelo del Sud? Lì hanno un tè buonissimo. Ehm... – e alzò la voce – Un tè, per favore!
    Dopo meno di un minuto arrivò un Paratroopa, che diede alla Koopa nella veste bianca un tè caldo, di colore scuro.
    – Sembra malaticcia... – bisbigliò il servo all'orecchio di Kamek – Io consiglierei di tenerla con noi finché non si rimette in sesto. Poi potrà partire e sbrigare ciò che deve fare. Tanto noi di stanze per ospiti ne abbiamo da vendere!
     
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    Lei prese tra le mani la tazza, cogliendo il calore di quest'ultima, riuscendo a calmare le scosse di brividi che già da qualche minuto non finivano di cessare. Fece un sospiro, facendo fuoriuscire dalla bocca un buffetto di aria che subito scomparve. Annusò il tè e flebilmente ringraziò il mago, accennando un piccolo sorriso.
     
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    Bowser, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si alzò dal trono e, falciando la camera con larghi passi, raggiunse la esile Koopa, ancora molto raffreddata.
    – Io sono il grande Re Bowser IX. Anche se il Gelo del Sud è un luogo abbastanza isolato, avrete senz'altro sentito parlare di me. Prima che salissi al trono, la mia dinastia regnava pacificamente sull'Impero Bowseriano, che comprendeva gran parte di Goombopoli e di Koopalandia, e persino la Terra dei Magikoopa! Peccato che, negli ultimi anni, è nata la moda dell'indipendenza, perciò ora mi ritrovo a regnare solo l'epicentro del potere: la piccola isola di IsolBowser. Sono uno dei Koopa più ricchi del mondo e oltre a questo grande castello ho anche possedimenti sparsi per il mondo. Ma il mio tesoro più grande è la salvezza del popolo, che prospera in quest'età di splendore che non conosce difficoltà. Ho un figlio, Bowser Jr., il mio futuro erede, mentre sette figliastri vivono con me al decimo piano di questo grande palazzo.
    Questa grandiosa presentazione era in realtà ripetuta a memoria: ormai Bowser si presentava in questo modo da anni e anni. Lo scopo della presentazione era quello di "glorificare" e mettere in luce la potenza di IsolBowser, un luogo ormai decaduto e miseramente patetico, in confronto all'antico splendore.
    Bowser, che pensava di aver già finito, si ricordò poi del punto principale della presentazione: il fulcro, di cui si era dimenticato (e non avrebbe dovuto). Allora aprì bocca e disse: – E... tu? Come ti chiami?
    Kamek, che aveva già intuito che la Koopa non stava tanto bene, ordinò a un Martelkoopa di portarle una sedia: sarebbe stato impossibile portarla via dato che non rispondere a una domanda del sovrano era come offendere il dio Bowser I.

    Se ricordi dalle mie storie, Bowser è il discendente di Bowser I, considerato dio dai Koopa... E poi tutte le sedute al tempio eccetera xD
     
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    <<priscilla, signore>> rispose, incrociando lo sguardo con il Re, facendo notare i suo grandi occhi rosei, contornati da delle ciglia bianche, seguite poi da delle occhiaie. <<isolbowser dite, sì?>> mormorò, sedendosi sulla sedia e gustarsi il tè.

    Sì, lo ricordo XD
     
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    – Certo, la gloriosa IsolBowser. – fece Bowser, mentre Kamek gli sussurrava in un orecchio.
    Dopo aver pensato per qualche secondo, accarezzandosi il mento, il sovrano annunciò solennemente: – Se desideri, puoi stare con noi per qualche giorno. Perché, così malata, non vi lascerei scorrazzare in giro per la città. Solitamente non riserviamo questo trattamento ai viandanti o ai pellegrini, ma faremo un’eccezione per te, dato che vieni dalle lontane terre ghiacciate.
    Kamek guardò affettuosamente Priscilla e aggiunse: – Così conoscerai tutti quelli che abitano qui. E c’è molta gente interessante! E magari ci racconterai di più di te...
     
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    <<ow, ma io sono sempre stata malata...>> mormorò, bevendo l'ultimo sorso di tè e poggiare le mani sulle gambe, rimaste coperte dalla veste. Si tolse il cappuccio, aggiustandosi i capelli e infine rivelare il suo viso che ricordava quello di una piccola koopa.
     
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    – Beh, allora non avrà più bisogno di stare con noi... – fece Bowser a Kamek – Dopotutto, mica abbiamo ospitalità da vendere... Se qualcuno sapesse che ospitiamo una Koopa senza un motivo particolare, allora ci sarebbero sospetti qua e là e fastidi del genere...
    – In effetti... – sussurrò il Magikoopa, massaggiandosi il mento con un'aria pensosa – Ma la parola del sovrano vale molto e non possiamo non mantenere ciò che abbiamo promesso... Secondo me non ci farà alcun male farla rimanere nel castello. Almeno i futuri libri di testo parleranno della magnanimità di Bowser IX...
    – Già, buona intuizione!
    La porta si aprì di nuovo: questa volta era il Koopa nobile che i due stavano attendendo.
    – Martelkoopa! – gridò Bowser e, quando il servo si fu materializzato, gli disse: – Noi abbiamo molto da fare. Accompagna quest'ospite nelle stanze all'undicesimo piano. Lì potrà conoscere i miei figli e... Vi raggiungerò più tardi.
     
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    Priscilla intanto aveva ripreso tra le mani il suo libro e, un po' confusa, chiese al magikoopa <<hem... V-vi devo seguire signore?>>
    Onestamente non aveva ancora ben capito quello che stava succedendo e si sentiva spaesata.
     
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    – Vi accompagnerò io – disse il Martelkoopa che Bowser aveva chiamato poco prima.
    Mentre Bowser se ne andava, Kamek, prima di seguirlo, spiegò: – Abbiamo deciso di tenerti qui al castello solo per qualche giorno. Abbiamo deciso, anche se hai detto di essere sempre ammalata, di ospitarti, perché sarebbe poco onorevole per la nostra famiglia lasciarvi in giro in questo modo. Naturalmente tu potrai decidere se andartene oppure no. Questa è solo una nostra scelta! – detto questo, diede una fugace occhiata al libro, poi seguì Bowser e si diresse verso il portone.
    – Seguitemi – fece il servo Martelkoopa.
     
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    Ella si rimise il cappuccio nascondendo la testa dalla luce e silenziosa seguì il martelkoopa, osservando curiosa i quadri pieni di decorazioni, molto più decorati di quanto fossero quelli del suo regno.
    <<che qu-quadri affascinanti...>> mormorò, lasciando che il cappuccio scivolasse giù dalla testa e mostrare nuovamente i bianchi e setosi capelli. Era anche rimasta ammaliata dal tappeto decoroso che copriva la moquette, cosa che nel palazzo ove prima abitava non c'era ed era obbligata a camminare a piedi nudi nel freddo pavimento così bianco lindo che sembrava uno specchio. Non smetteva di stupirsi ogni volta che incontrava qualche altro quadro, anzi, ne rimaneva sempre più affascinata e incuriosita. Eppure, non sapeva nulla di IsolBowser e questo nuovo regno la incuriosiva parecchio, soprattutto colui che la governava. Non lo aveva dato a vedere ma provava una certa paura interiore, sentiva di dover stare attenta e non fare la povera gattamorta, cosa che alla fine non è nella sua natura. Mentre camminava e il suo mantello ondeggiava insieme ai capelli, si chiedeva anche come fossero i figli del Sovrano. Non aveva grandi capacità ma le sarebbe piaciuto, se il re avesse avuto un giovane figlioletto, provare a fare la mamma, e no, non era impazzita, le piaceva essere dolce con il prossimo e forse era questo quello che più piaceva alla gente del suo regno. A quei dolci pensieri si accorse che una porta si faceva sempre più vicina. Una porta argentea che la rifletteva.
     
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    Cambio l'aspetto delle virgolette per i discorsi diretti perché mi sa che quelli che uso non si visualizzano con la versione mobile... Non vorrei che un visitatore, leggendo i miei post, pensi: "Ma chi è 'sto incompetente che manco usa le virgolette?"


    «Ehm... Priscilla, giusto? Ecco, su questo piano ci sono i Bowserotti, i figliastri di Bowser. Il suo unico e vero figlio abita al piano superiore. Per sicurezza abbiamo otto camere su questo piano, anche se i Bowserotti sono sette. La usiamo come camera per gli ospiti, però in futuro... chi lo sa!». Il Martelkoopa presentava con disinvoltura il piano dei Bowserotti, il decimo del castello. «Quindi adesso...» e, lasciata la frase in sospeso, aprì la porta argentea.
    Era come se la porta isolasse tutto il disordine che c'era all'interno: i Bowserotti facevano un rumore assurdo. In corridoio ce n'erano due – uno con la capigliatura azzurra e uno con la pelle marrone –, da una porta blu assai decorata uscivano stonate note di pianoforte e, invece, da quella di fronte, rosa e piena di disegnini, provenivano urla femminili e lamenti insopportabili.
    «Silenzio!» gridò severo il Martelkoopa: pur essendo un servo sapeva farsi rispettare. «Abbiamo ospiti!»
    All'improvviso tutte le porte si aprirono: i Bowserotti, oltre ad essere casinisti, erano anche molto curiosi. E a poco a poco si presentarono tutti quanti davanti a Priscilla. L'ultimo ad uscire dalla camera fu anche quello che aveva l'aria di essere il più grande: aveva una folta capigliatura blu e sembrava che non volesse trattenersi per più di un minuto.
    «Bene..» la voce del Martelkoopa era calma «Questa è Priscilla. Viene dal lontano Gelo del Sud. E...» si rivolse a Priscilla «Questi sono i figli di Bowser. Larry il tennista, Morton il cuoco, Iggy il matematico, Roy il... bah, non saprei, Lemmy lo sfigato sulla palla e Ludwig il compositore!»
    «Ne manca una...» fece notare Larry, alzando timidamente il dito «Wendy O. Koopa è ancora nella sua camera». In effetti, dalla porta rosa uscivano ancora le fastidiose lamentele al telefono della viziata Bowserotta. Ma il Martelkoopa, portato a termine il suo compito, si era già dileguato.
    «Beh, che dire... ciao...» iniziò Larry.
     
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    Ora era molto più imbarazzata. Guardava il tutto ad occhi spalancati e stentava a crederci. 6 koopa maschi ed una femmina, e non riusciva a pensare a quanto fosse antipatica quest'ultima. Scacciò questo pensiero, forse era solo una sua sciocca apparenza. Ella scosse timidamente la mano in segno di saluto al koopa dalla crestina azzurra.

    Edited by ShadowGalaxy - 15/1/2016, 21:09
     
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