Diario di Bowser, avventure di tutti i giorni

Adatto a tutti

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    Ecco una mappa, con cerchiati tutti i luoghi visitati da Bowser.

    Leggete qui per la descrizione dei vari territori. Dove volete che siano ambientati i prossimi capitoli?
     
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    Per me va bene qualsiasi luogo, ma se proprio insisti scelgo il Vulcano Tartosso.
     
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    10 settembre 2015 - L'oracolo Bowseriano*
    Vi ricordate dell'oracolo Bowseriano**? Sono io (a volte sostituito da Bowser Jr.) e, una volta alla settimana, il mio titolo di sovrano mi costringe a recarmi al Tempio Venera-Bowser dove, seduto sul mio trono, rispondo alle domande che tutti i Koopa mi fanno.
    Non sono come l'oracolo spaventoso che vedete in TV. Non aspiro fumi velenosi e non mi comporto come un pazzo. Rispondo solo nella maniera che preferisco. Quando Bowser Jr. torna da scuola, solitamente gli chiedo di sostituirmi per due minuti, perché devo fare la mia solita pausa bagno.

    Stamattina, Bowser Jr. continuava a piangere perché, per lui, inizia la scuola. Deve fare la terza elementare... Il bambinetto è cresciuto! Però nel diario scrivo sempre che ha 6 anni perché sono abituato. Aspettatevi di vedere questo numero anche in futuro!
    Kamek cercava di sollevarlo con la magia e scaraventarlo nella macchina reale, che lo avrebbe portato a scuola, ma lui restava aggrappato alla moquette preziosissima. Tirarlo con forza avrebbe distrutto anche il tappeto.
    Sono entrato nella sala, svegliato da tutte quelle urla.
    - Che cosa succede? - ho gridato, con gli occhi rossi e il fumo che usciva dalla bocca e dalle narici.
    - Sua maestosità... - ha iniziato Kamek, alzando un dito, ma io gliel'ho incendiato con una palla di fuoco (se l'è subito ricreato con la magia).
    - Lo so. Bowser Jr. non vuole andare a scuola. Come al solito.
    - Ci pensi lei, Bowser! - ha urlato il Magikoopa, inginocchiandosi e mettendosi a singhiozzare.
    Mi sono avvicinato al piccolino e, con una voce melliflua, ho iniziato a dire: - Figliuolo... Pensa un po'... - improvvisamente ho sputato fuoco a volontà - AL FATTO CHE LA SCUOLA SIA IMPORTANTE!
    Con un calcio l'ho mandato nella macchina reale, che è partita a tutta velocità, lasciandosi dietro il segno delle ruote.
    Kamek si è rialzato ed è venuto da me, dicendomi: - Oggi è giovedì, giusto? Devi andare al Tempio Venera-Bowser. Sei di nuovo nelle vesti dell'oracolo Bowseriano!
    - Sì giusto. Meno male che le urla del piccolino mi hanno svegliato. Non avevo nemmeno impostato la sveglia reale. Portami al Tempio Venera-Bowser!
    Due servi mi hanno dato un mantello verde e un cappello a forma di piramide. Mi sono vestito: sono l'oracolo Bowseriano! Poi Kamek mi ha accompagnato fuori dal castello: il grandissimo tempio era di fronte al mio castello, con guglie appuntite e architettura squisitamente antica.

    All'interno c'era un silenzio sovrannaturale. I fedeli stavano inginocchiati su tappetini, con gli occhi chiusi e le mani giunte. Non era buio: la luce entrava dalle imponenti vetrate, dipingendo il pavimento di diversi colori luminosi.
    Con gli occhi chiusi, la testa alta e uno scettro in mano, mi sono diretto verso il trono, in fondo alla sala e mi ci sono seduto, sempre tenendo la testa alta.
    Quando ho aperto i miei occhi ancora rossi (tutta colpa di Bowser Jr.), Kamek ha annunciato: - L'oracolo Bowseriano è qua! -, ha preso una manciata di coriandoli e me li ha gettati in testa. Un lieve applauso imbarazzato in mezzo ai Koopa ha riempito il tempio.
    Kamek se n'è andato, gettando continuamente coriandoli e inchinandosi per tre volte. Poi ha voltato le spalle e ha cercato di raggiungere l'uscita, anche se è inciampato su una piega del tappeto.
    - Mentre spazzate via questi coriandoli - ho ordinato con una voce straordinariamente acuta (richiestami in quanto oracolo Bowseriano) - Io do inizio alle vostre domande.
    Molti Koopa presenti si sono messi in fila davanti a me. La fila era diventata sempre più lunga, fino a uscire dal portone del tempio.
    Era il turno del primo Koopa, un vecchio con la barba così lunga che se la portava tutta arrotolata in una borsa. Si è inchinato e mi ha baciato i piedi e leccato le gambe***. Poi si è alzato e ha detto: - Come vedi, la mia barba è molto lunga. Sta crescendo da quando sono nato ed è parte della mia personalità. Guadagno milioni grazie ad essa. Cosa devo fare?
    - Beh, semplice. Tagliatela. - a volte mi piace sorprendere quelli che fanno domande.
    - Ma non posso! Senza la mia barba io non sono niente!
    - Allora perché sei venuto a fare questa domanda? Non sono ammesse reazioni, l'etichetta dice che tu chiedi e io rispondo! - ho gridato, alzandomi e con gli occhi che quasi sbalzavano fuori dalle orbite. Poi ho preso un paio di forbici e ho tagliato la barba del povero vecchio che, però, rispettando l'etichetta, si è inchinato di nuovo.
    - Il prossimo... - ho mormorato con la testa poggiata sulla mano, mentre scalciavo via il vecchiaccio che mi leccava le gambe.
    Era un bambino, che si trascinava dietro un carro pieno di lecca-lecca.
    - Mia mamma ha detto che devo vendere questi lecca-lecca per 7 EurBowser. Ma è da due mesi che giro nei quartieri di Cittix**** e nessuno mi compra 'ste cose! Cosa devo fare?
    - Bene bene... - ho iniziato, prendendo una mangiata di lecca-lecca - Dammeli. In cambio io ti ridò il carro vuoto.
    Ho divorato tutti i lecca-lecca, sputandoli poi nel carro. - Che schifo! È da due mesi che nessuno li mangia, sono scaduti!
    Ho sbattuto il carro sulla testa del piccolino, che si è inginocchiato e se n'è andato.
    Poi è arrivato un adolescente ormonato, con le cuffie unte quanto i capelli.
    - Signor sovrano - ha gridato, alzando il dito medio - Io non credo a queste schifezze e poi è così cattivo con tutti! Ha tagliato la barba di un vecchio Koopa e mangiato i lecca-lecca di un bambino!
    Io mi sono alzato, sono sceso dal trono e ho preso il suo dito medio, piegandolo verso di me con una forza incredibile. Con l'altra mano, prendevo le cuffie e le stritolavo, per poi ficcarle nella sua bocca.
    - Bacia i miei piedi e lecca le mie gambe! - ho gridato, costringendolo ad abbassarsi.
    - Mai! Mai! Mai!
    L'ho afferrato per il guscio lurido (talvolta gli adolescentKoopa sono molto sporchi) e l'ho sbattuto fuori dal tempio.
    - Adolescenti... - ho sbuffato, chiamando il prossimo. Ma per via della scenata di prima, non c'era più nessuno. Tutti i Koopa se n'erano andati, per colpa di quella specie di eretico.
    Anzi, no: c'era una Koopa affascinante. Le sue curve erano come quelle delle anfore che piacciono tanto a Bowser Jr. e i suoi capelli, lunghissimi, scendevano come cascate sulle spalle. Si avvicinava danzando in modo seducente e facendomi l'occhiolino.
    - Che domanda vuoi fare? - ho chiesto, senza scompormi nemmeno un pochino.
    La Koopa, muovendo le mani, ha iniziato a togliere il suo guscio, mentre con un continuo sorriso mi guardava.
    - Che domanda vuoi fare? - ho ripetuto, senza scompormi nemmeno un pochino.
    La Koopa ha poggiato il guscio a terra e si è messa a danzarci intorno, girando in cerchio e dondolando la testa così tanto che i suoi capelli assomigliavano a fiamme mosse dal vento.
    - Che domanda vuoi fare? - mi sono alzato, sono sceso, ho preso la Koopa per la parte solitamente coperta dal guscio, ho preso il guscio e ho riassemblato i due pezzi.
    - Adesso vieni, baciami i piedi e leccami le zampe. - ho detto, sparando le parole come una mitragliatrice.
    La Koopa, riluttante, si è inchinata, si è alzata e ha chiesto: - Vuoi sposarmi?
    - Questa non mi pare una domanda... Su di te. - ho risposto, con gli occhi chiusi e la voce acutissima.
    La Koopa, sbuffando, se n'è andata, mormorandomi parolacce e insulti.

    Erano già le 2:00 e Bowser Jr. è precipitato nel tempio, abbracciandomi.
    - Com'è andato il primo giorno di scuola? - ho chiesto, sorridendo.
    - Benissimo! Ho conosciuto un Goomba simpaticissimo, si chiama Goombronio!
    Ho cercato di rimproverarlo, ma mi sono poi accorto che alle 2:00 solitamente avevo la pausa bagno.
    - Stai sul trono. Mi sostituirai come oracolo per due minuti, poi tornerò - ho spiegato, anche se non ce n'era bisogno perché questa cosa Bowser Jr. la faceva da sempre.
    Gli ho dato il copricapo a forma di piramide e il mantello verde e il piccolo, dopo essersi vestito (il mantello era così grande che sembrava un baco da seta), si è messo sul trono. Io sono scoparso in una porticina, dove c'era un water d'oro massiccio.
    Mentre espellevo le feci con soddisfazione, ho sentito dei passi agitati fuori. Sembravano proprio i rumori di... una Koopa che danzava!

    *L'oracolo Bowseriano: Questo capitolo non è stato pubblicato a IsolBowser per ovvi motivi.
    **Vi ricordate [...] Bowseriano?: Se non ve lo ricordate riguardate "Bowser Sky City" (2013)
    ***leccato le gambe: È un segno di adorazione molto comune a IsolBowser.
    ****Cittix: Capitale di IsolBowser.
     
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    Bellissimo!
     
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    La koopa malvagiaaa.... E se fa parte degli ereticbowser? *pensa*
     
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    CITAZIONE (Kokoa @ 11/9/2015, 11:57) 
    La koopa malvagiaaa.... E se fa parte degli ereticbowser? *pensa*

    L'adolescentKoopa era uno pseudo-EreticBowser.
    La Koopa spogliarellista potrebbe avere anche un po' di fede, ma il suo obiettivo è quello di sedurre Bowser (non ce l'ha fatta).
     
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    Poretta XD (poretto anche il piccolo koopetto e il vecchio koopa XD)
     
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    19 settembre 2015 - Tartox, la metropoli dei caduti
    Stamattina ho aperto il libro dei Koopa servi*. Se non lo sapete, sono piuttosto crudele con i miei servi. Ma mica li uccido! Alcuni di loro però muoiono facendo un compito difficile da portare a termine. Ecco degli esempi:

    Koopa n. 7, tirato via da un arpione.

    Koopa n. 47, mangiato da un gigantesco serpente.

    Koopa n. 52, ucciso da un'esplosione.

    Koopa n. 77, mangiato vivo dalle formiche.

    Koopa n. 89, caduto dalle scale dopo essere stato licenziato.

    Koopa n. 99, ucciso da un Mini-Goomba di Morton Koopa Jr..

    Sospirando, ho chiuso il polveroso librone. Mi dispiace, in fondo sono preziose vite ma... Io sono il re dei Koopa, ah-ah-ah!
    Mi sono alzato dal divano e mi sono diretto verso la scrivania, per vedere le lettere. Ho accartocciato e gettato via una busta con impresso a caratteri cubitali: "ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO, STIAMO MORENDO DI FAME!" e gettato nel camino un altro con sopra scritto: "Mio figlio è stato al ristorante di Morton Koopa Jr. e non è più tornato, ho bisogno del vostro aiuto!" (ma perché scrivono questa spatafiata sulla busta??). Ma una busta grigia, di carta riciclata, ha attirato la mia attenzione. Come diavolo osano consegnare un pastrugno del genere al castello?
    Ho aperto la busta e ho letto con attenzione la lettera.

    - Kamek! Kameeeek! - ho urlato due minuti dopo, con la lettera in mano, correndo a perdifiato nel corridoio.
    - Che c'è, padrone? - ha risposto il Magikoopa, materializzandosi improvvisamente davanti a me.
    - Guarda questa lettera, dice che devo presentarmi a Tartox, la città dei Tartossi! Cos'ho fatto di male?
    Kamek, con un'aria inorridita, ha spento tutte le luci del corridoio, oscurato le finestre e serrato le porte (chiudendo dentro i Bowserotti che dormivano ancora beatamente).
    Con la bacchetta, si è illuminato il volto dal basso. Sembrava un film dell'orrore!
    - I Koopa, quando muoiono... dove vanno? In ParadisBowser o all'InfernBowser. Beh, se credi a queste cose, allora andranno in ParadisBowser o all'InfernBowser, altrimenti... Boh. Ma... Quelli che muoiono, e hanno ancora un compito da svolgere, diventano Boo.
    - Sì, questo lo so benissimo, sono storie che si raccontano ai Koopa delle elementari!
    - Quelli che muoiono, invece, in modo atroce, in modo ingiusto... - l'espressione di Kamek è diventata ancora più grottesca - Diventano Tartossi. E... se ne vanno tutti verso un punto di raduno che è l'odierna Tartox, dove vivono per sempre nell'odio. - ha concluso parlando velocissimamente mentre, con la bacchetta, ha ritirato su le tende, riaperto le porte del corridoio e riacceso tutte le luci.
    - Bene. Andrò a Tartox, perché mi vogliono...
    - No! Sei un totale inesperto, imbecille che non sei altro. Ti ci porterò io, così saprò proteggerti. E non pensare di portare Bowser Jr. che si è già cacciato in abbastanza guai.
    Con uno sguardo triste ho guardato la porta della camera di Bowser Jr., ancora chiusa (perché alle dieci è normale che dorma ancora), mentre scomparivo in un tunnel.

    Mi sono ritrovato davanti a una foresta enorme, da cui provenivano rumori di insetti esotici. Eravamo nel bel mezzo della Foresta Koopa, nella quale si nascondeva la città dei Tartossi.
    - Bowser, si giri dall'altra parte - Kamek aveva nuovamente preso le distanze, usando la forma di cortesia con me.
    Mi sono accorto che la città era alle mie spalle. Mi sono girato e ho visto enormi grattacieli, tutti grigi, strade grigie con macchine grigie: riuscivo a sentire lo smog anche a quella distanza.
    - Questa è Tartox. Nessun Koopa ancora vivo si è mai inoltrato qui.
    Ci siamo avvicinati furtivamente alla città e ci siamo nascosti dietro a un grosso cespuglio, proprio davanti a una strada asfaltata, percorsa da macchine grigie con Koopa grigi all'interno (Tartossi).
    - Adesso - ha sussurrato Kamek - C'inoltriamo facendo finta di niente.
    Camminando a testa alta, come fa un sovrano, ho attraversato la strada (mentre l'attraversavo, i Tartossi nelle macchine continuavano a suonare il clacson).
    La città era tristissima: i Tartossi camminavano con gli occhi fissi sugli smarphone che avevano fra le mani, le macchine continuavano a passare imperterrite, spruzzando fumo dal retro.
    Un vecchietto con la barba, seduto su una panchina grigia, leggeva un giornale grigio, mentre dalla sua pipa partiva un fumo grigio, che si innalzava verso il cielo grigio.
    Una Tartossa (spero si dica così) grigia faceva jogging con stretto in mano un contatore di passi grigio, mentre attraversava una striscia pedonale grigia con Tartossi nelle loro macchine grigie che schiacciavano sui clacson grigi (ok la smetto di ripetere la parola "grigio", voglio farvi solo capire quanto sia grigia e triste questa grigia città di Tartox).
    Kamek continuava a camminare, senza degnare di uno sguardo le vetrine dei negozi, mentre io guardavo dappertutto, curioso come un bambino.
    C'erano tantissime librerie e biblioteche, pochi cinema e pochissimi negozi di videogiochi. Nelle vetrine i libri si chiamavano "Lo studioso di chimica dice..." oppure "La controversia di 1+1" (forse vi avranno insegnato che non si può giudicare un libro dalla copertina, ma per nulla al mondo comprerò quei libri, perché sembrano dannatamente noiosi, come il resto della città).
    - Bowser, si fermi! - la voce di Kamek mi ha riscosso dai pensieri e ho visto, davanti a me, un modesto palazzo costruito in un patetico stile Sbausea (naturalmente nessuno degli sgargianti colori dello stile è presente), con sopra scritto "Casa del governo".
    - Com'è possibile? È una metropoli questa, e il municipio è una squallida casa incastrata fra due edifici, davanti a una trafficata strada piena di smog?
    - Non farti troppe domande. Siamo a Tartox, non a IsolBowser.
    Siamo entrati nel municipio, senza nemmeno bussare. Dentro c'era uno stretto corridoio (hanno cercato di impreziosirlo mettendoci qualche quadro, ma si sa che i quadri monocromatici non sono belli), con una scrivania in fondo. Dietro alla scrivania, un Tartosso vecchio come il mondo.
    - Oh... Bowver... - (c'è da dire che i Tartossi, non avendo la lingua, hanno sempre questa pronuncia blesa) - Come ftate? Vedo che avete letto la mia lettera. Fono molto contento. Voglio farvi vedere la noftra belliffima città. Covì capirete la grandiovità di quefta perla in mezzo a una forefta.
    Ho notato che Kamek tremava e sudava freddo. Anch'io avevo delle domande che mi frullavano per la testa. Possibile che sia solo questo il motivo? Io ho altre cose da sbrigare, ma mi ritrovo qui.
    - Fo a cova ftate penfando... Ma noi non vogliamo farvi del male... È importante che vivitiate la noftra città...
    Il Tartosso ha sorriso cordialmente, il che ci ha tranquillizzati un po'. Poi ha continuato: - La mia belliffima figlia Tartoffina - (cioè, se il nome che hai dato a tua figlia non lo sai nemmeno pronunciare, perché le hai dato questo nome??) - vi farà da guida. Buona fortuna!
    Una Tartossa graziosa, con i capelli biondi e il rossetto (non so a che cosa le serva) è uscita da una porticina dietro alla scrivania.

    - Fpero che abbiate già vifto un po' quefta città... - la graziosa Tartossa sembrava diversa rispetto agli altri: mentre camminavamo per strada lei era allegra - Fpeffo uffiamo a paffeggiare, io fteffa non riefco a ftare a cava per tanto tempo...
    Io non ascoltavo Tartossina, anche perché non capivo niente, e guardavo nelle vetrine.
    - Kamek, resta qui con la Tartossa. Io vado a farmi un giro!
    Ignorando Kamek che mi guardava come per dire: - Portami con te!! - sono andato dall'altra parte, entrando nelle vie interne.
    "Pub della filosofia"... Questo sembra un luogo interessante, ho pensato, mentre aprivo la porta per entrare.
    Mi aspettavo di vedere Koopa che discutevano animatamente, ubriachi dopo bicchieri e bicchieri di alcolici, con le guance rosse come il sangue di Mario. Invece ho visto un posto quasi statico, con una musica jazz lenta, Tartossi che sollevavano lentamente bicchieri grigi e sorseggiavano lentamente le loro bevande. Il tizio dietro al bancone puliva i piatti e i bicchieri sputandoci dentro e asciugando il tutto con uno straccio.
    Mi sono seduto e ho chiesto, balbettando: - Cos'avete di buono da bere?
    - Tè dell'ariftocrazia, bibita delle domande eviftenziali e fucco all'abduzione e adduzione.
    - Prenderei volentieri una bibita delle domande esistenziali.
    Il Tartosso ha versato un liquido frizzante nel bicchiere in cui aveva sputato prima. Io l'ho preso e, cercando di animare un po' l'atmosfera, mi sono girato alzando il braccio e gridando: - Brindiamo alla vita mortale!!
    La musica si è interrotta, alcuni Tartossi hanno distolto gli sguardi dai giornali e mi hanno guardato. Poi, una ripresa: ripresa la musica, riprese le letture distratte dei quotidiani. Tutto continuava come se non fosse successo niente. L'unico problema: ero rosso dalla vergogna come un pomodoro (o forse dovrei dire: come una lingua di Yoshi).
    Ho sorseggiato la mia "bibita": era solo acqua frizzante.

    Mentre camminavo per strada, pensavo che forse avrei avuto più fortuna. Non esiste una città noiosa, dev'esserci pur qualche divertimento.
    Sono entrato nella Palestra dell'Oligarchia, ma sono uscito perché ho visto Tartossi seduti per terra che sostenevano di aver concluso gli allenamenti; sono entrato nel Teatro della Geometria, ma sono uscito perché gli spettacoli si chiamavano "Il termine aulico", "La spiegazione dettagliata del subconscio" e "La formula per calcolare la distanza fra due punti su una sfera"; sono entrato nel Cinema dei Fratelli Tartosso, ma sono uscito perché non c'era nessun film; sono entrato nella Discoteca del Candelabro Consunto, ma sono uscito perché c'erano Tartossi che ballavano sulle note di una musica da FuneralBowser (sì, muovevano solo il sedere, mentre il resto del corpo era rigido come un mattone).
    Stanco morto, sono entrato nell'Hotel del Letto del Fiume (Kamek era andato lì, se non sbaglio).
    - Come fi chiama? - ha chiesto una vecchia Tartossa con una parrucca e degli occhiali tondi, mentre scriveva su una grigia macchina da scrivere.
    - Bowser... Sono Bowser IX... - ho mormorato.
    - No, non è nella lifta... Deve pagare per la sua camera.
    Cosa? Ma che screanzato che è Kamek, non ha nemmeno prenotato la camera per me.
    - Kamek? Kamek è qui giusto? Deve per forza avermi prenotato la camera!
    - No, è nella lifta dei clienti, ma lei devi pagarfi la camera.
    Ho sborsato alcuni EurBowser.
    - No, noi accettiamo folo ossa...
    Sospirando, ho messo la mano nel mio guscio, tirando fuori i resti di un Koopa che avevo imprigionato per punizione.
    - Bene. Vada nella fua camera, al fefto piano.

    La mia camera... Beh, vi faccio indovinare, ok? Sì, esatto. Era grigia.
    Ma almeno c'era una bella vista dal balcone: una strada trafficata, un edificio di fronte e i grattacieli del centro sullo sfondo.
    TOC-TOC. Sono andato ad aprire: c'era Tartossina.
    - Fcuvatemi... Kamek era ftanchiffimo... Adeffo fta dormendo...
    - Perché sei venuta? Volevo riposarmi anch'io...
    - Voglio folo dire... Che dovete falvarmi... - dalle sue orbite vuote uscivano lacrime vere e luccicanti come cristalli - Fono imprigionata in quefto luogo noioviffimo... Voglio davvero andarmene. Promettetemi che mi aiuterete...
    - Promesso... Ora lasciami dormire!
    Lei se n'è andata, saltellando felice, chiudendo la porta della mia camera. Ho spento le luci e ho pensato che questa Tartossa era davvero da salvare: un Tartosso come lei non esisterà sicuramente da nessun'altra parte!

    *libro dei Koopa servi: Libro in cui vengono registrate le morti atroci dei Koopa servi.

    Edited by Re Bowser - 9/5/2018, 23:13
     
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    Il posto più triste al mondo... Ma.. Hey, i tartossi hanno la lingua XD
     
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    CITAZIONE (Kokoa @ 21/9/2015, 23:46) 
    Il posto più triste al mondo... Ma.. Hey, i tartossi hanno la lingua XD

    Ahahaha... Ma in tutte queste foto non vedo lingue... D:
     
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    20 settembre 2015 - L'imponente Vulcano Tartosso
    Mentre facevo colazione nel ristorante dell'Hotel del Letto del Fiume, ho visto Tartossina che si avvicinava al mio tavolo.
    - Buongiorno, fignor Bowser!
    - Ciao. Dov'è Kamek?
    - Niente di importante. È andato a far la fpeva... Gli piace molto lo ffopping!
    Mentre gustavo una cucchiaiata di cereali immersi nell'acqua frizzante, avevo dato alcune ossa a un cameriere Tartosso, che era venuto per portare via le innumerevoli pietanze che avevo ordinato, tutte mangiate (a parte un piatto di carne grigia che avevo paura di toccare).

    La città era uguale identica a ieri: anche i giornali avevano gli stessi articoli di ieri, perché non succede mai nulla d'interessante!
    - Ti prego, Bowser - l'improvviso cambio alla seconda persona singolare da parte di Tartossina mi aveva inorridito - Portami fuori da quefta città. Voglio vedere il mondo!
    Si è aggrappata al mio braccio, alzando la testa e guardandomi con uno sguardo puccioso (sempre che i Tartossi ce l'abbiano, uno sguardo).
    Camminando a testa alta (cercavo di ricordare a Tartossina che ero il sovrano di IsolBowser), ho preso la via principale. Man mano le macchine sparivano e, ad un certo punto, la via si è interrotta. I Tartossi non sono mai stati oltre questo punto di interruzione della strada. Guardavo interessato l'asfalto grigio che, improvvisamente, finiva contro un cespuglio verdissimo. Ho alzato la testa e ho visto una netta divisione del cielo: azzurrissimo da una parte, e grigissimo dall'altra.
    Tartossina non riusciva nemmeno a respirare (sempre che i Tartossi sappiano respirare) e scrutava il cielo con uno sguardo incuriosito (ok, non faccio più digressioni sullo sguardo dei Tartossi).
    - Visto? Siamo fuori ora. Scommetto che non sei mai stata qui.
    - Io? Certo. Fono fempre ftata nella mia città. - e ha indicato l'ammasso di grattacieli grigi - Fono covì emozionata. Da tempo i miei occhi non vedevano quefti colori brillanti!
    - Da quando eri ancora una Koopa?
    - Sì... - la fronte della Tartossa era corrugata e lei era triste - Ma ormai della vita paffata non ricordo più nulla. È meglio vivere fenza conoffere la verità, che conofferla e fapere che è trifte...
    - Mi dispiace... - capivo veramente cosa significasse morire, e non era affatto piacevole; comprendevo il cuore di ogni singolo Tartosso, e di quello che avevano dovuto sopportare - Hai solo visto grigio, adesso ti ho portata fuori a vedere il mondo reale.
    - Beh, non folo grigio... Anche roffo... roffo lava...
    - Cosa?? Non ho mai visto rosso lava in città!
    - No, non è in città. - La Tartossa ha indicato un enorme vulcano*. Non me n'ero mai accorto, ma c'era un vulcano rosso come la lava, con il fumo grigio che usciva dal cratere. Era quel fumo che rendeva grigia tutta la città.
    Mi sono inoltrato nella foresta, diretto verso il vulcano.
    - Che fai? - ha chiesto Tartossina, nascondendo un sorriso (non so perché).
    - Ti porto a vedere il vulcano. - ho risposto (sto facendo tutto questo perché è prezioso avere un Tartosso che non vede l'ora di conoscere di più sul mondo che lo circonda, mica mi sono innamorato di un mucchio di ossa!, non sono né pedofilKoopa né necrofilKoopa...) - L'hai sempre visto da lontano, ma ora devi davvero vederlo da vicino. È una cosa che nessuno ha mai visto!
    M'inoltravo nella foresta, mentre lei mi seguiva. Ora m'immagino le domande dei miei amati fan: "Ma come fa Bowser ad andare a Freddolosopoli, la Terra dei Martelkoopa e persino nelle foreste... Senza farsi male? Cioè, noi ci facciamo male anche se indossiamo le scarpe!". Beh, la risposta è semplice: sono il nono sovrano. Perciò non ho paura di niente >:-D (sì, questa sarà l'ultima volta che faccio una digressione del genere e sarà anche l'ultima volta che metto una faccina nel testo).
    La vegetazione diminuiva pian piano e il terreno era sempre più inclinato. Ho percorso un sentiero lunghissimo che girava intorno all'altura (ero stanchissimo, ma dietro di me Tartossina era allegra... Ah sì, perché non avendo organi vitali da mantenere, i Tartossi non sono mai stanchi!) e poi il sentiero si è bloccato improvvisamente, davanti a una parete di novanta gradi.
    - Dimmi un po'... Qui avete l'abitudine di interrompere le strade a metà, all'improvviso? - ho chiesto, tappandomi il naso perché le esalazioni sulfuree erano molto forti.
    - Fecondo me... Dovrefti arrampicarti... - ha detto lei, saltellando qua e là, mentre io, risentendo anche dei quarantacinque anni alle mie spalle che mi hanno appesantito e invecchiato, non riuscivo nemmeno a formulare una frase coerente.
    Quindi, ho tirato fuori dal guscio un arpione, l'ho agganciato in cima alla parete di roccia e ho gridato - Salta su! -. Poi ho schiacciato un pulsante sull'impugnatura dell'arpione e ho iniziato a salire verso l'alto, mentre lo spazio sotto di me diventava sempre più vertiginoso.
    In cima, ho visto il cratere, con sotto tantissima lava che ribolliva, come uno stufato in una pentola. Poi un gruppo di Tartossi e, appeso a una fune, proprio sopra al cratere, Kamek!

    - Mi spieghi che cos'è tutto questo? - ho chiesto alla Tartossa, che mi guardava con un'aria smarrita.
    Correndo, ho gridato il nome di Kamek. Mi sono fermato davanti alla fila di Tartossi: c'era il sindaco, con un lungo mantello rosso, circondato da alcuni giovani Tartossi. Era su un altare e, davanti a lui, tante panche di legno, con qualche Tartosso qua e là che s'inginocchiava seguendo un ritmo regolare.
    - Fecondo un'antica leggenda travmeffa nella città dei Tartoffi - ha detto il sindaco, con un tono solenne, leggendo da un grande librone polveroso con le pagine gialle, posto su un leggio marrone - Bivogna facrificare il sovrano con il fuo fervo più fedele. Covì che fi interrompa per fempre l'affluffo di nuovi arrivati a Tartox**, portando alla sovrappopolazione.
    - Sono baggianate! - ho urlato, mentre dietro di me Tartossina si è messa a piangere.

    La Tartossa si è alzata, ma è inciampata su una roccia, cadendo nel cratere.
    Io mi sono tuffato in avanti, e l'ho presa per la mano. Però avevo la mano sudata (mentre la sua era rivestita da tessuto e asciutta) e sapevo che non avrei resistito per tanto. Voi direste: "Ma dai, un mucchio di ossa lo riesco a sollevare col mignolo!!". Beh, dovreste provare prima di commentare. Nemmeno un Koopa grosso e forzuto come me riesce a sostenere un Tartosso***!
    Ho visto che la fune che sorreggeva la gabbia con dentro Kamek stava per spezzarsi, mentre tutti i Tartossi cantavano una canzone, le cui frequenze acute contribuivano al deterioramento della corda.
    Avrei potuto far due cose: far cadere Tartossina e compiere un triplo salto mortale andando a salvare Kamek oppure far cadere il mio fidato servo nella lava, salvando una Tartossa desiderosa di conoscere il mondo.
    Cosa fare? Salvare il compagno di giochi, colui da cui copiavo le verifiche a scuola (da piccolo), il mio fedele servo coraggioso ma dalla voce troppo acuta... oppure una preziosa anima che, pur essendo Tartossa, voleva conoscere il mondo?
    - Ti prego... falvami... - ha sussurrato Tartossina, piangendo - La mia vita è preziova... Falva me al pofto di Kamek...
    Inorridito, ho lasciato la presa e la povera Tartossa è caduta nella lava, causando un'esplosione tremenda. Infatti, questa mia decisione (che ho fatto e sono sicuro che non avrò rimorsi) è il frutto di un secondo di riflessione. E sono giunto a una conclusione: Kamek è una vita molto più preziosa perché: 1) Tartossina si è dimostrata egoista, volendo salvarsi al posto suo; 2) NON HA USATO LA FORMA DI CORTESIA CON IL SOVRANO DI ISOLBOWSER!!
    Il sindaco si è tolto gli occhiali, interrompendo a metà la solenne cerimonia. È rimasto a bocca aperta. Io, intanto, ho fatto un triplo salto mortale, balzando esattamente sulla gabbia (hehehe, meno male che tutti questi duelli fatti con Mario sono serviti a qualcosa...).
    - Sei venuto a salvarmi... - ha urlato Kamek, con le lacrime che gli spruzzavano violentemente dagli occhi - Sei il mio eroe!!
    Ho aperto la gabbia con un pugno (le sbarre erano già abbastanza corrose dalle lacrime di Kamek). Ho estratto il Magikoopa e, con un triplo salto mortale sono tornato davanti ai Tartossi.
    Il sindaco ha urlato: - Voi dovevate morire! Altrimenti... No... Non è accettabile!
    - Mi fai schifo! - ho urlato così forte che il mio muso si era ingrandito di dieci volte rispetto al corpo - Non pensi nemmeno a tua figlia, che è appena morta! Sei senza sentimenti!
    Tutti i Tartossi hanno urlato all'unisono, come se avessero ripetuto a memoria la frase, sapendo che avrei reagito così: - Tu, Bowser IX, più fchifovo di tutti. È colpa tua, fe fono morti così tanti Koopa. Fei tu, che ne hai uccivi covì tanti. La tua intera dinaftia è riuffita a popolare una metropoli con fcheletri vaganti!
    Senza badare alla loro filastrocca, mi sono diretto correndo verso di loro, riducendoli in un ammasso di ossa spappolate.
    Ma, come per magia, tutte le ossa si sono ricomposte, formando un unico scheletro con decine di teste, decine di braccia, decine di gambe ecc...
    - Kamek, sei venuto pensando di essere utile... Invece sei stato d'intralcio! Fai qualcosa!
    - Ok! Padrone! - ha gridato il Magikoopa, asciugandosi le lacrime.

    Dopo un viaggio nel tunnel di teletrasporto di Kamek, mi sono ritrovato nel castello. Il mio castello.
    - Sì, pensi che i Tartossi possano rimanere su quel vulcano? - ho chiesto, arrabbiato. Sarebbero venuti e mi avrebbero ammazzato a colpi di ossate.
    - Non si preoccupi, sua schifosità. - ha replicato Kamek - Proprio quando il tunnel si stava chiudendo, ho lanciato settantasette incantesimi di distruzione a raffica. Quelle ossa senza cuore adesso fluttuano libere in Paradiso. Molto meglio che restarsene là ad ammuffire nell'odio e nella superstizione.
    - Anche Tartossina è lì?
    - Sì, anche lei è in un posto migliore.
    Mi piaceva credere che ci fosse questo posto migliore. Era un'idea ottimista e dava fine ai miei sensi di colpa (che, comunque, non erano ancora comparsi e dubito che li avrò).
    La porta della camera di Wendy O. Koopa si è aperta e la Bowserotta è uscita, dirigendosi verso di me.
    - Papà... - ha detto, con la maschera di bellezza e fette di Mini-Goomba sugli occhi - Non sei venuto a svegliarmi... Sono rimasta a letto da un bel po' di ore...
    Era così stordita che non sapeva che erano passati quasi due giorni da quando era andata a letto.
    - Non c'è nessun problema... Ero un po' impegnat...-
    - COMPRAMI SUBITO MIGLIAIA DI GIOCATTOLI! È la tua punizione, così imparerai a non venire a svegliare la tua adorata figliola...



    *enorme vulcano: Nella maggior parte delle cartine, Tartox è molto lontana dal Vulcano Tartosso. Questo è un errore, perché la posizione di Tartox è sconosciuta a quasi tutti.
    **Tartox: naturalmente qui è pronunciato così: "Tartocf", ma il difettoso alfabeto non ha un singolo simbolo che rappresenta il suono "cf", mentre ne ha uno per rappresentare "cs" (bah!).
    ***Nemmeno [...] Tartosso: I Tartossi hanno tantissime cose non solo nel guscio, ma anche all'interno della gabbia toracica (mentre i Koopa conservano le loro cose solo nel guscio, unico spazio accessibile del loro corpo).
     
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    30 settembre 2015 - L'ipermercato delirante
    Per iniziare questa pagina di diario, ecco un estratto dalle opere di Bowser Jr.: lui ha l'abitudine di scrivere tutto quello che sente in TV. Infatti il foglietto che ho trovato sotto al mio cuscino, stamattina, recitava:

    Vienite hall'ypermercato! Il super-mercato piu grande del moldo.
    Vi divertirete un sàcco, potrete comperare tuttoquanto.
    Dico, proprio tùcto! Venite imediatamiente!


    In effetti... Hanno proprio aperto un supermercato nelle vicinanze. Ma non pensavo che fosse talmente grande da essere definito un ipermercato*! L'ipermercato è grandissimo, come un centro commerciale ma non fatto di negozi separati. Bene, ci andrò (voi vi chiederete: "Ma ogni volta che Bowser Jr. apre bocca, Bowser deve mettersi in testa di fare quella cosa che ha detto?" Beh... So che inizia ad essere ripetitivo, però vi dico che un padre fa di tutto per accontentare il proprio figliuolo**).
    Mi sembra che abbia trascurato abbastanza i miei altri sette figliastri. Va bene, allora prenderò qualcosa anche per loro. Oggi mi sento davvero buono.
    Mi sono seduto nella macchina reale, che ha iniziato la processione, circondata da sei macchine di guardia davanti, sei dietro, e due ai lati. Un vecchio autista guidava la macchina principale, tenendo la testa alta. Io e Bowser Jr. eravamo seduti dietro.
    - Papi... - ha sussurrato Bowser Jr. - Hanno costruito una nuova autostrada appositamente per l'ipermercato. Siamo sulla strada giusta, ma stiamo procedendo lenti come una lumaca!
    Ho controllato sul mio orologio da polso nuovissimo*** la distanza che ci separava all'ipermercato. Mamma mia! Era dall'altra parte di IsolBowser, a duecento chilometrBowser di distanza! E noi stavamo procedendo esattamente a venti chilometrBowser orari! Ci avremmo messo mezza giornata ad arrivarci!
    - Tranquillo... - ha spiegato Bowser Jr. - L'ipermercato è aperto ventiquattr'ore su ventiquattr...
    Non gli ho dato il tempo di finire la frase che mi sono catapultato sul sedile anteriore, gettando l'autista, che teneva la testa alta, fuori dal finestrino. Mi sono messo a guidare velocissimamente, sbaragliando tutte le macchine-guardia davanti (ma anche dietro e ai lati... sono un pessimo autista).
    - Procedendo a questa velocità... - ho cercato di dire, col vento che mi comprimeva la faccia (c'era il finestrino davanti, credo che il vento sia prodotto da un ventilatore proprio di fronte a me) - Arriveremo in un'ora, un'ora e mezza al massimo!
    - Yuppi! - ha gridato Bowser Jr., saltellando qua e là, riducendo a brandelli cuscini di velluto e rovesciando un prezioso tavolino (sì, la macchina reale è molto grande).

    Ho intravisto un gigantesco edificio nel caldo autunnale. Un raggio di sole l'aveva fatto splendere così tanto che credo che sarebbe stato visibile persino dalla torre più alta del castello.
    Bowser Jr. faceva il bagno nella piccola vaschetta di marmo dell'auto regale.
    Mentre mi avvicinavo sempre di più, sono rimasto a bocca aperta. Non ero stupito dall'immensità del centro commerciale, modernissimo e grande come una piccola cittadina, ma dall'enorme parcheggio che era proprio davanti. C'erano migliaia di macchine parcheggiate.
    Naturalmente pensavo che ci fosse qualche trattamento speciale per i sovrani, ma quando la mia macchinona è passata attraverso il portale che separava la strada (che tra l'altro terminava proprio lì) dall'ipermercato, nessuno se n'era accorto.
    - Papà... Cosa c'era qui? - ha chiesto Bowser Jr., mentre io gironzolavo disperatamente, in cerca di un posto libero. In effetti, questo ipermercato era sorto nel nulla. Prima c'era solo natura incontaminata, e non c'era nemmeno quell'autostradona che partiva da IsolBowser.
    Per due ore sono andato avanti e indietro nell'immenso parcheggio, girandolo tutto quanto almeno una volta. Poi, dopo aver svoltato, ho visto in fondo un posto vuoto.
    - Ce l'abbiamo fatta! - ho gridato di gioia, mentre dietro il piccolo Junior era già addormentato, con le ragnatele che lo tenevano fisso sul sedile (ne è passato di tempo eh...).
    Sfrecciando come un razzo, sono arrivato davanti al posto libero ma... era solo una questione di angolatura: dal fondo non si vedeva, mentre li davanti si poteva chiaramente vedere un mezzo parcheggiato. Una macchinina giocattolo sfoggiava tutta la sua dignità, al centro di quel posto che era cento volte più grande di lei.
    - Senti, lasciamo stare... - ho mormorato, parcheggiando poi sul posto occupato, andando avanti e indietro per spiattellare la macchinina.
    Sono sceso e un vigile, proprio davanti a me, ha scribacchiato su un foglio, spiaccicandomelo poi in faccia.
    - Non si parcheggia qui! Non vede che è occupato? Super multa!
    Ho tolto il pezzo di carta, ficcandoglielo in bocca e spingendo poi l'impertinente Koopa nel tombino.

    C'era una marea di gente davanti al portone dell'ipermercato, alto quanto una casa a due piani. Il portone era completamente trasparente, e dentro si poteva vedere di tutto. Un gigantesco cartello, appeso sopra al portale, diceva: "Aspettate: ora il supermercato è troppo pieno. Vi lasceremo entrare a turni. Altrimenti i nostri poveri lavoratori non riusciranno a sostenere il peso.".
    Poveri lavoratori? E io? Dopo un'ora e mezza di strada, due ore per parcheggiare e mezz'ora di cammino fra il parcheggio e l'ipermercato!!
    - Papà, è meglio se fai il civile. Aspettiamo come tutti i comuni mortali. Eventualmente arriverà il nostro turno.
    Infatti il nostro turno è arrivato... tre ore dopo. Erano le sette di sera e io ero stanco, ridotto a uno zombi. Bowser Jr., invece, era ancora agitato: non vedeva l'ora di entrare.
    - Dica il suo nome - la commessa che ammetteva i clienti era sorridente e aveva l'aria di essere pulita, come se avesse appena iniziato a lavorare.
    Mantenendo un'aria dignitosa, ho detto: - Bowser, e questo è mio figlio, Bowser Jr.. Siamo i sovrani.
    - Ah bene. Buon divertimento!
    Buon divertimento?? Sono il sovrano, e questa qui mi dice solo buon divertimento??
    Ma non ho nemmeno avuto il tempo di protestare, che Bowser Jr. mi ha tirato dentro.
    Nonostante la stanchezza e la rabbia, sono rimasto nuovamente a bocca aperta davanti allo scenario che mi si è aperto davanti: scaffali alti come case a due piani (con scalette per raggiungere le parti più alte), in una sala grande come lo stadio di Goombalandia****, che si diramava in altri dipartimenti.
    - Buonasera! - ha detto un Koopa, con lo stesso vestito di quella che stava davanti al portone - Piacere di conoscervi. Tenete questa card: avrete lo sconto del 10% su tutti i prodotti.
    - Perché? - ho chiesto sbalordito - Abbiamo fatto qualcosa?
    - No, nulla. Però lo diamo a tutti quelli che hanno impiegato più di due ore a cercare il posto in parcheggio.
    - Grazie... Non so cosa dire... - ho detto, allungando la mano.
    Ma quel Koopa, mettendo la card in tasca, ha urlato: - Imbroglione! Non hai nemmeno pagato la multa! E pretendi di avere la card! - parlava così forte che i suoi schizzi di saliva mi avevano completamente insudiciato - Niente sconto per oggi!
    Un po' arrabbiato, sono andato a comprare i regali per i Bowserotti: una racchetta da tennis professionale per Larry Koopa (200 EurBowser), anfibi per Morton Koopa Jr. (126,6 EurBowser), una gigantesca casa delle bambole per Wendy O. Koopa (500 EurBowser), una calcolatrice scientifica per Iggy Koopa (62,62 EurBowser), un bel niente per Roy Koopa (0 EurBowser), una bomba coloratissima e decorata con stelline per Lemmy Koopa (255 EurBowser) e un pianoforte a coda decorato all'antica con sul coperchio l'immagine di un quaderno con fogli a quadretti (chissà perché) per Ludwig (33.995 EurBowser).
    Per Bowser Jr. ho comprato un lecca lecca al gusto di pipì di Strutzi (gusto rarissimo, 12,33 EurBowser), per Kamek delle scarpe col tacco (le ha sempre sognate, 1574,99 EurBowser) e per me una nuova vasca idromassaggio d'oro massiccio (strano che le abbiano, e costano solo 10.619 EurBowser)!
    Non sono impallidito, quando la commessa alla cassa mi ha detto: - Quarantanovemilasettecentotrentaquattro virgola novantasette EurBowser... - Prima di tutto perché per me sono pochissimi soldi... Poi perché sono regali fatti col quore (ok l'ho scritto apposta con la "q" perché non era sincerissimo... Però devo trascinare dalla mia parte quei dannati Bowserotti!).

    Quando sono tornato a casa, era già mezzanotte. Tutti dormivano. Allora sono andato silenziosamente al decimo piano del castello, dove nel lungo corridoio c'erano tutte le porte che conducevano alle stanze dei Bowserotti. Prima di tutto, ho mandato Bowser Jr. a dormire (stava "slurpando" il suo lecca lecca), poi ho aperto le porte di ogni camera dei Bowserotti, consegnando il regalo e ricevendo dei grazie che mi scaldavano il cuore come la spazzatura che viene riscaldata e poi bruciata ed eliminata dalla faccia della terra (va bene la finisco con questi paragoni schifosi).
    Mentre stavo riposando nella mia camera, nell'acqua calda della vasca da bagno d'oro massiccio appena comprata, è venuta Wendy, distruggendomi in faccia la casetta delle bambole.
    - La qualità è pessima! Dove hai comprato questa schifezza?
    Ho cercato di protestare: ero stanchissimo e non riuscivo a reggere di più.
    Ludwig, che evidentemente era nell'angolino (ma un po' di privacy mentre faccio il bagno no?) ha detto: - Questa volta la viziata ha ragione. La tua roba è di scarsa qualità... Ho provato a suonare qualcosa sul mio pianoforte, ma l'ho sfasciato tutto appena ho schiacciato il tasto del do.
    Improvvisamente si è aperta la porta ed è entrato Kamek, che piangeva fortissimo. - Ho indossato le scarpe col tacco, e i tacchi si sono rotti. Sono finito con le gambe all'aria e ora il sedere mi duole tantissimo!
    Bowser Jr. è piombato nella stanza, soffocando: il lecca lecca gli è andato di traverso! Mi sono precipitato fuori dalla vasca da bagno e con un triplo salto mortale (durante il salto mi ero messo il guscio) sono atterrato di fronte al povero piccolo scemo, dandogli dei colpi violenti finché non è uscito il pezzo di lecca lecca, insieme a degli schizzi di vomito.
    - Via via, ne riparleremo domani... - ho detto, sbadigliando e rientrando nella vasca. Ma sono entrati tutti i Bowserotti rimanenti, protestando e gridando. - La mia racchetta è rotta! - ha detto Larry, sventolando la sua racchetta moscia; - I miei anfibi sono scuciti e più fragili della carta bagnata! - Morton saltellava in giro come un canguro; - La mia calcolatrice non sa fare nemmeno uno più uno! Dice che è due! - ha urlato Iggy e improvvisamente cinque secondi di silenzio, accompagnati dal verso del grillo. Poi il putiferio è ritornato: tutti gridavano e cercavano di imporsi sugli altri. Ho sentito Lemmy: - La mia bomba non scoppia! - e, alla fine, Roy che, con una manciata di ottimismo, ha affermato che non aveva nessun problema col suo nulla.
    Sospirando, mi sono alzato, uscendo dall'acqua (meno male che avevo già il guscio). Ma ho visto che la mia vasca d'oro massiccio perdeva acqua e l'oro si scrostava (era solo uno strato di vernice dorata)...
    Sono stato truffato!!

    *ipermercato: L'unico ipermercato del mondo è a Koopalandia. Ce n'è uno anche a Goombopoli, ma non lo consideriamo perché fa schifo.
    **un padre [...] figliuolo: Leggere "Sdentato, il regalo di NatalBowser di Bowser Jr.!" e "Il vero NatalBowser" (2014).
    ***orologio nuovissimo: La famosissima Bowser Watch, collegata al Bowserfonino. Non si controlla solo l'ora, con il Bowser Watch, ma si possono anche inviare messaggi, si può telefonare ecc...
    ****stadio di Goombalandia: Non è uno stadio grandissimo (105 x 68 m), ma quando queste dimensioni sono applicate a una stanza sola... beh, fate voi.
     
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    Partiamo con tartossina che...*va a comprare un frullatore* dovrei tritarla... E Poi il nuovo centro commerciale è scadente come i vestiti di piazza Italia!
    Avevo iniziato giorni fa a leggere ma sono stata impegnata e non potevo rispondere. Scusa.
     
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    CITAZIONE (Kokoa @ 1/10/2015, 12:01) 
    Partiamo con tartossina che...*va a comprare un frullatore* dovrei tritarla... E Poi il nuovo centro commerciale è scadente come i vestiti di piazza Italia!
    Avevo iniziato giorni fa a leggere ma sono stata impegnata e non potevo rispondere. Scusa.

    Non preoccuparti :D Per me non c'è davvero nessun problema.
    Ahaha, povera Tartossina... Anche se in realtà anche lei è coinvolta nei piani del padre :sorride:
    Grazie per la pubblicità di Piazza Italia :P Comunque quello descritto è il centro commerciale dei miei sogni (eccetto naturalmente le cose scadenti... cioè tutto).
     
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